Paola Viganò è responsabile del laboratorio del Centro di scienze della natalità dell’ospedale San Raffaele di Milano. Biologa, è tra i dieci maggiori esperti al mondo di endometriosi, in un elenco che contiene altri cinque italiani: i professori Fedele e Vercellini della Mangiagalli e Ferrero e Remorgida dell’ospedale San Martino di Genova.
«Le donne italiane e le milanesi in particolare sono fortunate, in tutti gli ospedali della città ci sono persone di riferimento per la cura della malattia, che fanno capo alla scuola fondata da Giambattista Candiani» spiega. Al San Raffaele arrivano da fuori regione per farsi curare e per intraprendere una fecondazione medicalmente assistita.
Professoressa Viganò quali sono i problemi di fertilità per una donna che ha l’endometriosi?
L’endometriosi è presente nel 25-40 % delle donne infertili e il 30-50% delle donne con endometriosi sono infertili, questo vuol dire che non tutte le donne malate avranno problemi di infertilità ma un buon 40-50% sì. È la quarta causa di infertilità dopo l’età della donna, l’infertilità dell’uomo, l’infertilità idiopatica (non se ne conoscono le cause, entrambi i partner non presentano cause di infertilità), sono il 7-8% delle nostre pazienti del centro di procreazione medicalmente assistita. L’endometriosi non determina in senso assoluto infertilità, dipende dal tipo di manifestazione della malattia: quella ovarica è associata a infertilità perché la donna ovula meno e gli ovociti prodotti sono meno performanti, se invece l’endometriosi è presente a livello peritoneale la donna può concepire. Si dice che l’infertilità non è data dalla malattia ma dall’infiammazione conseguente alla malattia.
Spieghiamo nel dettaglio
Rimanere incinta è complicato dal quadro infiammatorio cronico pelvico indotto dalla patologia con alterazione anatomico-strutturale delle vie genitali femminili oltre alla loro perdita funzionale. Nelle endometriosi infiltranti ci può essere una distorsione dell’apparato riproduttivo, le aderenze fanno in modo che le strutture dell’apparato riproduttivo siano meno mobili di quello che dovrebbero essere e il processo riproduttivo è compromesso. L’endometriosi è per definizione una patologia infiammatoria cronica deleteria per tutto il processo: la produzione dell’ovocita, la sua captazione da parte della tuba, la fecondazione dell’ovocita da parte dello spermatozoo, la produzione e l’impianto dell’embrione nell’utero.
Come si fa se si desidera avere una gravidanza?
Bisogna interrompere la cura progestinica che è quella che tiene sotto controllo la malattia, la ricerca si sta concentrando su farmaci che si possono prendere anche se si cerca una gravidanza, ma al momento non esistono. In generale, se una donna ha dolore forse è meglio che l’endometriosi le venga tolta perché il dolore si associa all’infertilità. Entro un anno dall’intervento una donna su due riesce a rimanere incinta, se non ce la fa deve passare a una fecondazione assistita. Nel nostro centro di PMA la stimoliamo con degli ormoni così che produrrà più ovociti e poi si procede a una procreazione di secondo livello: gliovociti vengono prelevati, fertilizzati in provetta e poi rimpiantati in utero, si fa tutto in vitro in modo tale che l’infiammazione non influenzi il processo.
Le donne con endometriosi sono soggette a maggiori aborti spontanei? E una volta divenute mamme invece, si può allattare?
La malattia è estrogeno dipendente quindi diventa quiescente durante al gravidanza (si ferma, ndr) perché il progesterone, usato anche per curare la malattia, viene prodotto naturalmente. No, non c’è un maggiore rischio di aborti, stiamo pubblicando due lavori che lo dimostrano anche se in letteratura, dati vecchi sostenevano il contrario, comunque non con la fecondazione in vitro. Le donne in gravidanza hanno qualche problema placentare in più, l’infiammazione conseguente alla malattia fa in modo che la placenta si sviluppi in modo diverso. Nessun problema con l’allattamento che blocca le mestruazioni e quindi la malattia.
La fecondazione assistita aumenta i rischi per la donna con endometriosi?
I dati dicono di no, perché la stimolazione ormonale dura solo 10 giorni, è acuta, in rari casi la ciste può aumentare. Non c’è nemmeno un numero massimo di cicli ormonali da seguire, è il medico che decide, in generale non bisogna sottoporsi a troppi cicli, ma vale per tutte le donne, malate o no.
Alcune dopo gli interventi per rimuovere le cisti ovariche diventano sterili, le uova si possono congelare?
Si possono congelare le uova prima dell’intervento, l’unica problematica è che ilcongelamento ovocitario si paga: costa 2500 euro il trattamento e 200 euro all’anno per il mantenimento. Pochissimi medici lo consigliano, solo alcuni centri di Pma, noi lo offriamo ma poche donne lo fanno. Comunque è importante farsi operare in centri specializzati perché il rischio è che le ovaie siano danneggiate dalla chirurgia.
L’endometriosi dà anche problemi nei rapporti sessuali?
L’endometriosi si forma frequentemente nel cavo del Douglas, lo spazio tra la parete anteriore del retto e quella posteriore dell’utero (in fondo alla vagina, ndr) dove si formano dei noduli di endometriosi che nel rapporto sessuale fanno male. È stimato che una donna con endometriosi profonda abbia 9 volte più rischio di dolori durante i rapporti. Questo è drammatico per la vita sessuale e riproduttiva e per le conseguenze sulla relazione con il partner. Frequentemente queste donne devono sottoporsi a intervento per risolvere il problema.
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