Avere un figlio grazie alla procreazione medicalmente assistita significa comunque fare i conti con la propria impossibilità di riuscirci in modo naturale e spontaneo. E questo vuol dire anche dover affrontare un percorso di accettazione del proprio problema, e capire che non tutte le persone possono avere un figlio attraverso rapporti mirati e completi: a volte può servire una semplice cura, altre volte può essere necessario affrontare un percorso più complesso e doloroso, e questo chiaramente implica un senso di impotenza che si crea in seguito alla delusione.
Molte volte, quando una coppia decide di provare ad avere un figlio grazie alla procreazione medicalmente assistita, arriva a questa decisione dopo tanti tentativi mirati, magari dopo anni di delusioni e di illusioni, di false speranze ed anche di litigi che rischiano di minare il rapporto di coppia e di creare una sorta di “argomento tabù”. È anche per questo motivo che una coppia che sceglie di affrontare questo percorso dovrebbe essere seguita in un percorso psicologico, con un supporto che aiuti ad elaborare la delusione del non essere “in grado” di avere un figlio in modo naturale. Il supporto psicologico serve anche a far sì che la coppia riesca a supportarsi a vicenda, evitando così di far diventare l’argomento “gravidanza” un tabù.
Fonte https://www.fecondazioneeterologaitalia.it/la-psicologia-nella-pma-quanto-conta-il-supporto-psicologico/
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