Come ogni mese abbiamo il privilegio, in redazione For Her, di poter sfogliare il numero del mese in arrivo della rivista BenEssere, edita dalla San Paolo. E così siamo in grado di anticipare alle nostre lettrici qualche tema di quelli tra i più interessanti. In questo caso l’interesse va di pari passo con la gravità dell’argomento perché tratta della gravidanza e dei rischi tanto seri quanto ancora troppo sottovalutati relativi all’assunzione di bevande alcoliche da parte della donna.
La professoressa Graziottin risponde ai dubbi di una lettrice e ricorda il suo lungo impegno nel sensibilizzare le donne e la comunità intera sui rischi dell’alcol. No, il vino non fa “buon sangue” ed essendo proprio il sangue il principale fattore dell’ambiente biochimico che la madre condivide con il figlio in formazione è attraverso quello che il feto riceve tutto. Dal nutrimento, alla felicità, allo stress, alle sostanze tossiche.
Che si possano attraversare giorni più mesti e altri più lieti è cosa normale e giusta. Che ad alcune donne possa toccare una gravidanza carica di preoccupazioni particolarmente pressanti anche. Che si possano subire traumi, shock, urti col la vita è un’evenienza possibile e spiacevole. E il bimbo ne risentirà, non possiamo impedirlo ma possiamo continuare a ricercare di mantenere un clima esteriore e anche interiore il più in pace possibile.Possiamo invece e anzi dobbiamo evitare in tutti i modi di introdurre in questo habitat naturale, delicato e prezioso che è la vita intrauterina di nostro figlio, quantità solo apparentemente ridotte di vino, birra, superalcolici. A noi infatti possono sembrare esigue ma per l’organismo delicato e in rapido sviluppo del nostro bambino sono vere e proprie bombe, pronte a deflagrare e a lasciare in lui per sempre danni irreparabili. Le tossine dell’alcol infieriscono infatti soprattutto sulle cellule nervose, sullo sviluppo cerebrale e quindi sulla futura intelligenza e sulle capacità del bambino.
La dose associata a danni gravi da alcol è stimata in venti grammi al giorno (circa due bicchieri di vino), che possono causare la grave sindrome fetale alcolica e le altre sindromi correlate, dette “spettro dei disordini feto- alcolici” (Fasd), presenti in modo conclamato nel 30-40 per cento delle donne che bevano 20 o più grammi di alcol al giorno.
Se l’assunzione tossica avviene nel primo trimestre i rischi di malformazione sono molto elevati: l’alcol infatti è un potente teratogeno:
Il cranio è più piccolo, con un cervello ridotto e miliardi di cellule nervose in meno. Il che significa ritardo mentale certo! Inoltre, la fronte è più bassa, con alterato sviluppo delle ossa nasali e del nervo ottico. Tutto il volto rivela al clinico esperto che la mamma ha bevuto in gravidanza con danni irreparabili per suo figlio. Eppure, secondo i dati
del nostro Istituto superiore di sanità, il 50 per cento delle donne italiane beve in gravidanza, incurante, o inconsapevole, dei gravi danni biologici invalidanti e permanenti (!) che così causa al proprio piccolo.
L’alcol aggredisce la placenta con il suo potenziale tossico e ne riduce sensibilmente e in modo crescente, con l’aumento delle dosi assunte, la capacità di trasmettere nutrimento. Il bimbo sarà quindi più esposto a basso accrescimento e a parto prematuro.
Un altro rischio direttamente associato all’esposizione inerme del bimbo all’alcol è quello di danni emotivi, intellettivi e motori. Come accennavamo più sopra l’alcol colpisce le cellule nervose, distruggendole. Ciò si può tradurre in ritardo cognitivo più o meno grave, in ritardo psicomotorio e difficoltà nella manualità fine associata alla capacità di letto scrittura. Espone inoltre il futuro adolescente e adulto ad un maggiore rischio di dipendenza, fino al vero alcolismo.
I numeri dell’alcol in gravidanza:
3040 per cento delle donne in gravidanza che bevono due bicchieri di vino al giorno sviluppano sindromi legate all’alcol.
20 grammi di alcol al giorno (cioè, due bicchieri) è la dose associata al rischio di sviluppare gravissimi danni al bambino.
50 per cento delle donne italiane beve in gravidanza, incurante, o inconsapevole, dei danni permanenti che causa al bimbo.
Fonte https://it.aleteia.org/2018/06/25/incinta-non-brindare-gravidanza-alcol-rischio/2/
La professoressa Graziottin risponde ai dubbi di una lettrice e ricorda il suo lungo impegno nel sensibilizzare le donne e la comunità intera sui rischi dell’alcol. No, il vino non fa “buon sangue” ed essendo proprio il sangue il principale fattore dell’ambiente biochimico che la madre condivide con il figlio in formazione è attraverso quello che il feto riceve tutto. Dal nutrimento, alla felicità, allo stress, alle sostanze tossiche.
Che si possano attraversare giorni più mesti e altri più lieti è cosa normale e giusta. Che ad alcune donne possa toccare una gravidanza carica di preoccupazioni particolarmente pressanti anche. Che si possano subire traumi, shock, urti col la vita è un’evenienza possibile e spiacevole. E il bimbo ne risentirà, non possiamo impedirlo ma possiamo continuare a ricercare di mantenere un clima esteriore e anche interiore il più in pace possibile.Possiamo invece e anzi dobbiamo evitare in tutti i modi di introdurre in questo habitat naturale, delicato e prezioso che è la vita intrauterina di nostro figlio, quantità solo apparentemente ridotte di vino, birra, superalcolici. A noi infatti possono sembrare esigue ma per l’organismo delicato e in rapido sviluppo del nostro bambino sono vere e proprie bombe, pronte a deflagrare e a lasciare in lui per sempre danni irreparabili. Le tossine dell’alcol infieriscono infatti soprattutto sulle cellule nervose, sullo sviluppo cerebrale e quindi sulla futura intelligenza e sulle capacità del bambino.
La dose associata a danni gravi da alcol è stimata in venti grammi al giorno (circa due bicchieri di vino), che possono causare la grave sindrome fetale alcolica e le altre sindromi correlate, dette “spettro dei disordini feto- alcolici” (Fasd), presenti in modo conclamato nel 30-40 per cento delle donne che bevano 20 o più grammi di alcol al giorno.
Se l’assunzione tossica avviene nel primo trimestre i rischi di malformazione sono molto elevati: l’alcol infatti è un potente teratogeno:
Il cranio è più piccolo, con un cervello ridotto e miliardi di cellule nervose in meno. Il che significa ritardo mentale certo! Inoltre, la fronte è più bassa, con alterato sviluppo delle ossa nasali e del nervo ottico. Tutto il volto rivela al clinico esperto che la mamma ha bevuto in gravidanza con danni irreparabili per suo figlio. Eppure, secondo i dati
del nostro Istituto superiore di sanità, il 50 per cento delle donne italiane beve in gravidanza, incurante, o inconsapevole, dei gravi danni biologici invalidanti e permanenti (!) che così causa al proprio piccolo.
L’alcol aggredisce la placenta con il suo potenziale tossico e ne riduce sensibilmente e in modo crescente, con l’aumento delle dosi assunte, la capacità di trasmettere nutrimento. Il bimbo sarà quindi più esposto a basso accrescimento e a parto prematuro.
Un altro rischio direttamente associato all’esposizione inerme del bimbo all’alcol è quello di danni emotivi, intellettivi e motori. Come accennavamo più sopra l’alcol colpisce le cellule nervose, distruggendole. Ciò si può tradurre in ritardo cognitivo più o meno grave, in ritardo psicomotorio e difficoltà nella manualità fine associata alla capacità di letto scrittura. Espone inoltre il futuro adolescente e adulto ad un maggiore rischio di dipendenza, fino al vero alcolismo.
I numeri dell’alcol in gravidanza:
3040 per cento delle donne in gravidanza che bevono due bicchieri di vino al giorno sviluppano sindromi legate all’alcol.
20 grammi di alcol al giorno (cioè, due bicchieri) è la dose associata al rischio di sviluppare gravissimi danni al bambino.
50 per cento delle donne italiane beve in gravidanza, incurante, o inconsapevole, dei danni permanenti che causa al bimbo.
Fonte https://it.aleteia.org/2018/06/25/incinta-non-brindare-gravidanza-alcol-rischio/2/
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