venerdì 4 settembre 2020

La gravidanza nell’arte

      Il ritratto di “Donna in rosso” di Marcus Gheeraerts del 1620 di un'anonima elegantissima signora incinta e la celebre foto del 2017 di Beyoncé con il pancione su uno sfondo di fiori vista milioni di volte su Instagram. Queste due immagini danno un'idea dell'ampio spettro della mostra “Portraying Pregnancy” che ha appena (ri)aperto al Foundling Museum di Londra.

Prima mostra sul tema
     Incredibilmente si tratta della prima mostra mai dedicata a questo tema: come gli artisti nel corso di cinque secoli abbiano rappresentato il corpo femminile durante la gravidanza. Il luogo è particolarmente adatto: quello che è ora il museo infatti era il Foundling Hospital, l'antica casa fondata nel 1739 per accogliere trovatelli e bambini abbandonati, con tanto di ruota degli esposti.Fino all'arrivo della contraccezione nel Ventesimo secolo le gravidanze erano un fenomeno ricorrente e occupavano molti anni della vita di gran parte delle donne.

     Nonostante questo, al di là delle immagini religiose non sono numerosi i ritratti di donne incinte nel corso della storia. La marcia delle guardie di William Hogarth, del 1750, è del tutto inusuale perché pone proprio al centro del quadro una donna incinta di nove mesi, al braccio di un soldato e con la mano protettiva sul ventre.

     La curator della mostra Karen Hearn ha passato anni a scovare quadri, stampe, foto, oggetti e abiti per illustrare la storia delle gravidanze dal 1500 a oggi e raccontare l'evoluzione del ruolo delle donne nella società.

Cecily
     Il delicatissimo ritratto di Hans Holbein di Cecily, figlia incinta di San Tommaso More, fatto dal vero nel 1527, la mostra come una donna forte e serena. Altrettanto sicura di sé appare Sarah Siddons, ritratta nel 1812 da George Henry Harlow nel suo ruolo più celebre di Lady Macbeth. L'attrice era nota per la sua dedizione al teatro e aveva continuato a recitare ogni sera fino alla fine delle sue otto gravidanze.

     Fino a poco fa essere incinta era un rischio per tutte le donne, ricche o povere che fossero. Lo spettro della morte aleggia su molte delle opere e degli oggetti in mostra. Come un minuscolo libro scritto da Elizabeth Joscelin nel 1622 “A un figlio non ancora nato”, che ebbe grande successo. Era anche una premonizione: Elizabeth morì di febbre puerperale. O come l'abito premaman della principessa Carlotta, che nel 1817 morì poco dopo avere dato alla luce un bambino nato morto. Ancora nel 1947 il ritratto di Lucian Freud della sua compagna Kitty che aveva appena scoperto di essere incinta la mostra terrorizzata, occhi sbarrati e dita strette intorno a una rosa.Gli anni più recenti mostrano una netta svolta nella raffigurazione delle donne incinte, che diventano più assertive. La pittrice inglese Ghislaine Howard in un autoritratto del 1984 si mostra stanca, grossa, esausta, in una rappresentazione franca della fatica fisica delle ultime settimane di gravidanza.

Demi Moore
     Pochi ritratti hanno provocato tanto scalpore quanto la celeberrima foto di Annie Leibowitz che ritrae l'attrice Demi Moore incinta e nuda, pubblicata in copertina di Vanity Fair nel 1991. Altrettanto controversa la statua in marmo che Marc Quinn nel 2000 ha dedicato a Alison Lapper, donna disabile incinta di otto mesi, ritratta nuda ma con grande dignità. Trionfalistica e gioiosa invece la foto di Beyoncé, che trascina la mostra nel mondo attuale dei social media.

Fonte https://www.ilsole24ore.com/art/la-gravidanza-nell-arte-ADp885g

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