Toxoplasmosi:un falso problema?
Aneddoto accaduto qualche tempo fa. Viene a trovarmi una giovane cliente con il suo gatto per la consueta vaccinazione annuale. Nel corso della visita la ragazza mi annuncia di essere in stato di gravidanza, ma anche di essere un po’ in ansia. Durante il controllo gineologico, infatti, le è stato detto che sarebbe più opportuno non avere più contatti con il suo micio, un bel maschio castrato che le tiene compagnia da dieci anni. Naturalmente il problema è il rischio toxoplasmosi in gravidanza. Mi dice anche che non intende separarsi dal suo amico a quattro zampe, per fortuna, ma di essere comunque in ansia.
In questi casi consiglio sempre di mantenere la calma, anche perché a volte i colleghi medici tendono ad esagerare su questo problema ed in particolare sul ruolo svolto dai gatti in questa patologia.
Innanzitutto è sempre necessario informarsi e approfondire l’argomento, anche per noi del settore. Vediamo, quindi, di fare un po’ di chiarezza.
La Toxoplasmosi è un’infezione causata da un parassita monocellulare, il toxoplasma gondii. Un parassita che si trova in quasi tutte le specie animali – uomo compreso – ed è particolarmente temuto per la sua capacità di causare aborti e malformazioni nel feto. Tradizionalmente e con troppa semplicità, viene chiamato in causa come vettore del contagio, il comune gatto domestico e, per questo molti animali vengono allontanati o addirittura abbandonati dai proprietari nel momento in cui, in casa, sia presente una futura mamma.
Il gatto è di fatto, l’unico animale domestico nelle cui feci sia presente il parassita in uno stadio infettante, ma in realtà la possibilità di contrarre la Toxoplasmosi dai gatti sono piuttosto remote e la maggior parte dei contagi avviene attraverso l’ingestione di carni poco cotte, vegetali lavati impropriamente o per contatto con il terreno in seguito a semplici lavori di giardinaggio.
La Toxoplasmosi rappresentava un tempo una classica malattia professionale dei macellai che potevano tagliarsi con il coltello sporco di sangue infetto.
Un recente studio, pubblicato sull’autorevole rivista New England Journal of Medicine, ha dimostrato come non vi sia relazione statistica fra il possesso di un gatto e la comparsa di infezione da Toxoplasmosi gondii.
Un ulteriore studio comparso su Journal of the American Medical Association ha sfatato un altro mito, dimostrando che perfino in persone immunodepresse, come i malati di AIDS, la malattia non solo è rara, ma ancora una volta non risulta più frequente fra i possessori di gatti.
Il perché di tutto ciò è da ricercare nel fatto che la maggior parte dei gatti non presentano affatto la malattia. I felini contraggono l’infezione in maniera predominante attraverso l’ingestione di prede, quali topi, o attraverso la stretta convivenza con gatti infetti.
La prevenzione per il gatto d’appartamento è estremamente semplice: basta nutrirlo con alimenti pronti in commercio e mai con carne cruda o avanzi di cibo. Inoltre, i soggetti malati espellono le uova infettanti del parassita con le feci, per un periodo molto breve (mai superiore alle 2-3 settimane) e dopo la prima infezione sviluppano un’immunità duratura. Soprattutto va tenuto presente che le uova di toxoplasma presenti nelle feci dei felini non sono di per sé immediatamente infettanti: esse richiedono un periodo di esposizione ai fattori ambientali di almeno 24-48 ore. Per cui una misura semplice come la giornaliera pulizia e disinfezione della lettiera, debella il rischio di infezione.
Per infettarsi, inoltre, è necessario ingerire le uova: che non è propriamente piacevole. Ecco perché è necessario usare precauzioni come i guanti, quando si maneggia la lettiera.
Va anche ricordato che l’uomo, come il gatto, dopo il primo contagio, è in grado di produrre anticorpi che lo proteggeranno per il resto della vita da nuove infezioni 8ad eccezione dei soggetti con sistema immunitario già gravemente compromesso).
In conclusione le donne che al momento della gravidanza, risultano già positive alla Toxoplasmosi, devono sapere che hanno già sviluppato l’immunità nei confronti della malattia e hanno più nulla da temere.
Fonte https://www.nonsolocontro.eu/nsc2/in-piu/mondo-animale/2609-gatti-e-donne-in-gravidanza.html
Aneddoto accaduto qualche tempo fa. Viene a trovarmi una giovane cliente con il suo gatto per la consueta vaccinazione annuale. Nel corso della visita la ragazza mi annuncia di essere in stato di gravidanza, ma anche di essere un po’ in ansia. Durante il controllo gineologico, infatti, le è stato detto che sarebbe più opportuno non avere più contatti con il suo micio, un bel maschio castrato che le tiene compagnia da dieci anni. Naturalmente il problema è il rischio toxoplasmosi in gravidanza. Mi dice anche che non intende separarsi dal suo amico a quattro zampe, per fortuna, ma di essere comunque in ansia.
In questi casi consiglio sempre di mantenere la calma, anche perché a volte i colleghi medici tendono ad esagerare su questo problema ed in particolare sul ruolo svolto dai gatti in questa patologia.
Innanzitutto è sempre necessario informarsi e approfondire l’argomento, anche per noi del settore. Vediamo, quindi, di fare un po’ di chiarezza.
La Toxoplasmosi è un’infezione causata da un parassita monocellulare, il toxoplasma gondii. Un parassita che si trova in quasi tutte le specie animali – uomo compreso – ed è particolarmente temuto per la sua capacità di causare aborti e malformazioni nel feto. Tradizionalmente e con troppa semplicità, viene chiamato in causa come vettore del contagio, il comune gatto domestico e, per questo molti animali vengono allontanati o addirittura abbandonati dai proprietari nel momento in cui, in casa, sia presente una futura mamma.
Il gatto è di fatto, l’unico animale domestico nelle cui feci sia presente il parassita in uno stadio infettante, ma in realtà la possibilità di contrarre la Toxoplasmosi dai gatti sono piuttosto remote e la maggior parte dei contagi avviene attraverso l’ingestione di carni poco cotte, vegetali lavati impropriamente o per contatto con il terreno in seguito a semplici lavori di giardinaggio.
La Toxoplasmosi rappresentava un tempo una classica malattia professionale dei macellai che potevano tagliarsi con il coltello sporco di sangue infetto.
Un recente studio, pubblicato sull’autorevole rivista New England Journal of Medicine, ha dimostrato come non vi sia relazione statistica fra il possesso di un gatto e la comparsa di infezione da Toxoplasmosi gondii.
Un ulteriore studio comparso su Journal of the American Medical Association ha sfatato un altro mito, dimostrando che perfino in persone immunodepresse, come i malati di AIDS, la malattia non solo è rara, ma ancora una volta non risulta più frequente fra i possessori di gatti.
Il perché di tutto ciò è da ricercare nel fatto che la maggior parte dei gatti non presentano affatto la malattia. I felini contraggono l’infezione in maniera predominante attraverso l’ingestione di prede, quali topi, o attraverso la stretta convivenza con gatti infetti.
La prevenzione per il gatto d’appartamento è estremamente semplice: basta nutrirlo con alimenti pronti in commercio e mai con carne cruda o avanzi di cibo. Inoltre, i soggetti malati espellono le uova infettanti del parassita con le feci, per un periodo molto breve (mai superiore alle 2-3 settimane) e dopo la prima infezione sviluppano un’immunità duratura. Soprattutto va tenuto presente che le uova di toxoplasma presenti nelle feci dei felini non sono di per sé immediatamente infettanti: esse richiedono un periodo di esposizione ai fattori ambientali di almeno 24-48 ore. Per cui una misura semplice come la giornaliera pulizia e disinfezione della lettiera, debella il rischio di infezione.
Per infettarsi, inoltre, è necessario ingerire le uova: che non è propriamente piacevole. Ecco perché è necessario usare precauzioni come i guanti, quando si maneggia la lettiera.
Va anche ricordato che l’uomo, come il gatto, dopo il primo contagio, è in grado di produrre anticorpi che lo proteggeranno per il resto della vita da nuove infezioni 8ad eccezione dei soggetti con sistema immunitario già gravemente compromesso).
In conclusione le donne che al momento della gravidanza, risultano già positive alla Toxoplasmosi, devono sapere che hanno già sviluppato l’immunità nei confronti della malattia e hanno più nulla da temere.
Fonte https://www.nonsolocontro.eu/nsc2/in-piu/mondo-animale/2609-gatti-e-donne-in-gravidanza.html
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