Si stima che circa il 10-20% delle gravidanze vadano incontro ad aborto spontaneo, talvolta in epoca talmente precoce che la mamma ancora non si è resa conto di essere incinta. Ciò nonostante un aborto spontaneo rappresenta un evento traumatico nella vita di una donna, specie perché in molti casi è davvero difficile dare una spiegazione all’evento.
La maggior parte degli aborti spontanei sono tuttavia dovuti a uno sviluppo anomalo del feto, come nel caso di anomalie relative a geni o cromosomi; altre volte l’interruzione di gravidanza può essere dovuta a particolari condizioni di salute della madre, come problemi alla tiroide, all’utero, alla cervice, ma anche diabete o infezioni. Nonostante le mamme tendano spesso a sentirsi ‘colpevoli’, è quindi assolutamente fondamentale ricordare che generalmente l’aborto spontaneo non è causato da ‘cattiva gestione della gravidanza’, poiché tra le cause di aborto non si annoverano le normali attività quotidiane: un moderato esercizio fisico, come anche i rapporti sessuali e il lavoro (a meno che non si sia esposti a sostanze nocive o radiazioni) non costituiscono una minaccia per la gravidanza, qualora tutto stia procedendo correttamente.
Sebbene si parli di aborto spontaneo quando la morte dell’embrione sopraggiunte entro i 180 giorni dall’ultima mestruazione (ovvero 25 settimane + 5 giorni), è poi bene specificare che nella maggior parte dei casi questa sopraggiunge entro la 12° settimana di gravidanza. Per quanto riguarda dunque gli aborti del primo trimestre, si stima che nel 50-70% dei casi siano legati ad anomalie cromosomiche incompatibili con la vita.
Per quanto riguarda invece i cosiddetti aborti tardivi, ovvero verificatisi tra il terzo e il sesto mese di gravidanza, una delle cause più frequenti è l’incontinenza cervicale, alterazione che porta la cervice o collo dell’utero ad aprirsi a causa del peso di feto e placenta. Altra complicazione che può portare ad aborto tardivo o parto pretermine è poi costituita dalle infezioni (toxoplasma, rosolia, citomegalovirus, ecc.) che possono attraversare la placenta e causare la morte del feto.
Altre possibili cause sono da ricercarsi nell’insufficienza del corpo luteo, la trombofilia, svariate anomalie uterine, ecc. I fattori che possono portare ad un aborto spontaneo sono in realtà davvero tanti, alcuni dei quali probabilmente ancora poco conosciuti. Quel che è certo è che anche individuando la specifica causa, spesso si tratta di un avvenimento assolutamente imprevedibile e inevitabile.
Ciò su cui si può invece intervenire sono i fattori di rischio: se si sta programmando una gravidanza, abbandonare quindi stili di vita poco salutari (inclusi fumo, droghe, alcol, abuso di caffeina ed alimentazione squilibrata); informarsi su tutte le accortezze da rispettare superati i 35 anni e iniziare ad assumere gli integratori consigliati.
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