Il termine obeso deriva dal latino obesus e significa “colui che ha ecceduto nel mangiare”; gli effetti negativi dell’obesità sulla salute dell’uomo sono noti fin dalle origini tant’è che possono essere ritrovati negli scritti di Ippocrate, Galeno e Avicenna.
Negli adulti, l’obesità viene misurata attraverso un parametro biomedico, l’indice di massa corporea (IMC) che mette in relazione il peso e l’altezza secondo una semplice formula (IMC = peso in kg/[altezza in m[2). Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’obesità è caratterizzata da un IMC ³30 kg/m2 e il sovrappeso da un IMC compreso tra 25 e 29,9 kg/m2.
In Europa e nei Paesi Occidentali il sovrappeso e l’obesità stanno assumendo i contorni di una vera e propria emergenza in quanto non solo rappresentano un fattore di rischio per numerose malattie (come per esempio ipertensione, diabete di tipo 2, infarto miocardico e alcune neoplasie), ma hanno un impatto negativo anche sulla funzione riproduttiva.
In particolare, in Italia l’eccesso ponderale viene monitorato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e, dall’ultima rilevazione (Rapporto Nazionale Passi 2011-1014), emerge che gli adulti in sovrappeso sono il 31,7% e gli obesi il 10,2%.
Analizzando la variabile di genere, il 40% della popolazione maschile risulta sovrappeso contro il 23,5% di quella femminile, mentre la percentuale degli obesi è paragonabile nei due sessi (11% negli uomini e 9,5% nelle donne). Sono dunque in misura maggiore i maschi a risultare corpulenti e numerosi studi dimostrano una stretta correlazione “dose-effetto” tra IMC e infertilità nell’uomo con evidenti conseguenze negative qualora l’IMC risulti compreso nella fascia 32-43 kg/m2 .
Infatti alcuni studi evidenziano negli uomini sovrappeso e obesi un’alterazione dei parametri seminali che si traduce in riduzione della concentrazione e della motilità degli spermatozoi, incremento della frammentazione del DNA spermatico come pure anomalie morfologiche nemaspermiche.
Una delle cause principali dell’infertilità causata dall’obesità sarebbe connessa a un profilo ormonale alterato caratterizzato da una soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisario con una riduzione dei livelli ematici di testosterone totale, della sintesi delle globuline leganti gli ormoni sessuali (SSBG, sex steroid-binding globulin) e della secrezione delle gonadotropine FSH (ormone follicolo-stimolante) e LH (ormone luteinizzante) fondamentali per la normale crescita e differenziazione degli spermatozoi. Questa condizione di ipogonadismo ipogonadotropo sembra derivare da elevati livelli di estrogeni prodotti da un’iperattività dell’enzima aromatasi che converte il testosterone in estradiolo in modo proporzionale alla quantità di tessuto adiposo. È stato evidenziato che i casi di infertilità maschile grave presentano infatti bassi livelli di testosterone associati a un marcato aumento di estrogeni che suggerisce come questi ultimi possano avere effetti deleteri sulla spermatogenesi.
La leptina, ormone chiave nella regolazione dell’omeostasi energetica e nelle funzioni neuroendocrine, è una proteina prodotta principalmente dal tessuto adiposo bianco e i suoi livelli ematici sono correlati all’entità dei depositi di grasso corporeo periferici. Studi evidenziano la presenza di recettori per la leptina sulle cellule di Leydig, nelle cellule germinali e sulla membrana plasmatica degli spermatozoi; la produzione eccessiva dello steroide in questione nei soggetti obesi potrebbe alterare la spermatogenesi comportando sia una riduzione della sintesi di testosterone a livello delle cellule di Leydig che si traduce nell’inibizione della maturazione degli spermatozoi, sia la soppressione della funzionalità delle cellule di Sertoli. Un aumento marcato dell’espressione dei livelli di leptina sierica e del suo recettore è stato infatti osservato a livello testicolare nei soggetti obesi infertili.
Il sovrappeso e l’obesità, associati a uno stile di vita sedentario e a bassi livelli di attività fisica, comportano un aumento del deposito di grasso a livello scrotale, con un incremento della temperatura locale testicolare che può tradursi in un accumulo di radicali liberi, con conseguente stress ossidativo sugli spermatozoi.
Un’altra potenziale causa di infertilità negli uomini obesi è la disfunzione erettile – diagnosticata nel 79% dei soggetti – causata sia da una riduzione dei livelli di testosterone sia da un aumento di citochine proinfiammatorie.
Infine, numerosi studi dimostrano un potenziale effetto negativo dell’accumulo di tossine ambientali e di interferenti endocrini liposolubili sull’infertilità dovuto a un’inappropriata attivazione di geni che codificano per i recettori PPAR-gamma (peroxisome proliferator-activated receptor gamma); l’attivazione di tali recettori, in condizioni fisiologiche, aumenta l’espressione di enzimi che favoriscono accumulo di lipidi nei pre-adipociti stimolando la differenziazione in adipociti.
Tra i ligandi di questi recettori si riconoscono sostanze organiche lipofiliche che hanno un particolare trofismo per il tessuto adiposo e tra questi ritroviamo anche alcuni inquinanti ambientali come le organotine, sostanze di largo impiego nella composizione di vernici marine per la loro azione anti-vegetativa protettiva degli scafi e perciò si ritrovano in frutti di mare, molluschi e pesci. Tali sostanze sono anche impiegate con anti-fungino nel trattamento di legnami, tessili e cibi conservati ed entrano anche nella struttura della poliolefina (PVC) per rendere più stabili al calore i contenitori di plastica, con il rischio che vengano assorbiti dagli alimenti in esso contenuti (latte, formaggi ecc.).
Le organotine sono agoniste dei PPAR-gamma e, con ciò, induttori di differenziazione di pre-adipociti in adipociti, obesità, ipogonadismo secondario all’obesità e infertilità.
Fonti Abdel-Halim RE. Obesity: 1000 years ago. Lancet 2005;366(9481):204.
Alavanja MC, Sandler DP, McMaster SB, et al. The Agricultural Health Study. Environ Health Perspect 1996;104(4):362-9.
Hammoud AO, Gibson M, Peterson MC, et al. Impact of male obesity on infertility: a critical review of the current literature. Fertil Steril2008;90:897-904.
Negli adulti, l’obesità viene misurata attraverso un parametro biomedico, l’indice di massa corporea (IMC) che mette in relazione il peso e l’altezza secondo una semplice formula (IMC = peso in kg/[altezza in m[2). Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’obesità è caratterizzata da un IMC ³30 kg/m2 e il sovrappeso da un IMC compreso tra 25 e 29,9 kg/m2.
In Europa e nei Paesi Occidentali il sovrappeso e l’obesità stanno assumendo i contorni di una vera e propria emergenza in quanto non solo rappresentano un fattore di rischio per numerose malattie (come per esempio ipertensione, diabete di tipo 2, infarto miocardico e alcune neoplasie), ma hanno un impatto negativo anche sulla funzione riproduttiva.
In particolare, in Italia l’eccesso ponderale viene monitorato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e, dall’ultima rilevazione (Rapporto Nazionale Passi 2011-1014), emerge che gli adulti in sovrappeso sono il 31,7% e gli obesi il 10,2%.
Analizzando la variabile di genere, il 40% della popolazione maschile risulta sovrappeso contro il 23,5% di quella femminile, mentre la percentuale degli obesi è paragonabile nei due sessi (11% negli uomini e 9,5% nelle donne). Sono dunque in misura maggiore i maschi a risultare corpulenti e numerosi studi dimostrano una stretta correlazione “dose-effetto” tra IMC e infertilità nell’uomo con evidenti conseguenze negative qualora l’IMC risulti compreso nella fascia 32-43 kg/m2 .
Infatti alcuni studi evidenziano negli uomini sovrappeso e obesi un’alterazione dei parametri seminali che si traduce in riduzione della concentrazione e della motilità degli spermatozoi, incremento della frammentazione del DNA spermatico come pure anomalie morfologiche nemaspermiche.
Una delle cause principali dell’infertilità causata dall’obesità sarebbe connessa a un profilo ormonale alterato caratterizzato da una soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisario con una riduzione dei livelli ematici di testosterone totale, della sintesi delle globuline leganti gli ormoni sessuali (SSBG, sex steroid-binding globulin) e della secrezione delle gonadotropine FSH (ormone follicolo-stimolante) e LH (ormone luteinizzante) fondamentali per la normale crescita e differenziazione degli spermatozoi. Questa condizione di ipogonadismo ipogonadotropo sembra derivare da elevati livelli di estrogeni prodotti da un’iperattività dell’enzima aromatasi che converte il testosterone in estradiolo in modo proporzionale alla quantità di tessuto adiposo. È stato evidenziato che i casi di infertilità maschile grave presentano infatti bassi livelli di testosterone associati a un marcato aumento di estrogeni che suggerisce come questi ultimi possano avere effetti deleteri sulla spermatogenesi.
La leptina, ormone chiave nella regolazione dell’omeostasi energetica e nelle funzioni neuroendocrine, è una proteina prodotta principalmente dal tessuto adiposo bianco e i suoi livelli ematici sono correlati all’entità dei depositi di grasso corporeo periferici. Studi evidenziano la presenza di recettori per la leptina sulle cellule di Leydig, nelle cellule germinali e sulla membrana plasmatica degli spermatozoi; la produzione eccessiva dello steroide in questione nei soggetti obesi potrebbe alterare la spermatogenesi comportando sia una riduzione della sintesi di testosterone a livello delle cellule di Leydig che si traduce nell’inibizione della maturazione degli spermatozoi, sia la soppressione della funzionalità delle cellule di Sertoli. Un aumento marcato dell’espressione dei livelli di leptina sierica e del suo recettore è stato infatti osservato a livello testicolare nei soggetti obesi infertili.
Il sovrappeso e l’obesità, associati a uno stile di vita sedentario e a bassi livelli di attività fisica, comportano un aumento del deposito di grasso a livello scrotale, con un incremento della temperatura locale testicolare che può tradursi in un accumulo di radicali liberi, con conseguente stress ossidativo sugli spermatozoi.
Un’altra potenziale causa di infertilità negli uomini obesi è la disfunzione erettile – diagnosticata nel 79% dei soggetti – causata sia da una riduzione dei livelli di testosterone sia da un aumento di citochine proinfiammatorie.
Infine, numerosi studi dimostrano un potenziale effetto negativo dell’accumulo di tossine ambientali e di interferenti endocrini liposolubili sull’infertilità dovuto a un’inappropriata attivazione di geni che codificano per i recettori PPAR-gamma (peroxisome proliferator-activated receptor gamma); l’attivazione di tali recettori, in condizioni fisiologiche, aumenta l’espressione di enzimi che favoriscono accumulo di lipidi nei pre-adipociti stimolando la differenziazione in adipociti.
Tra i ligandi di questi recettori si riconoscono sostanze organiche lipofiliche che hanno un particolare trofismo per il tessuto adiposo e tra questi ritroviamo anche alcuni inquinanti ambientali come le organotine, sostanze di largo impiego nella composizione di vernici marine per la loro azione anti-vegetativa protettiva degli scafi e perciò si ritrovano in frutti di mare, molluschi e pesci. Tali sostanze sono anche impiegate con anti-fungino nel trattamento di legnami, tessili e cibi conservati ed entrano anche nella struttura della poliolefina (PVC) per rendere più stabili al calore i contenitori di plastica, con il rischio che vengano assorbiti dagli alimenti in esso contenuti (latte, formaggi ecc.).
Le organotine sono agoniste dei PPAR-gamma e, con ciò, induttori di differenziazione di pre-adipociti in adipociti, obesità, ipogonadismo secondario all’obesità e infertilità.
Fonti Abdel-Halim RE. Obesity: 1000 years ago. Lancet 2005;366(9481):204.
Alavanja MC, Sandler DP, McMaster SB, et al. The Agricultural Health Study. Environ Health Perspect 1996;104(4):362-9.
Hammoud AO, Gibson M, Peterson MC, et al. Impact of male obesity on infertility: a critical review of the current literature. Fertil Steril2008;90:897-904.
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