Il vaccino per il Papilloma virus è un'importante forma di prevenzione nei confronti del tumore al collo dell'utero, e non solo. Innanzitutto, è bene sottolineare che il 90% dei tumori al collo dell'utero è causato da alcuni ceppi del Papilloma virus (i cosiddetti ceppi oncogeni).
Abbiamo chiesto alla dott.ssa Francesca Testa, specialista in Ostetricia e Ginecologia presso il Centro Medico Santagostino, di spiegarci perché è così importante vaccinare i figli contro questo virus. «Il vaccino contro il Papilloma virus comprende, per ora, 4 ceppi di cui due sono gli oncogeni maggiormente responsabili delle lesioni tumorali al collo dell'utero. È importante vaccinare non solo le bambine ma anche i maschi, e farlo a partire dagli undici anni di età. Infatti, vaccinando prima dell'esordio dei rapporti sessuali, si ottiene una copertura di massima efficacia» spiega l'esperta.
«Inoltre, il Papilloma virus non solo è responsabile dei tumori al collo dell'utero ma anche, seppure con rara incidenza, dei tumori alla vagina, alla vulva, al pene e al cavo oro-faringeo. Il Papilloma virus è asintomatico (tranne nel caso della presenza di condilomi) e si trasmette per via sessuale. In questo senso, il preservativo è una buona copertura ma non completa. Infatti, il Papilloma virus si trasmette anche attraverso ilsemplice contatto tra mucose» conclude la dott.ssa Testa.
Il nuovo vaccino e le peculiarità italiane
Dal 2017 il vaccino anti-Papilloma virus (HPV) entrerà nel piano vaccinale nazionale, sarà completamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale e sarà consigliato non solo per le bambine, ma anche per i maschi. Questa la notizia. Ma l'Italia rappresenta un caso particolare, in tal senso.
«La peculiarità italiana è legata alle diverse politiche regionali. Infatti, mentre in alcune regioni particolarmente "illuminate" (come, per esempio, l'Emilia Romagna) il vaccino per il Papilloma virus è gratuito a partire da 11-12 anni di età fino addirittura ai 18 anni e le famiglie vengono informate in modo capillare, in altre regioni l'informazione in merito e la copertura sono davvero esigue» spiega la dott.ssa Testa.
I dati riguardo all'impatto del vaccino, a livello mondiale (fonte Centro Medico Santagostino) sono i seguenti: In Australia, a 6 anni dall’introduzione del vaccino, leinfezioni da HPV 6/11/16/18 nelle donne di 18-24 anni sono diminuite dell’86%rispetto ai soggetti non vaccinati, negli USA addirittura dell’89%. La riduzione dei condilomi genitali in Australia è stata del 92,6%, e anche le lesioni pretumorali del collo dell’utero sono diminuite circa dell’85%.
L'importanza della prevenzione
Vaccinare, e farlo per tempo, è quindi cruciale. Anche chi ha una copertura vaccinale per il Papilloma virus deve comunque sottoporsi a Pap Test, come da protocollo, ogni tre anni a partire dai 25 anni di età (oppure prima di questa soglia anagrafica ma solo se si hanno rapporti sessuali da almeno tre anni).
«Il Pap Test è un'efficace forma di prevenzione per quanto riguarda i tumori al collo dell'utero poiché permette di individuare le lesioni precancerose, che impiegano poi anni a svilupparsi. Il Pap Test eseguito prima dei 25 anni non ha la stessa attendibilità poiché è frequente che nelle ragazze più giovani sia presente l'HPV anche in grande quantità. Infatti, si tratta di un virus a elevata diffusione (così come accade per i ceppi virali di raffreddore e influenza) e che, in giovane età, viene efficacemente contrastato dal sistema immunitario. Nella maggior parte dei casi, il Papilloma virus riscontrato nei Pap Test in ragazze giovani, scompare poi negli screening seguenti» spiega la dott.ssa Testa.
Cosa fare in caso di Papilloma virus?
E in presenza di questo virus, cosa bisogna fare?
«In presenza di Papilloma virus, è necessario seguire un follow up, come da protocollo. Non esiste, infatti, una terapia risolutiva per questo tipo di virus. In alcune regioni italiane, il vaccino anti-Papilloma virus è consigliato addirittura fino ai 45 anni di età ed è fruibile a un costo calmierato. Se ci si sottopone in età "avanzata" al vaccino, non si beneficerà della massima efficacia nella copertura, ma si sarà comunque protette da quei ceppi virali» spiega l'esperta.
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