Che impatto hanno inquinanti e pesticidi sulla fertilità maschile? A chiederselo è un centro di riproduzione assistita spagnolo che opera anche in Italia e da tempo ha individuato le sostanze chimiche tossiche come la principale causa dell’infertilità maschile.
Si tratta dell’Institut Marquès che qui da noi ha lanciato il primo studio dal nome insolito – Le sostanze tossiche hanno rotto le palle – sulla fertilità rivolto agli uomini di età superiore ai 18 anni attraverso un’analisi gratuita e anonima dello sperma proprio per capire quanto la contaminazione ambientale incida sull’infertilità maschile.
Un vero e proprio studio prospettico che in Italia è unico nel suo genere.
non sono stati mai realizzati studi prospettici che valutino la qualità dello sperma della popolazione maschile. Il primo studio dello sperma nazionale in Italia consentirà di determinare la qualità dello sperma degli italiani e di stabilire in che misura fattori come le tossine ambientali influiscano sul deterioramento dello sperma
Sotto la lente vanno a finire i soliti composti organici persistenti, i cosiddetti Pop, tra cui le diossine, i furani e i Pcb, con i quali entriamo in contatto sia per inalazione sia attraverso l’alimentazione, e i composti come gli ftalati o i pesticidi, come il glifosato.
Negli ultimi anni è stata registrata una lenta diminuzione della quantità e della qualità dello sperma, in termini di mobilità e morfologia. In 6 coppie su 10 che ricorrono a trattamenti di riproduzione assistita per diventare genitori, i partner maschili hanno alterazioni dello sperma, più o meno gravi.
Per realizzare lo studio l’Institut Marquès promuove le analisi dello sperma in forma gratuita e anonima: tutti gli uomini italiani maggiori di 18 anni potranno conoscere la qualità del proprio seme. L’importanza di un esame del seme è riconducibile non soltanto alla fertilità, dal momento che la qualità dello sperma può essere anche collegata all’insorgere di alcune malattie.
Fonte https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/inquinanti-fertilita-test-seme/
Si tratta dell’Institut Marquès che qui da noi ha lanciato il primo studio dal nome insolito – Le sostanze tossiche hanno rotto le palle – sulla fertilità rivolto agli uomini di età superiore ai 18 anni attraverso un’analisi gratuita e anonima dello sperma proprio per capire quanto la contaminazione ambientale incida sull’infertilità maschile.
Un vero e proprio studio prospettico che in Italia è unico nel suo genere.
non sono stati mai realizzati studi prospettici che valutino la qualità dello sperma della popolazione maschile. Il primo studio dello sperma nazionale in Italia consentirà di determinare la qualità dello sperma degli italiani e di stabilire in che misura fattori come le tossine ambientali influiscano sul deterioramento dello sperma
Sotto la lente vanno a finire i soliti composti organici persistenti, i cosiddetti Pop, tra cui le diossine, i furani e i Pcb, con i quali entriamo in contatto sia per inalazione sia attraverso l’alimentazione, e i composti come gli ftalati o i pesticidi, come il glifosato.
Negli ultimi anni è stata registrata una lenta diminuzione della quantità e della qualità dello sperma, in termini di mobilità e morfologia. In 6 coppie su 10 che ricorrono a trattamenti di riproduzione assistita per diventare genitori, i partner maschili hanno alterazioni dello sperma, più o meno gravi.
Per realizzare lo studio l’Institut Marquès promuove le analisi dello sperma in forma gratuita e anonima: tutti gli uomini italiani maggiori di 18 anni potranno conoscere la qualità del proprio seme. L’importanza di un esame del seme è riconducibile non soltanto alla fertilità, dal momento che la qualità dello sperma può essere anche collegata all’insorgere di alcune malattie.
Fonte https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/inquinanti-fertilita-test-seme/
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