Uno dei metodi contraccettivi più diffusi a livello globale è quello della contraccezione ormonale ed in particolare dell’assunzione da parte della donna di una pillola che contiene due tipologie di ormoni: l’estrogeno e il progestinico. Questo farmaco agisce in maniera tale da bloccare l’ovulazione impedendo che l’ipofisi eserciti un’azione di stimolo sulle ovaie e, inoltre, determina una modifica nella mucosa dell’utero tale da non consentire l’annidamento dell’ovulo. Questa soluzione anticoncezionale, frutto di uno sviluppo farmacologico ormai quarantennale, oltre ad impedire una possibile gravidanza può essere prescritta anche per far fronte a patologie come l’endometriosi. La pillola, infatti, può consentire una regolarizzazione degli ormoni che causano la presenza di frammenti di endometrio al di fuori della propria sede naturale. La contraccezione orale, quindi, sembra avere una pluralità di aspetti positivi. Tuttavia, nel corso del tempo, da più parti si è avanzata l’ipotesi che l’utilizzo della pillola potesse essere correlata ad una sopravvenuta infertilità. Occorre precisare, però, che non esistono studi organici in questo ambito, così come non è stata comprovata una differenza rilevante in relazione al tasso di fertilità fra donne che hanno utilizzato questo rimedio farmacologico e donne che, invece, non vi hanno mai fatto ricorso durante l’arco della loro vita.
Le caratteristiche della pillola anticoncezionale
Le attuali pillole anticoncezionali in commercio sono frutto di una ricerca farmacologica ultra-quarantennale e in costante aggiornamento. Questi studi portati avanti nel corso dei decenni hanno consentito una valutazione statistica adeguata e completa dell’efficacia di questi farmaci e degli eventuali effetti collaterali degli stessi a breve e lungo termine. Occorre precisare come esistano diverse tipologie di anticoncezionali orali: le distinzioni riguardano sia gli ormoni sintetizzati sia il dosaggio. Il Ministero della Salute ha anche stilato un elenco dei vantaggi e delle controindicazioni della pillola. Fra le peculiarità positive di rilievo spiccano la facilità d’uso e la sicurezza totale. In generale si sconsiglia l’uso della pillola nel caso di malattie dell’apparato cardiocircolatorio, diabete, patologie dei reni e del fegato. Gli studi del Ministero, però, non hanno rilevato alcuna correlazione fra utilizzo della pillola e infertilità.
Le statistiche sull’utilizzo della pillola anticoncezionale
La contraccezione ormonale è uno dei metodi più diffusi a livello globale per il controllo delle nascite. Un recente studio delle Nazioni Unite ha evidenziato che se in paesi come il Portogallo e la Germania l’uso della pillola raggiunge percentuali di assoluto rilievo (rispettivamente 58,9% e 52,6%) in Italia questo rimedio farmacologico viene utilizzato soltanto dal 14% delle donne. Un dato sul quale incide in maniera rilevante la falsa credenza che la contraccezione orale possa in futuro determinare problemi in relazione alla fertilità.
La pillola e l’infertilità: un falso mito da sfatare
Come abbiamo precisato la correlazione fra impiego della pillola anticoncezionale ed infertilità non è stata suffragata da alcuno studio scientifico organico. Anzi, molteplici ricerche hanno dimostrato il contrario: ossia che l’impiego della pillola non comporti problemi per una futura gravidanza in seguito ad una interruzione del trattamento anticoncezionale. Una ricerca pubblicata su Obstet Gynecol condotta su 60.000 donne che avevano fatto utilizzo di questo sistema di contraccezione ha evidenziato che dopo la sospensione del farmaco non era stata evidenziata alcuna problematica di fertilità. In particolare, circa il 20% delle donne ha ottenuto una gravidanza nel primo ciclo successivo all’interruzione e il restante 80% dopo un anno. Una stima che, occorre sottolineare, prescinde dalla tipologia di farmaco utilizzato. Si tratta, da questo punto di vista, di dati paragonabili a pazienti che desiderano concepire e non hanno fatto ricorso a questo rimedio farmacologico come contraccettivo.
Nessun effetto negativo sulla fertilità
Un’altra ricerca pubblicata sulla rivista Contracept Reprod. Med. ha effettuato una revisione sistematica di tutti gli studi, fra il 1985 e il 2017, condotti su questo argomento. Il tasso di gravidanza cumulato accertato in queste ricerche dopo la sospensione della pillola è pari all’83,1% entro i primi dodici mesi dall’interruzione. Allo stesso modo, il tipo di progesterone nella specifica opzione contraccettiva e la durata dell’uso contraccettivo orale non influenzano significativamente il ritorno della fertilità dopo l’interruzione della contraccezione. Questi studi permettono di evidenziate come l’uso del contraccettivo ormonale, indipendentemente dalla sua durata e dal suo tipo, non ha un effetto negativo sulla capacità delle donne di concepire dopo l’interruzione e non ritarda significativamente la fertilità.
Accortezze nell’impiego della pillola ai fini della fertilità
Anche se, come è stato rilevato dai ricercatori, l’utilizzo della pillola non abbia alcuna incidenza sull’infertilità, occorre evidenziare come sia opportuno utilizzare questo anticoncezionale con le necessarie cautele e sempre, esclusivamente, previo screening e prescrizione medica. L’impiego, soprattutto se prolungato, della pillola infatti potrebbe nascondere dei problemi ovulatori. Occorre precisare come uno dei vantaggi dell’assunzione della pillola sia un ciclo mestruale prevedibile, ma d’altro canto se l’anticoncezionale “maschera” un’eventuale irregolarità delle mestruazioni questo potrebbe produrre effetti su un futuro concepimento. Le irregolarità possono includere un ciclo più breve del normale, più lungo o del tutto assente. Per queste ragioni, prima dell’impiego di questo rimedio farmacologico è opportuno rivolgersi ad uno specialista, effettuare un adeguato controllo ginecologico e valutare l’idoneità e l’opportunità dell’utilizzo dell’anticoncezionale ormonale.
Le caratteristiche della pillola anticoncezionale
Le attuali pillole anticoncezionali in commercio sono frutto di una ricerca farmacologica ultra-quarantennale e in costante aggiornamento. Questi studi portati avanti nel corso dei decenni hanno consentito una valutazione statistica adeguata e completa dell’efficacia di questi farmaci e degli eventuali effetti collaterali degli stessi a breve e lungo termine. Occorre precisare come esistano diverse tipologie di anticoncezionali orali: le distinzioni riguardano sia gli ormoni sintetizzati sia il dosaggio. Il Ministero della Salute ha anche stilato un elenco dei vantaggi e delle controindicazioni della pillola. Fra le peculiarità positive di rilievo spiccano la facilità d’uso e la sicurezza totale. In generale si sconsiglia l’uso della pillola nel caso di malattie dell’apparato cardiocircolatorio, diabete, patologie dei reni e del fegato. Gli studi del Ministero, però, non hanno rilevato alcuna correlazione fra utilizzo della pillola e infertilità.
Le statistiche sull’utilizzo della pillola anticoncezionale
La contraccezione ormonale è uno dei metodi più diffusi a livello globale per il controllo delle nascite. Un recente studio delle Nazioni Unite ha evidenziato che se in paesi come il Portogallo e la Germania l’uso della pillola raggiunge percentuali di assoluto rilievo (rispettivamente 58,9% e 52,6%) in Italia questo rimedio farmacologico viene utilizzato soltanto dal 14% delle donne. Un dato sul quale incide in maniera rilevante la falsa credenza che la contraccezione orale possa in futuro determinare problemi in relazione alla fertilità.
La pillola e l’infertilità: un falso mito da sfatare
Come abbiamo precisato la correlazione fra impiego della pillola anticoncezionale ed infertilità non è stata suffragata da alcuno studio scientifico organico. Anzi, molteplici ricerche hanno dimostrato il contrario: ossia che l’impiego della pillola non comporti problemi per una futura gravidanza in seguito ad una interruzione del trattamento anticoncezionale. Una ricerca pubblicata su Obstet Gynecol condotta su 60.000 donne che avevano fatto utilizzo di questo sistema di contraccezione ha evidenziato che dopo la sospensione del farmaco non era stata evidenziata alcuna problematica di fertilità. In particolare, circa il 20% delle donne ha ottenuto una gravidanza nel primo ciclo successivo all’interruzione e il restante 80% dopo un anno. Una stima che, occorre sottolineare, prescinde dalla tipologia di farmaco utilizzato. Si tratta, da questo punto di vista, di dati paragonabili a pazienti che desiderano concepire e non hanno fatto ricorso a questo rimedio farmacologico come contraccettivo.
Nessun effetto negativo sulla fertilità
Un’altra ricerca pubblicata sulla rivista Contracept Reprod. Med. ha effettuato una revisione sistematica di tutti gli studi, fra il 1985 e il 2017, condotti su questo argomento. Il tasso di gravidanza cumulato accertato in queste ricerche dopo la sospensione della pillola è pari all’83,1% entro i primi dodici mesi dall’interruzione. Allo stesso modo, il tipo di progesterone nella specifica opzione contraccettiva e la durata dell’uso contraccettivo orale non influenzano significativamente il ritorno della fertilità dopo l’interruzione della contraccezione. Questi studi permettono di evidenziate come l’uso del contraccettivo ormonale, indipendentemente dalla sua durata e dal suo tipo, non ha un effetto negativo sulla capacità delle donne di concepire dopo l’interruzione e non ritarda significativamente la fertilità.
Accortezze nell’impiego della pillola ai fini della fertilità
Anche se, come è stato rilevato dai ricercatori, l’utilizzo della pillola non abbia alcuna incidenza sull’infertilità, occorre evidenziare come sia opportuno utilizzare questo anticoncezionale con le necessarie cautele e sempre, esclusivamente, previo screening e prescrizione medica. L’impiego, soprattutto se prolungato, della pillola infatti potrebbe nascondere dei problemi ovulatori. Occorre precisare come uno dei vantaggi dell’assunzione della pillola sia un ciclo mestruale prevedibile, ma d’altro canto se l’anticoncezionale “maschera” un’eventuale irregolarità delle mestruazioni questo potrebbe produrre effetti su un futuro concepimento. Le irregolarità possono includere un ciclo più breve del normale, più lungo o del tutto assente. Per queste ragioni, prima dell’impiego di questo rimedio farmacologico è opportuno rivolgersi ad uno specialista, effettuare un adeguato controllo ginecologico e valutare l’idoneità e l’opportunità dell’utilizzo dell’anticoncezionale ormonale.
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