MNR: Come descrivereste i vostri associati? RS: I nostri associati sono coppie tra i 30 e i 40 anni alla ricerca di riferimenti informativi e aggregativi sull'argomento.
MNR: E’ solitamente la donna a chiedere un aiuto o sono i padri mancati ad avere bisogno di uscire dalla coppia e parlarne? RS: Indubbiamente la donna. Riceviamo al numero verde 98% di telefonate femminili e 2% da uomini.
MNR: Quali sono le ripercussioni psicologiche che lamentano, uomini e donne, una volta scoperta la propria infertilità? RS: Si produce una vera e propria crisi di vita. viene vissuta come un fallimento centrale nella progettazione della propria vita. Gli uomini paiono accettare meglio, "piu' freddamente", l'impossibilita' a procreare. Per le donne pare essere una crisi piu' profonda, forse perché, per ragioni biologico-culturali, le tematiche relative alla maternità sono vissute più visceralmente rispetto all'uomo.
MNR: Quanto influisce il giudizio sociale sul desiderio di avere dei figli? RS: Ci si aspetta da una coppia che abbia figli, se lo aspetta la famiglia di origine e se lo aspettano gli amici che procreano senza difficolta'e si continua spesso a chiedere insistentemente "perche' ancora niente bambini?", portando cosi' la coppia a chiudersi in se stessa e a non parlare del proprio problema.
MNR: Come affrontate insieme la burocrazia legata alla fecondazione assistita o alle adozioni? RS: Per la pma, una volta reperite le informazioni, è sufficiente prendere appuntamento per una prima visita di coppia presso un centro specializzato in cura dell'infertilità; sarà poi il medico ad indicare la strada da seguire, non è complicato. Per quanto riguarda l'adozione, invece, ci si rivolge al tribunale dei minori competente per conoscere tutto l'iter, indubbiamente lungo e complesso. Certamente, in entrambi i percorsi, è utile il supporto di un'associazione del settore e/o di un counsellor o sicoterapeuta.
MNR: Qual è la percentuale di coppie che, oggi, accetta di non avere bambini? RS: si parla di 1 coppia su 4 che in due anni di rapporti non protetti non riesce a concepire.
MNR: Avete, tra gli associati, persone che non sono più parte di una coppia a causa della propria infertilità? Se si, come li aiutate a ricostruire la propria cerchia? RS: No, abbiamo principalmente coppie fortemente impegnate nella ricerca.
MNR: Se doveste rivolgervi a chi non fa ancora parte di un’associazione come la vostra, quali parole chiave usereste per incentivarli a uscire dal silenzio? RS: L'infertilità è una patologia e come tale va trattata e curata, con determinazione, informazione e fiducia, così come si farebbe per un'altra malattia. Da bandire la vergogna e l'imbarazzo. E' come se ci si vergognasse di dover andare dall'oculista o dal dentista :-)
MNR: E’ solitamente la donna a chiedere un aiuto o sono i padri mancati ad avere bisogno di uscire dalla coppia e parlarne? RS: Indubbiamente la donna. Riceviamo al numero verde 98% di telefonate femminili e 2% da uomini.
MNR: Quali sono le ripercussioni psicologiche che lamentano, uomini e donne, una volta scoperta la propria infertilità? RS: Si produce una vera e propria crisi di vita. viene vissuta come un fallimento centrale nella progettazione della propria vita. Gli uomini paiono accettare meglio, "piu' freddamente", l'impossibilita' a procreare. Per le donne pare essere una crisi piu' profonda, forse perché, per ragioni biologico-culturali, le tematiche relative alla maternità sono vissute più visceralmente rispetto all'uomo.
MNR: Quanto influisce il giudizio sociale sul desiderio di avere dei figli? RS: Ci si aspetta da una coppia che abbia figli, se lo aspetta la famiglia di origine e se lo aspettano gli amici che procreano senza difficolta'e si continua spesso a chiedere insistentemente "perche' ancora niente bambini?", portando cosi' la coppia a chiudersi in se stessa e a non parlare del proprio problema.
MNR: Come affrontate insieme la burocrazia legata alla fecondazione assistita o alle adozioni? RS: Per la pma, una volta reperite le informazioni, è sufficiente prendere appuntamento per una prima visita di coppia presso un centro specializzato in cura dell'infertilità; sarà poi il medico ad indicare la strada da seguire, non è complicato. Per quanto riguarda l'adozione, invece, ci si rivolge al tribunale dei minori competente per conoscere tutto l'iter, indubbiamente lungo e complesso. Certamente, in entrambi i percorsi, è utile il supporto di un'associazione del settore e/o di un counsellor o sicoterapeuta.
MNR: Qual è la percentuale di coppie che, oggi, accetta di non avere bambini? RS: si parla di 1 coppia su 4 che in due anni di rapporti non protetti non riesce a concepire.
MNR: Avete, tra gli associati, persone che non sono più parte di una coppia a causa della propria infertilità? Se si, come li aiutate a ricostruire la propria cerchia? RS: No, abbiamo principalmente coppie fortemente impegnate nella ricerca.
MNR: Se doveste rivolgervi a chi non fa ancora parte di un’associazione come la vostra, quali parole chiave usereste per incentivarli a uscire dal silenzio? RS: L'infertilità è una patologia e come tale va trattata e curata, con determinazione, informazione e fiducia, così come si farebbe per un'altra malattia. Da bandire la vergogna e l'imbarazzo. E' come se ci si vergognasse di dover andare dall'oculista o dal dentista :-)
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