sabato 3 ottobre 2015

Il parto indotto

Quando si ricorre al parto indotto

Il travaglio indotto viene esercitato in alcuni casi specifici:
  • esistono dei seri rischi di salute per mamma e bambino
  • nel caso di una gravidanza oltre termine, cioè se dovesse superare le 41 settimane
  • se il feto non è cresciuto abbastanza nell’ultimo trimestre di gravidanza o se è cresciuto troppo
  • se é in condizioni di sofferenza
  • se è in posizione podalica
  • se il parto è gemellare
  • quando le madri soffrono di patologie come diabete, ipertensione, preeclampsia ogestosi gravidica tardiva
  • se hanno già subito un cesareo
  • o hanno avuto un travaglio molto breve in passato e preferiscono la modalità dell’induzione.
Se stai pensando ad un parto indotto consigliati con il tuo medico e con il ginecologo che ti segue per capire in cosa consiste il parto indotto. Prima di accettare si assicurerà che il bambino sia sufficientemente sviluppato e la cervice pronta e discuterà con te questa eventualitàinformandoti sul metodo, i rischi e le conseguenze. Il rischio maggiore è l’iperstimolazione dell’utero che può allungare i tempi di travaglio.

I metodi del parto indotto

I metodi per indurre il parto sono vari:
  • Parto indotto con fettuccia o propess: si imbeve una piccola garza con prostaglandine per preparare il collo dell’utero al travaglio. La garza viene inserita nella vagina, dove rimane finché non ha inizio il travaglio e rilascia gradualmente le sostanze di cui é imbevuta
  • Massaggio del collo dell’utero per cercare di stimolar eil rilascio naturale di prostaglandine
  • Parto indotto con gel: il parto indotto col gel é quasi indolore, si inseriscono candelette vaginali nell’utero per ammorbidire la cervice
I tempi di inizio del travaglio variano a seconda della mamma.

Fonte http://www.lagravidanza.net/il-parto-indotto.html

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