Donna, 30 anni e militare dell'esercito britannico, e Jasmine Francis-Smith, 28 e infermiera dentale, sono una coppia affiatata, una di quelle da invidiare e prendere come testimonianza del vissero felici e contenti. Si sono conosciute on line nel 2014 e la prima volta che si sono incontrate non hanno potuto sottrarsi alla volontà di Cupido che aveva già fatto fluttuare nell'aria il suo dardo dorato. Sono andate a convivere nell'Essex, si sono sposate, e poco dopo hanno iniziato ad avvertite il desiderio di suggellare il loro amore ampliando la loro bellissima famiglia (arcobaleno). Così si sono informate sulla fecondazione assistita e in vitro, ma il dubbio che una delle due si sarebbe sentita estranea all'intero processo, le ha fatte desistere. Poi, un giorno, hanno scoperto che alla London Women’s Clinic di Londra si sperimentava la "gravidanza condivisa" e hanno deciso di provarci. Flash forward, due mesi fa è nato Otis, il primo bambino con due madri biologiche.
Come racconta The Telegraph, è stata Jasmine, 30 anni, a dare alla luce Otis, ma anche Donna ha avuto un ruolo attivo nella gestazione. Perché l'ovulo fecondato (da un donatore anonimo) impiantato nell'utero di Jasmine è stato prelevato da Donna, che a sua volta lo ha tenuto nel suo "incubandolo" per 18 ore. Ricapitolando, il trattamento, offerto dalla clinica londinese specializzata, prevede che l’ovulo venga fecondato, grazie al contributo di un donatore, nell’utero di una delle partner, mentre l’altra, successivamente, riceve l’impianto e ospita il feto fino al parto. Una first time storica dalla nascita della fecondazione assistita, che ha permesso di coniare il termine di "gravidanza/maternità condivisa", di cui da qui in avanti sentiremo parlare molto spesso.
"In molte coppie dello stesso sesso che stanno per dare alla luce un figlio c’è una sola persona che fa praticamente tutto, rimane incinta e partorisce. In questo modo invece siamo entrambe coinvolte in modo profondo. Ci ha sicuramente avvicinate emotivamente. Siamo comunque una coppia affiatata ma entrambi abbiamo ora un legame ancora più speciale anche con Otis, che viene proprio dal modo in cui è nato", ha detto Donna intervistata dal The Telegraph, tenendo in braccio il piccolo Otis, il primo bimbo della storia ad aver vissuto in due uteri. “Questa procedura ci ha fatte sentire alla pari in tutto il processo e più vicine. Evita che una delle due abbia più legami con il bambino dell’altra”, ha spiegato invece Jasmine, "ora che il piccola Otis è nato ed è al sicuro e sta bene, ci sentiamo una vera famiglia. Se dovessimo ripetere il processo, non cambieremmo nulla".
“La London Women's Clinic è in prima linea nel trattamento della fertilità dal 1985 ed è per noi un grande piacere segnalare la prima nascita al mondo con maternità condivisa utilizzando la tecnologia innovativa di Anecova per la fecondazione naturale in vivo", fanno sapere dalla clinica, soddisfatti dal risultato ottenuto e dalla portata mediatica (super positiva) del loro operato. Jasmine spera che Otis diventerà un astronauta, Donna vuole solo che capisca che "può diventare ciò che vuole" e consapevole dell'amore infinito delle sue due mamme (50/50).
Fonte https://www.elle.com/it/magazine/storie-di-donne/a30147420/fecondazione-assistita-gravidanza-condivisa/
Come racconta The Telegraph, è stata Jasmine, 30 anni, a dare alla luce Otis, ma anche Donna ha avuto un ruolo attivo nella gestazione. Perché l'ovulo fecondato (da un donatore anonimo) impiantato nell'utero di Jasmine è stato prelevato da Donna, che a sua volta lo ha tenuto nel suo "incubandolo" per 18 ore. Ricapitolando, il trattamento, offerto dalla clinica londinese specializzata, prevede che l’ovulo venga fecondato, grazie al contributo di un donatore, nell’utero di una delle partner, mentre l’altra, successivamente, riceve l’impianto e ospita il feto fino al parto. Una first time storica dalla nascita della fecondazione assistita, che ha permesso di coniare il termine di "gravidanza/maternità condivisa", di cui da qui in avanti sentiremo parlare molto spesso.
"In molte coppie dello stesso sesso che stanno per dare alla luce un figlio c’è una sola persona che fa praticamente tutto, rimane incinta e partorisce. In questo modo invece siamo entrambe coinvolte in modo profondo. Ci ha sicuramente avvicinate emotivamente. Siamo comunque una coppia affiatata ma entrambi abbiamo ora un legame ancora più speciale anche con Otis, che viene proprio dal modo in cui è nato", ha detto Donna intervistata dal The Telegraph, tenendo in braccio il piccolo Otis, il primo bimbo della storia ad aver vissuto in due uteri. “Questa procedura ci ha fatte sentire alla pari in tutto il processo e più vicine. Evita che una delle due abbia più legami con il bambino dell’altra”, ha spiegato invece Jasmine, "ora che il piccola Otis è nato ed è al sicuro e sta bene, ci sentiamo una vera famiglia. Se dovessimo ripetere il processo, non cambieremmo nulla".
“La London Women's Clinic è in prima linea nel trattamento della fertilità dal 1985 ed è per noi un grande piacere segnalare la prima nascita al mondo con maternità condivisa utilizzando la tecnologia innovativa di Anecova per la fecondazione naturale in vivo", fanno sapere dalla clinica, soddisfatti dal risultato ottenuto e dalla portata mediatica (super positiva) del loro operato. Jasmine spera che Otis diventerà un astronauta, Donna vuole solo che capisca che "può diventare ciò che vuole" e consapevole dell'amore infinito delle sue due mamme (50/50).
Fonte https://www.elle.com/it/magazine/storie-di-donne/a30147420/fecondazione-assistita-gravidanza-condivisa/
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