La premessa è d’obbligo: si tratta di un evento molto raro, ma l’infezione Sars-Cov-2 può trasmettersi dalla madre al feto attraverso la placenta. Lo studio — l’ultimo di una serie che ha avuto come protagonisti ricercatori e studiosi bresciani dell’università statale e del Civile — è stato pubblicato sul numero di settembre della rivista EBioMedicine del gruppo editoriale The Lancet. Un interessante passo in avanti sul piano scientifico, dato che è stata esaminata la proteina spike del virus dalla placenta di 101 donne che hanno partorito tra febbraio e metà maggio al Civile, di cui 15 sicuramente positive al virus e 52 non valutabili.
Ebbene, lo studio fatto dal pool coordinato dal direttore del laboratorio di Anatomia patologica della Statale Fabio Facchetti, si è focalizzato in particolare sulla placenta di una giovane donna ricoverata alla 37esima settimana di gravidanza per la comparsa di febbre e altri sintomi ricollegabili all’infezione da Covid-19. La donna, risultata poi positiva al virus, ha dato alla luce per parto indotto un neonato maschio. Quest’ultimo, a 24 ore dalla nascita è risultato anch’esso positivo, sviluppando polmonite con difficoltà respiratoria. Attraverso varie tecniche di indagine, i ricercatori hanno dimostrato la presenza dell’infezione da coronavirus in diverse componenti della placenta, appartenenti sia alla madre (cellule infiammatorie nel sangue materno), che al feto.
“I risultati del nostro studio dimostrano per la prima volta che la trasmissione verticale dell’infezione Sars-CoV-2 è possibile, seppur rara — spiega Facchetti, nell’intervento riportato dal Corriere della Sera — e che essa si verifica mediante il passaggio del virus da cellule circolanti materne ai villi coriali della placenta”. Una scoperta del tutto inattesa è stato il riscontro di una reazione infiammatoria placentare limitatamente al versante materno, mentre, nonostante l’infezione, la componente fetale ne è stata risparmiata.
Fonte https://www.meteoweek.com/2020/09/02/studio-contagio-gravidanza-covid-cpe/
Ebbene, lo studio fatto dal pool coordinato dal direttore del laboratorio di Anatomia patologica della Statale Fabio Facchetti, si è focalizzato in particolare sulla placenta di una giovane donna ricoverata alla 37esima settimana di gravidanza per la comparsa di febbre e altri sintomi ricollegabili all’infezione da Covid-19. La donna, risultata poi positiva al virus, ha dato alla luce per parto indotto un neonato maschio. Quest’ultimo, a 24 ore dalla nascita è risultato anch’esso positivo, sviluppando polmonite con difficoltà respiratoria. Attraverso varie tecniche di indagine, i ricercatori hanno dimostrato la presenza dell’infezione da coronavirus in diverse componenti della placenta, appartenenti sia alla madre (cellule infiammatorie nel sangue materno), che al feto.
“I risultati del nostro studio dimostrano per la prima volta che la trasmissione verticale dell’infezione Sars-CoV-2 è possibile, seppur rara — spiega Facchetti, nell’intervento riportato dal Corriere della Sera — e che essa si verifica mediante il passaggio del virus da cellule circolanti materne ai villi coriali della placenta”. Una scoperta del tutto inattesa è stato il riscontro di una reazione infiammatoria placentare limitatamente al versante materno, mentre, nonostante l’infezione, la componente fetale ne è stata risparmiata.
Fonte https://www.meteoweek.com/2020/09/02/studio-contagio-gravidanza-covid-cpe/
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