Il 30% dopo 6 anni
Un gruppo di scienziati del Greenwich Nhs Trust, dell’Imperial College e del Kings College di Londra, ha cercato di dare una risposta a questo fenomeno, dopo avere seguito 403 coppie che si erano sottoposte a svariati tentativi di Pma (Procreazione medicalmente assistita). La ricerca, pubblicata sulla rivista Human Reproduction, ha rilevato che la procreazione assistita aveva fallito nel 96% delle coppie, ma ben il 30% del campione era riuscito ad avere un figlio nei 6 anni successivi ai cicli di terapie per l’infertilità. È risultato però difficile dare una spiegazione a questi dati. Forse, dicono gli scienziati, la fecondazione in vitro è scelta anche da coppie che non hanno gravi problemi di infertilità e quindi riescono in seguito ad avere una gravidanza spontanea.
Critiche allo studio
In ogni caso, lo studio fa riaccende le speranze per le coppie che desiderano avere un figlio: l’87% dei concepimenti è avvenuto nei due anni successivi alla Pma e un quarto delle donne che già aveva avuto un figlio con la fecondazione assistita ne ha avuto un altro spontaneamente. Tuttavia, come osserva Andrea Borini, presidente della Società italiana di fertilità e sterilità e medicina della riproduzione (Sifes-Mr), bisogna osservare criticamente i dati poiché “il campione, fra l’altro esiguo, è formato soprattutto da coppie in cui il problema di infertilità era inspiegato o legato soprattutto a mancata ovulazione, mentre nelle situazioni in cui esiste un severo fattore maschile di sterilità o una graveendometriosi, la gravidanza spontanea non è assolutamente così comune”.
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