Ascoltare musica in gravidanza è una pratica sempre più diffusa, che apporta ampi benefici per la futura mamma, ma anche per il nascituro.
La musica è utile al momento del parto per il suo effetto “analgesico”: durante l’ascolto, viene stimolata la produzione di endorfine, sostanze naturali del cervello, che sono in grado di attenuare il dolore psicofisico del travaglio.
La musica, inoltre, se scelta con accuratezza può rinforzare i ritmi respiratori: l’ascolto di una melodia gradita induce uno stato generale di rilassamento, che aiuta la donna a spostare l’attenzione su una cosa diversa dal travaglio coordinando al meglio la propria respirazione.
Infine, la musica possiede un forte potere evocativo: visualizzare alla mente della donna immagini piacevoli (ad es. un paesaggio collegato all’acqua come la riva del mare o la superficie del lago) conduce a una migliore tranquillità psicofisica, permettendo di ritrovare equilibrio e concentrazione che limitano il dolore delle contrazioni.
Quale musica scegliere per la madre?
In sala parto, in genere, si preferisce una musica rasserenante, come quella classica (Concerto per clarinetto di Mozart, Lago dei cigni di Cajkovskij, l’Inverno delle Quattro stagioni di Vivaldi) o quella new age, che si ispira ai suoni presenti in natura. Tuttavia, non esistono regole fisse, la scelta dipende dai gusti personali e dallo stato d’animo della donna.
Dopo il 6° mese di gestazione, l’apparato uditivo del nascituro è praticamente giunto a maturazione, quindi, è in ascolto continuo.
La musica è in grado di influenzare sia i movimenti sia il battito cardiaco del nascituro: Brahms e Beethoven lo agitano, mentre Vivaldi e Mozart (specialmente le opere giovanili) lo calmano. La musica rock lo scatena: infatti, i toni bassi del rock “martellano” la base della colonna vertebrale della madre, raggiungendo direttamente e con forza il feto, che reagisce con movimenti violenti.
Tramite i suoni, il nascituro, poi, conosce il mondo e ne ha un ricordo, tanto che, da neonato, preferisce quelli già sentiti in gravidanza. La musica può tornano utile dopo la nascita per calmare e far addormentare il neonato. Inoltre, alcuni studi sembrano confermare come i nascituri esposti alla musica durante la gravidanza imparano più velocemente a parlare e riescono a memorizzare melodie più lunghe rispetto agli altri.
Quale musica scegliere per il nascituro?
In generale, è bene far ascoltare al nascituro musiche armoniose, ad es., quelle orientali, quali lo Zen giapponese o i Raga indiani. Ma anche il repertorio classico: Canto alla stella di Venere dal “Tannhauser” di Wagner, Chiaro di luna di Debussy, Il rosario di Nevin, Le campane di S.Maria di Adams, Canto di primavera di Mendelssohn Bartholdy. Il criterio per la scelta è la reazione del feto: è meglio preferire brani che sembrano calmarlo.
Fonte
Estratto da: C. Paganotti. PARTORIRE A SUON DI MUSICA. aPALAZZOLO, Giornale di opinione, n.33, p.10.
La musica è utile al momento del parto per il suo effetto “analgesico”: durante l’ascolto, viene stimolata la produzione di endorfine, sostanze naturali del cervello, che sono in grado di attenuare il dolore psicofisico del travaglio.
La musica, inoltre, se scelta con accuratezza può rinforzare i ritmi respiratori: l’ascolto di una melodia gradita induce uno stato generale di rilassamento, che aiuta la donna a spostare l’attenzione su una cosa diversa dal travaglio coordinando al meglio la propria respirazione.
Infine, la musica possiede un forte potere evocativo: visualizzare alla mente della donna immagini piacevoli (ad es. un paesaggio collegato all’acqua come la riva del mare o la superficie del lago) conduce a una migliore tranquillità psicofisica, permettendo di ritrovare equilibrio e concentrazione che limitano il dolore delle contrazioni.
Quale musica scegliere per la madre?
In sala parto, in genere, si preferisce una musica rasserenante, come quella classica (Concerto per clarinetto di Mozart, Lago dei cigni di Cajkovskij, l’Inverno delle Quattro stagioni di Vivaldi) o quella new age, che si ispira ai suoni presenti in natura. Tuttavia, non esistono regole fisse, la scelta dipende dai gusti personali e dallo stato d’animo della donna.
Dopo il 6° mese di gestazione, l’apparato uditivo del nascituro è praticamente giunto a maturazione, quindi, è in ascolto continuo.
La musica è in grado di influenzare sia i movimenti sia il battito cardiaco del nascituro: Brahms e Beethoven lo agitano, mentre Vivaldi e Mozart (specialmente le opere giovanili) lo calmano. La musica rock lo scatena: infatti, i toni bassi del rock “martellano” la base della colonna vertebrale della madre, raggiungendo direttamente e con forza il feto, che reagisce con movimenti violenti.
Tramite i suoni, il nascituro, poi, conosce il mondo e ne ha un ricordo, tanto che, da neonato, preferisce quelli già sentiti in gravidanza. La musica può tornano utile dopo la nascita per calmare e far addormentare il neonato. Inoltre, alcuni studi sembrano confermare come i nascituri esposti alla musica durante la gravidanza imparano più velocemente a parlare e riescono a memorizzare melodie più lunghe rispetto agli altri.
Quale musica scegliere per il nascituro?
In generale, è bene far ascoltare al nascituro musiche armoniose, ad es., quelle orientali, quali lo Zen giapponese o i Raga indiani. Ma anche il repertorio classico: Canto alla stella di Venere dal “Tannhauser” di Wagner, Chiaro di luna di Debussy, Il rosario di Nevin, Le campane di S.Maria di Adams, Canto di primavera di Mendelssohn Bartholdy. Il criterio per la scelta è la reazione del feto: è meglio preferire brani che sembrano calmarlo.
Fonte
Estratto da: C. Paganotti. PARTORIRE A SUON DI MUSICA. aPALAZZOLO, Giornale di opinione, n.33, p.10.
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