sabato 23 giugno 2018

Infertilità maschile: attenzione alla carenza di Taurina!

       Il suo nome deriva dal latino “taurus”, e fu così chiamata perché fu isolata, per la prima volta, nella bile di tori; è una sostanza chimica acida, abbondante in molti tessuti di diversi animali, uomo compreso.

      Ora questa ricerca, condotta su topi selezionati, sembra che dimostri che, se questi vengono privati di questa sostanza, hanno un’alta probabilità di essere sterili, cioè i loro spermatozoi sembrano presentare importanti alterazioni soprattutto a livello della coda.

      In particolare il lavoro ha messo in evidenza come i topolini maschi che hanno una carenza di Cisteina Di-Ossigenasi (CDO), che è la proteina conosciuta come capace di produrre la Taurina, hanno una probabilità di essere non capaci di fertilizzare un ovocita dieci volte superiore rispetto ai topolini che non hanno questo problema.

      Sappiamo che gli spermatozoi sono immobili prima di passare dal testicolo all’epididimo, questo è un tubicino microscopico lungo circa sette-otto metri, raggomitolato in due-tre centimetri e posto sopra il testicolo; è in questa struttura anatomica complessa e particolare che lo spermatozoo, che non produce proteine, trova la Cisteina Di-Ossigenasi e la Taurina che viene da loro assorbita ed in questo modo completano la loro maturazione acquistando una morfologica normale e diventando anche mobili.

      Su queste considerazioni, aggiungendo alla dieta dei nostri topolini la taurina i loro gameti ritornavano morfologicamente normali, soprattutto scomparivano le alterazioni viste a carico delle code.

      I ricercatori hanno inoltre dimostrato che la CDO sembra più presente a livello della testa dell’epididimo e che gli spermatozoi dei topi con la carenza di Taurina avevano anche più difficolta a fertilizzare un ovocita in vitro.

      Osservazioni tutte interessanti e che potenzialmente aprono nuovi scenari clinici su questo interessante aminoacido essenziale.


Fonte: https://febs.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/febs.14449

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