Per le donne da sempre, l’argomento maternità è fonte di pressione: biologica, per via del naturale invecchiamento degli ovociti a partire dai 30 anni, e sociale, con una società che si aspetta come prima cosa che la donna procrei.
Due ostacoli che oggi però pare possano essere aggirati con il social eggs freezing, un tema di attualità che sta infiammando da qualche anno in dibattito negli Stati Uniti e che ora sta arrivando anche in Italia.
Ma di cosa si tratta? Di una nuova tecnica di preservazione della fertilità, che aiuterebbe le donne a superare gli ostacoli che l’invecchiamento ovarico comporta nel decidere di avere un figlio quando si è pronte.
Considerato che in Europa, l’età media delle donne al loro primo figlio è in costante aumento (è stimata sui 29 anni), questo potrebbe rappresentare un notevole vantaggio.«Secondo un’indagine condotta dal nostro centro, il 90% delle donne è consapevole che il picco di fertilità, e dunque il momento migliore per diventare mamma, si ha tra i 20 e i 30 anni, per poi diminuire tra i 35 e i 40 e in modo più marcato tra i 45-50 anni – spiega il Professor Ermanno Greco, Direttore Responsabile del Centro di Medicina della Riproduzione dell’European Hospital di Roma – Ma la maggioranza delle donne, date le condizioni socio-economiche attuali, si sentirebbe più sicura ad avere un figlio verso i 30 anni e passa, quando queste ultime diventano più stabili».
Fattori come il perseguimento di una istruzione avanzata, l’avanzamento della carriera e i cambiamenti nelle relazioni e nella convivenza, sono stati individuati come alcune delle motivazioni che portano all’aumento dell’età in cui si ricerca un figlio.
Da qui, la necessità di una tecnica come il social eggs freezing: «Voglio essere certa che tutti quelli che vogliono avere bambini, abbiano dei bambini – commenta Joyce Harper, professoressa di Scienza Riproduttiva, Head of Research alla facoltà di Salute Riproduttiva, direttrice dell’educazione e del Reproductive Science Group all’Istituto per la Salute delle Donne dell’UCL (Regno Unito) – È un fenomeno globale il posticipare sempre più il momento della famiglia per le donne di oggi, sia per proseguire con l’istruzione superiore, per la carriera o per i diversi stili di vita. In alcuni casi anche perché non riescono a trovare un partner che sia pronto. La fertilità della donna diminuisce con l’età, in particolar modo intorno ai 35 anni. È essenziale che le donne siano pienamente informate sulle possibilità riproduttive per sostenerle nella migliore scelta possibile per se stesse e per i loro futuri progetti di formare una famiglia».
Ma in cosa consiste esattamente il social eggs freezing? E quali benefici/rischi ha? «Potremmo definirla una specie di piccola assicurazione riproduttiva, che la donna prima fa, meglio è, per assicurare una riserva di ovociti di buona qualità – spiega il dottor Enrico Papaleo, responsabile dell’Unità funzionale Centro Scienze della natalità clinico ostetrica ginecologica dell’Ospedale San Raffaele a Milano – L’ideale sarebbe tra i 20 e i 30 anni, ma è anche vero che in questa decade a nessuna donna viene in mente di crioconservare i propri ovuli per utilizzarli più avanti».
«Il social eggs freezing è una procedura molto semplice mini invasiva, che ricalca il prelievo ovocitario delle donne infertili. Consiste in una stimolazione ormonale per una decina di giorni, seguita da un prelievo chirurgico di cinque minuti per via transvaginale. Infine, il biologo ha il compito di crioconservare questi ovociti prelevati (in genere, tra i 12 e i 18), i quali possono resistere anche per decine di anni».
«I rischi? Fisici, pressoché tendenti allo 0,…, mentre bisogna tener comunque conto del fatto che se si decide di posticipare un’eventuale gravidanza, gli ovuli che si andranno a impiantare saranno sì giovani, ma il corpo no, quindi si potrebbe incorrere in una serie di problemi di natura ostetrica».
«Dove si può fare in Italia? Nei centri di Procreazione Medicalmente Assistita con banche autorizzate alla crioconservazione di ovociti. Il costo? Varia in base alla dose di farmaco che serve, in genere oscilla tra i 2500 e i 3500 euro, con un versamento di 110 euro all’anno per lo stoccaggio degli ovociti nel caveau».
Social eggs freezing: una storia vera
In Italia c’è già chi è ricorsa al social eggs freezing. Come Anna (il nome è di fantasia, la paziente tiene a rimanere anonima, ndr), 42 anni, imprenditrice, laureata in giurisprudenza, che al momento non ha figli, ma che vorrebbe darsi una possibilità, non avendo ancora un uomo con cui condividere un progetto e passando il tempo. «Io mi sono rivolta all’European Hospital a Roma – ci racconta Anna – Ho saputo di questa pratica da amiche che non riuscivano a rimanere incinte. Ho fatto il pick-up tre volte, prima di riuscire a congelare degli ovociti di buona qualità. Il costo? Tra una cosa e l’altra, sui 10 mila euro. Ecco, forse è un po’ tanto, secondo me dovrebbe essere accessibile a più donne. Come mi sento ora? Speranzosa, ho affrontato la pratica con energia positiva, perché consapevole di fare qualcosa per me stessa. Dare vita a qualcun altro sarebbe un onore meraviglioso e non si sa mai che possa succedere, quindi ho preferito mettere un punto fermo per darmi una possibilità».
“Il momento giusto”, la campagna informativa di Gedeon Richter
In Italia, al momento, non esiste una legislazione nazionale specifica in materia di social eggs freezing, ma forse è il caso di parlarne. A oggi solo la provincia autonoma di Trento ha inserito un paragrafo dedicato nella sua delibera di “Aggiornamento della disciplina della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) e disposizioni in materia di prevenzione” del 16 marzo 2018, che recita così: “Il social freezing, quale forma esclusiva di tutela della fertilità, senza indicazione medica, senza donazione di ovociti, comporta da parte della donna il pagamento della spesa della procedura”.
Gedeon Richter, azienda farmaceutica specializzata nell’area ginecologica, in Italia sostiene il dibattito tra le donne sul tema della preservazione della fertilità, attraverso “Il momento giusto”, la campagna informativa che stimola la conoscenza e il confronto sull’opportunità di conservare più a lungo la propria capacità riproduttiva.
La campagna Italiana, ispirandosi alla Global Campaign “Be ready, whenever you’re ready”, si rivolge alle donne giovani tra i 20 e i 40 anni con l’obiettivo di informarle e sensibilizzarle in merito alla loro fertilità e alla possibilità di preservarla. In questa fascia di età, in cui non si pensa ancora all’idea di diventare madre o la si ritarda, si sa poco o nulla sulle modalità di preservazione della propria fertilità, tra cui la crioconservazione ovocitaria.
La campagna si sviluppa attraverso un sito contenente tutte le domande e le risposte che il social eggs freezing comporta. Si tratta di uno spazio in cui venire a conoscenza della metodica riguardante la crioconservazione ovocitaria, pratica che permette alle donne di pianificare il proprio futuro e sentirsi pronte a diventare madri nel momento giusto per loro.
Fonte https://www.vanityfair.it/benessere/salute-e-prevenzione/2019/12/06/social-eggs-freezing-una-possibilita-piu-di-diventare-madri-al-momento-giusto
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