martedì 6 ottobre 2015

Fecondazione assistita, tutte in fila per l'egg freezing

       I PIÙ ottimisti  -  o i più spregiudicati - lo chiamano time freezing. Ma il tempo può davvero essere congelato e consentire ad una donna di diventare mamma a quarant'anni usando gli ovociti di dieci anni prima? Il social freezing, ovvero il congelamento di ovociti per motivi non medici, negli Stati Uniti è diventato così di moda da diventare regalo delle mamme per le figlie che si iscrivono al college. E sta prendendo piedi anche in Italia. Tanto, tra anni di studio, inizio della carriera e ricerca di un partner prima dei 38 anni a fare un figlio poche ci pensano. E allora ecco gli esperti di fertilità che raccomandano di congelare gli ovociti da giovane  -  sotto i 30 anni  -  per diventare mamma dopo. Quando però si è biologicamente anziane. Costo, nel nostro Paese, dai due ai tremila euro con costi di conservazione in azoto liquido dai 150 ai 300 euro annui.

       Le domande  -  e i dubbi etici  -  sono tante: la scienza può davvero aiutare le donne in questa missione bebè? Oppure, piuttosto che una polizza assicurativa, come alcuni definiscono l'egg freezing, si sta invece vendendo un biglietto della lotteria? Inoltre, ha senso compiere un atto medico  -  tra farmaci per la stimolazione dei follicoli, prelievo in anestesia e contorno di ecografie ed esami vari  -  senza un'indicazione precisa? E, non ultimo, siamo sicuri che il freezing aiuti davvero le donne?


        I punti critici di questa faccenda sono tanti, e, insieme alle molte questioni aperte in materia di fecondazione assistita, verranno affrontati durante il Tecnobios Symposium (1-3 ottobre). Gli scienziati, infatti, sottolineano che ci sono almeno due ostacoli all'egg freezing legati a questioni puramente biologiche: l'età in cui si decide di congelare i propri ovociti e quella in cui si tenta una gravidanza. "In Italia  -  premette Andrea Borini, presidente Sifes-Mr  -  le donne chiedono di congelare gli ovociti tra i 38 e i 39 anni. A quell'età le probabilità sono talmente basse che dovrebbero essere scoraggiate. Si dovrebbero congelare entro i trent'anni di età, sia perché più si è giovani e migliori sono le possibilità di gravidanza futura, sia perché per tentare successivamente una gravidanza bisogna congelare almeno una quindicina di ovociti e nelle donne più anziane non è facile trovarli. Inoltre è del tutto ovvio che congelare ovociti prelude al ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita. Anche se, negli Stati Uniti, dove persino aziende come Apple e Facebook hanno offerto l'egg freezing alle proprie dipendenti, in quasi 70 casi su cento le donne riescono ad avere un figlio naturalmente".

        Un altro punto critico è l'età in cui si tenta di diventare mamme. Sempre più alta. "Sebbene le probabilità di gravidanza siano legate alla qualità dell'ovocita congelato, alta nelle giovani  -  continua Borini  -  una gravidanza a 40 anni è gravata da rischi e problemi anche importanti. Per questo penso che si debbano fare campagne, a partire dalle scuole, per far capire che non si possono fare figli così tardi. Bisogna pretendere aiuti dalle istituzioni, non posticipare continuamente". Qualcosa comincia a muoversi, e il Piano nazionale per la fertilità, predisposto dal ministero della Salute, va in questa direzione: tanta informazione, prevenzione e persino un fertility day, il prossimo 7 maggio.

        Ma il punto resta un altro: asili nidi con turni lunghi ed elastici, sgravi fiscali per chi fa figli, facilitare il lavoro delle mamme nelle aziende. Praticamente fantascienza. E allora ha ragione Antonino Guglielmino, direttore del centro Hera-Umr di Catania, il più grande del Meridione, quando dice che  -  così com'è  -  anche la tecnica dell'egg freezing rischia di essere un ammortizzatore sociale. "È il conflitto tra biologia della riproduzione e l'organizzazione sociale che si deve risolvere  -  ragiona  -  aiutando le donne a far figli. E invece la scelta che sta vincendo è posporre la maternità: in Italia il primo figlio si fa a 32 anni, una mostruosità. E l'età media nei centri di fecondazione assistita è la più alta al mondo, 36,6 anni. Con l'egg freezing è la stessa cosa: convinciamo le donne a congelare i propri ovociti a 30 anni per fare un figlio a 40 con la fecondazione assistita. Per questo forse negli Stati Uniti l'egg freezing viene proposto come tecnologia anti-aging. Altra follia. Non deve passare il messaggio che congelare dà certezze. Inoltre, gli ovociti congelati provengono da donne fertili e giovani e potrebbero essere utilizzati per la fecondazione eterologa una volta che le donne siano riuscite ad avere un figlio".

        Insiste sulla mancanza di certezza anche Eleonora Porcu, responsabile del Centro di infertilità e Pma dell'università di Bologna nonché la prima ad aver avuto una nascita da ovociti congelati. "Io ho inventato il congelamento di ovociti per utilizzo terapeutico - premette - per donne che stavano affrontando chemioterapia, o che rischiavano la menopausa precoce. Ma differire la maternità è un'altra cosa: parliamo di iperstimolazione dell'ovaio in donne giovani, pratica che può non essere scevra da rischi. E poi non c'è una sopravvivenza al cento per cento dell'ovocita scongelato, che poi va fecondato, deve diventare embrione e si deve impiantare. Passaggi che abbassano la percentuale di successo. Inoltre mi pare che sia quasi una violenza verso le donne, costrette a ricorrere alla fecondazione assistita per lasciar spazio a tutto ciò che impedisce la maternità, studi, carriera, la casa. Se il congelamento degli ovociti è una scelta volontaria, e non obbligata perché si è tagliati fuori dal mercato del lavoro, allora va bene. In caso contrario mi pare una sottile coercizione travestita da libertà".

        Come precisa Claudia Livi, responsabile del centro Demetra di Firenze, si tratta di una medaglia che non ha solo due facce ma molte di più. "Sono dubbiosa - racconta - e trovo difficile sostenere il social freezing a spada tratta. Mi sentirei più serena a raccomandarla in uno stato come la Svezia o la Finlandia, dove la maternità è incentivata e tutelata. Ma in Italia le donne oggi chiedono di avere un solo figlio perché non ce la fanno a star dietro a due. E allora professionalmente non mi sento di non parlare di una tecnica che c'è e dà buoni risultati, ma come donna non la considero una scelta di libertà".

Fonte http://www.repubblica.it/salute/benessere-donna/fertilita-e-infertilita/2015/09/29/news/fecondazione_assistita_congelamento_degli_ovuli-123917216/?rss

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