«Ho 38 anni e ogni tanto mi vengono le vampate: possibile?». «Da quando ho compiuto i 40, non riesco più a dormire: alle tre sono con gli occhi sbarrati e mi rigiro nel letto». «Io, che non ho mai avuto problemi a eccitarmi, per la prima volta ho dolore durante i rapporti, eppure ho solo 43 anni e mestruazioni regolari». E così via, passando dall’aumento di peso ai vuoti di memoria, al desiderio latitante, alla pelle secca... Nelle chiacchiere tra amiche, abbondano dubbi su sintomi che attribuiamo alla menopausa. Ma se abbiamo ancora il ciclo?
Perché sia menopausa precoce, non ci devono essere mestruazioni da almeno 4 mesi, possono esserci sintomi da carenza di estrogeni (i dosaggi ormonali danno valori di Fsh superiori a 40 Ui/L a distanza di almeno un mese). Attenzione, però: «Almeno inizialmente è più cauto parlare di insufficienza ovarica prematura», sottolinea Rossella Nappi, ginecologa ed endocrinologa al Policlinico San Matteo di Pavia. «Perché l’ovaio può avere un comportamento imprevedibile e produrre ormoni sessuali che vengono riattivati all’improvviso (succede nella metà dei casi di menopausa precoce spontanea), e anche non aver esaurito del tutto il proprio patrimonio follicolare. Al punto che una piccola percentuale di donne con menopausa precoce (5-10 per cento) riesce addirittura a concepire e andare incontro a una gravidanza. La menopausa precoce è infatti una condizione di insufficienza ovarica stabile nel tempo».
Quali sono le cause della menopausa precoce? «Possono essere genetiche, come anomalie cromosomiche (soprattutto del cromosoma X), polimorfismi genici (variazioni di alcuni geni, come i recettori dell’ormone Fsh), mutazioni o deficienze enzimatiche. C’è anche una correlazione con le malattie autoimmuni, poliendocrine, l’ipotiroidismo, l’insufficienza delle ghiandole surrenali e il diabete di tipo 1. A volte ci sono cause più rare di tipo infettivo e metabolico», continua la specialista. Possono influire l’anoressia (la riduzione di calorie e nutrienti danneggia l’ovaio) e anche il fumo, che in generale anticipa la menopausa di circa due anni. «Ma spesso la menopausa precoce spontanea, evento che tocca una minoranza (sotto i 40 anni, una donna su cento; sotto i 30, una su mille; sotto i 20, una su 10.000), è “idiopatica”, cioè legata a condizioni che non sono ancora spiegabili», spiega Rossella Nappi. «Diversa è la menopausa precoce secondaria, cioè dovuta a interventi chirurgici, patologie e terapie, come l’asportazione di cisti causate per esempio dall’endometriosi, la rimozione di ovaie e tube, in pazienti con alto rischio oncologico per via di mutazioni genetiche (vedi il caso di Angelina Jolie), la chemioterapia o la radioterapia».
In tutti i casi, e se non esistono controindicazioni, l’esperto potrà valutare l’opportunità e le modalità per una terapia ormonale sostitutiva che servirà a tenere sotto controllo anche i cambiamenti e i rischi che la menopausa porta con sé (come l’osteoporosi o i problemi della sfera uro-genitale). Ancora, molte donne che ricevono una diagnosi di menopausa precoce o di insufficienza ovarica prematura si trovano a fare i conti di punto in bianco con l’impossibilità di avere figli: se le ovaie sono esaurite, l’unica soluzione possibile è l’ovodonazione. Nessuna prevenzione possibile? «In realtà, ogni donna dovrebbe conoscere bene la propria storia familiare: sapere se la mamma o la nonna è entrata precocemente in menopausa e se ciò è avvenuto in modo spontaneo. Scoprirlo ci rende più consapevoli di ciò che potrebbe succedere a noi, e ci consente anche di giocare d’anticipo, con un eventuale counseling genetico e una pianificazione consapevole della maternità», conclude Nappi. Compresa la possibilità di pensare a una conservazione dei propri ovuli con una tecnica di congelamento prima che sia troppo tardi.
L'analisi dei segnali
In media i cambiamenti del climaterio (vampate, sudorazioni e disturbi del sonno, aumento di ansia e depressione, minore capacità di concentrazione e memoria, problemi intestinali, dolori articolari, riduzione del desiderio, aumento di peso) durano tre-quattro anni: ma ben il 37 per cento delle donne ha sintomi prima dei 40, e un altro 41 per cento prima dei 45», dice Alessandra Graziottin, direttrice del Centro di ginecologia del San Raffaele-Resnati. «Le irregolarità mestruali sono il primo segno di attenzione, con il ciclo che prima si accorcia, sui 23-24 giorni o meno, e poi tende ad allungarsi ai 35-40 giorni o più». Ma sono sempre segnali del declino della riserva ovarica? O possono essere espressione di qualche altro problema? Le disfunzioni tiroidee, per esempio, sono comuni dopo i 40 anni e possono dare disturbi sovrapponibili, e anche l’ipertensione va indagata. Tutte da verificare, invece, le cause del fastidio durante i rapporti sessuali: «La secchezza vaginale può anche essere legata allo stress che si traduce in scarso desiderio, al fumo che lede i vasi vaginali, o ad alcune pillole a basso dosaggio estrogenico. Se il clitoride è più sensibile e l’orgasmo meno “esplosivo” può dipendere da carenze di testosterone: questo ormone comincia a declinare dai 20 anni, e quindi può c’entrare l’età, più che la menopausa incombente». E se anche fosse? No panic! Il tempo è ancora dalla nostra parte per prepararci al cambiamento nel modo più smart.
Sul sito della North american menopause society (menopause.org), Leslee Kagan, esperta di menopausa della Harvard medical school, scrive che questa è «l’adolescenza dell’età adulta, migliore dell’adolescenza dei giovani perché le donne hanno fiducia ed esperienza. È il momento della scoperta di ciò che si vuole veramente, di prendere in mano e modellare i prossimi capitoli della vostra vita». E allora, diamoci una regolata: «No al fumo, migliore alimentazione, non più di 1-2 bicchieri di vino a settimana, recuperare il peso forma, mezz’ora (perfetta un’ora) di attività aerobica al giorno e almeno un quarto d’ora di pesetti (anche cavigliere da usare in casa) per prevenire l’osteopenia che può cominciare prima della menopausa. Una pillola con estradiolo bioidentico più nomegestrolo oppure dienogest dà un apporto ormonale equilibrato per arrivare ai cinquant’anni bene. Per chi preferisce la fitoterapia, è efficace l’agnocasto: aiuta a ridurre la sindrome premestruale che peggiora in premenopausa. Ottimo l’estratto di polline e pistillo, prezioso per ridurre le prime vampate, i disturbi dell’umore e i sintomi premestruali; l’equolo, fitoestrogeno già attivato, o l’estratto di trifoglio rosso per ridurre vampate e sintomi neurovegetativi; D mannosio ed estratto di mirtillo rosso se si è più vulnerabili alle cistiti. Infine, vitamina D, calcio, magnesio, se carenti, vanno integrati. Occhio anche al ferro se il ciclo è abbondante o si è vegetariane/vegane: l’anemia da carenza di ferro potenzia sia i sintomi premestruali, sia premenopausali».
Fonte https://www.elle.com/it/salute/benessere/a34126732/menopausa-precoce/
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