venerdì 9 ottobre 2015

La discussione sull'anonimato Chi discute in questi giorni di tale questione ritiene che vi sia bisogno di conservare i dati dei donatori e le informazione sulla destinazione dei gameti. Questo per motivi medici (in caso di malattie ereditarie, bisogno di un consanguineo compatibile in caso di necessità di trapianto o trasfusione di midollo e così via). Da una parte va tutelato l’anonimato di chi decide di donare e, soprattutto, di chi ha chiesto l’impianto. Dall’altro questo diritto alla privacy va conciliato con l’eventuale curiosità del ragazzo di conoscere le proprie origini e i suoi consanguinei (fratelli e sorelle) nate grazie alle nuove procedure. Per ora, l’unico riferimento è la legge 40 che prevede che i bambini nati da donazione di uno o due gameti siano figli legittimi della coppia ricevente e che non abbiano rapporti giuridici con i donatori. Questioni irrisolte Ci sono anche altre questioni irrisolte, ad esempio non ci sono ancora indicazioni sul numero di donazioni che lo stesso soggetto può compiere, né quali requisiti minimi debba avere per partecipare alla fecondazione.

         A quattro mesi dal primo via libera alla fecondazione eterologasta per arrivare il decreto con le linee guida sull’applicazione della procedura in tutta Italia. Ci sono però dei nodi da sciogliere. Il primo, sorto circa due settimane fa, sull’anonimato del donatore, il secondo, che fa discutere nelle ultime ore, sulla cosiddetta compatibilità di razza, ossia la possibilità da parte del ricevente di scegliere la razza del donatore.
         Fermamente contrario il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Questo elemento non ci sarà – ha detto –. Se lo vuole, lo introduca il Parlamento. Questa, a casa mia, si chiama discriminazione razziale». 

La polemica         Non tutti, però, sono d’accordo con l’affermazione della Lorenzin. L’associazione Coscioni, che da anni si occupa di fecondazione assistita, nota che la compatibilità tra donatore e riceventi è previsto in tutti i protocolli medici internazionali e in tutti i paesi che ammettono l’eterologa. C’è anche chi si oppone alla discussione in Consiglio dei ministri di un decreto che andrebbe invece discusso con associazioni sanitarie e medici. In questo caso, la Lorenzin risponde: «Il decreto è la base giuridica per fare le linee guida e mettere in sicurezza genitori e nascituri e rendere l’eterologa omogenea in tutta Italia». 

Cosa prevede il decreto         Il decreto, quindi, servirà per dettare linee guida che valgano nei centri dal Nord al Sud Italia. Metterà definitivamente un punto, quindi, anche alla cosiddetto Far West della provetta, per cui qualche centro medico, approfittando dei vuoti normativi, ha violato alcune norme di sicurezza o etica. Inoltre servirà ad avviare un “Registro dei donatori”, gestito dal Centro nazionale trapianti, che permetterà di conservare le cartelle cliniche dei donatori.

I primi abusi
         In queste ore i Nas hanno messo sotto sequestro giudiziario il centro del ginecologo Severino Antinori, considerato il guru della fecondazione assistita in Italia. L’accusa è quella di aver impiantato gameti senza controlli medici preventivi (quelli utili per scongiurare la trasmissione di Hiv, sifilide e altre malattie del sangue): ovociti e spermatozoi trovati alla clinica, infatti, risulterebbero sprovvisti di qualsiasi documentazione sanitaria. A rischio ci sarebbero i 9 impianti eseguiti negli ultimi due mesi. Antinori, però, respinge ogni accusa, rivolgendosi così alla Lorenzin: «Lei è contro la libertà procreativa».

Fonte http://www.amando.it/mamma/concepimento/eterologa-compatibilita-razziale.html

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