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Le cause
A causare le problematiche del lato maschile delle coppie possono essere diversi fattori, tra i quali anche fattori ‘generici’ e non solo strettamente legati alle condizioni dell’apparato riproduttivo; stili di vita scorretti, l'inquinamento, patologie trascurate nel corso dell’adolescenza ma anche fattori ormonali possono portare ad una produzione insufficiente o una scarsa qualità (motilità ridotta e morfologia alterata) degli spermatozoi. “Si calcola che il 15% delle coppie in età fertile abbia problemi di sterilità”, spiega Andrea Borini, direttore di 9.Baby, rete di centri per la cura e la diagnosi e la cura della sterilità maschile e femminile. “Sappiamo che nel 30-40% dei casi influiscono i problemi riproduttivi maschili, nel 30-40% quelli femminili e nella restante percentuale dei casi il problema è di entrambi i partner”.
La diagnosi
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Molto spesso i futuri padri vivono con senso di colpa una diagnosi di sterilità. “Sebbene l'uomo senta un senso di inadeguatezza, si mostra spesso restio ad accettare l'aiuto di uno psicologo, che nelle nostre équipe è sempre presente”, spiega Borini. “Il dato emotivo - psicologico è, infatti, di fondamentale importanza e nel caso di problematica maschile è particolarmente importante aiutare l’uomo a comprendere la distinzione tra infertilità e potenza sessuale; inoltre, la coppia che ha difficoltà nell’ottenere o nel portare avanti una gravidanza ha bisogno di sostegno reciproco tra i due partner, quindi anche le difficoltà emotive devono essere affrontate da subito, a 360°”. Per questo, il consiglio degli esperti è quello di rivolgersi a un centro che garantista la presenza anche di figure che aiutino e supportino le coppie dal punto di vista psicologico.
I trattamenti
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L'eterologa
In caso di sterilità maschile, in presenza di condizioni quali oligoastenospermia severa o azospermia, infine, si può ricorrere alla cosiddetta fecondazione eterologa, cioè a trattamenti nei quali si utilizzano cellule sessuali donate da soggetti esterni alla coppia. Spesso si parla di eterologa trattando casi di donazione di gameti femminili (altrimenti detta ovodonazione), ma è possibile anche donare- e dunque ricevere- spermatozoi.
Purtroppo, anche nel caso di gameti maschili, le donazioni nel nostro paese sono poche e si ricorre quindi a seme che viene importato da altri Paesi europei, sempre nel rispetto di quanto disposto dalla legge 40/04 e successive modifiche e dalla normativa regionale conseguente che regola la fecondazione assistita in Italia.
Secondo le ultime stime, relative ai trattamenti del 2016, del Ministero della Salute, le coppie che si sono rivolte alla fecondazione eterologa sono aumentate del 121% e i bambini nati con queste tecnica sono passati da circa 600 a poco meno di 1500. “In generale, i dati del Registro nazionale della PMA riportano che oggi si facciano circa 90mila cicli di fecondazione assistita complessivi l'anno, che hanno come esito circa il 2.9% del totale dei nuovi nati nel nostro paese”, conclude Borini. “Ma le liste d'attesa sono lunghe e l'accessibilità per le coppie risulta essere, quindi, ancora limitata”.
Fonte https://www.repubblica.it/native/salute/2019/03/24/news/la_scienza_che_aiuta_a_diventare_papa_-221663443/
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