giovedì 24 settembre 2020

Perdite da impianto post transfer: sono segnali di attecchimento embrionale

 In cosa differiscono le perdite da impianto dell’embrione da quelle del flusso mestruale? E quando è il caso di nutrire una speranza in più? È bene prima di tutto ricordare quanto sia importante rimanere con i piedi per terra fino a quando non sarà stato eseguito il test delle analisi del sangue, l’unico che può rilevare non solo la presenza ma anche la quantità di ormone beta hCG nel sangue e stabilire quindi se la gravidanza è in atto.

Tuttavia, la differenza tra le perdite ematiche tipiche del flusso mestruale e quelle dell’avvenuto impianto dell’embrione è abbastanza evidente: queste ultime hanno una durata molto breve (da uno a due giorni al massimo) mentre il flusso ha una durata in genere più lunga, che può arrivare anche a 5-6 giorni.

Ma non solo: infatti, oltre alla durata diversa nel tempo, le perdite ematiche da flusso mestruale differiscono da quelle dell’avvenuto attecchimento anche per quantità. Nel primo caso, il flusso di sangue è molto abbondante e solo all’inizio e alla fine si hanno delle macchioline meno estese; nel secondo caso, invece, la quantità di perdite è molto più esigua.

C’è anche un terzo punto da prendere in considerazione: infatti, in genere le perdite da impianto si presentano circa 3-4 giorni prima del presunto giorno di arrivo del flusso, e scompaiono molto presto.

Anche se si tratta di uno dei segnali più diffusi ed evidenti, non è comunque detto che se non si hanno queste perdite non si è in dolce attesa: non tutte le donne in gravidanza, infatti, hanno avuto necessariamente queste perdite.

Fonte https://www.fecondazioneeterologaitalia.it/perdite-da-impianto-post-transfer-sono-segnali-di-attecchimento-embrionale/

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