sabato 9 marzo 2019

Effetti degli stupefacenti sulla fertilità maschile

Картинки по запросу Effetti degli stupefacenti sulla fertilità maschile       Sebbene le evidenze in letteratura siano ancora limitate, ci sono prove del potenziale impatto negativo dell’uso di droghe sulla fertilità maschile.

       Prendiamo marijuana: nelle infiorescenze delle piante del genere Cannabis, si riscontrano varie sostanze psicotrope, la principale delle quali è il tetraidroccanabinolo (THC). Gli studi sull’uomo sottolineano di frequente che il THC influisce negativamente sul sistema riproduttivo maschile. Sono state osservate variazioni nell’asse ipotalamo-ipofisi-testicolo, con una diminuzione dei livelli dell’ormone luteinizzante (LH).

       Analizzando i livelli di testosterone nei fumatori cronici di marijuana sono stati riscontrati valori significativamente inferiori di testosterone nel plasma rispetto ai controlli, con una riduzione dose-dipendente.

       Negli studi condotti da Kolodny è stato osservato in più di un terzo dei fumatori cronici di marijuana un’oligozoospermia, ovvero un ridotto numero di spermatozoi, probabilmente risultante dalla riduzione dei livelli di LH e testosterone.
     
       Inoltre, il THC, essendo solubile nei lipidi, penetra nel tessuto grasso che agisce come un serbatoio, rilasciandolo lentamente nel sangue e permettendone una lunga emivita di 24-36 ore.

       Dopo un’esposizione regolare alla cannabis si osserva una diminuzione della concentrazione di spermatozoi. Risulta inoltre che il numero degli spermatozoi è inversamente proporzionale alla quantità di cannabis assunta.

Quali sono gli effetti degli steroidi anabolizzanti sulla sfera sessuale?
       Gli steroidi androgeni anabolizzanti (AAS, dall’inglese Androgenic-Anabolic Steroids)

       rappresentano una delle numerose categorie farmacologiche la cui azione si estrinseca a livello della fertilità maschile.

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       Con il termine di AAS si intendono tutti i derivati sintetici del testosterone, sintetizzati in laboratorio per scopi diversi ma frequentemente “abusati” in ambito sportivo al fine di migliorare la performance atletica, facilitando un aumento della forza e della massa muscolare, e contribuendo al contempo a ridurre la massa grassa.

       Nell’uomo, l’assunzione di androgeni esogeni, e in particolare di testosterone, induce un feedback negativo sull’asse ipotalamo-ipofisi-testicolo. Questo feedback si manifesta come un ipogonadismo derivante dal mancato stimolo alla produzione delle gonadotropine ipofisarie LH e FSH.

       Il mancato stimolo da parte dell’FSH comporta una soppressione della spermatogenesi, il cui ripristino può richiedere tempi persino superiori ai due anni dalla sospensione degli AAS.

       È tuttavia possibile che la spermatogenesi non ritorni mai alla normalità; possibili preesistenti condizioni favorenti l’infertilità possono essere concausa di questo mancato ritorno alla norma.

       I pazienti che sviluppano ipogonadismo indotto da steroidi manifestano, oltre alle alterazioni della spermatogenesi, condizioni analoghe alle tradizionali forme di carenza androgenica: disturbi della sfera sessuale, con calo della libido e disfunzione erettile, sono frequentemente associati a riduzione della forza muscolare, aumento della massa grassa e minore sopportazione della fatica.

Fonte https://www.progestazione.it/fertilita/effetti-degli-stupefacenti-sulla-fertilita-maschile/

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