I sintomi che precedono l’arrivo della febbre sono i brividi di freddo, il pallore del viso, l’inappetenza, la stanchezza, gli occhi lucidi e una scarsa reattività del bambino agli stimoli esterni.
Generalmente i brividi sono contrazioni muscolari involontarie che rappresentano il meccanismo con cui l’organismo produce calore attraverso il lavoro della muscolatura cutanea.
E’ consigliato, in questa fase, coprire e riscaldare il bambino, almeno finché la febbre non si sarà stabilizzata, dopodiché si provvederà a svestire il piccolo per evitare il surriscaldamento e permettere la dispersione del calore.
Abitualmente la febbre viene “sentita” adagiando la mano sulla fronte, ma tale sistema non è preciso (se la mano è fredda la fronte calda del bambino apparirà rovente).
E’ molto più utile accostare alle tempie del bambino le labbra o la guancia anche se, ovviamente, il sistema migliore è costituito dal termometro, digitale o analogico.
Un altro metodo empirico è toccare le mani del piccolo, generalmente sono sempre fresche ed umide, mentre la percezione di calore potrebbe indurre al sospetto del rialzo termico.
Seppur sia una pratica diffusa, sconsigliamo vivamente la misurazione della temperatura rettale, che arreca disturbo al bambino e non consente una misurazione precisa a causa dei possibili movimenti.
Esistono termometri elettronici molto veloci nell’esecuzione del rilievo termico, che rendono molto più semplice la procedura.
E’ utile sapere che nel rilievo della temperatura auricolare, non sempre il risultato è attendibile se è presente un’infiammazione locale.
I pediatri sovente ricordano che si è in presenza di febbre quando la temperatura auricolare supera i 37,5° e quella ascellare i 37° e che gli antifebbrili vanno somministrati esclusivamente nel caso in cui la febbre superi i 38° ascellari ed i 38,5° auricolari.
La febbre alta fa bruciare, sia nei bambini piccoli che nei grandi, moltissime calorie e può favorire la comparsa di disidratazione.
E’ importante pertanto somministrare acqua, succhi di frutta o spremute per compensare la perdita di liquidi e sali (per i neonati non allattati al seno sono indicati te deteinato o camomilla).
Quando la temperatura supera i 39°, oltre all’antipiretico, possono portare sollievo anche delle spugnature di acqua tiepida al viso e al collo, sottoascellari ed inguinali. Si sconsigliano bagni freddi o utilizzo di ghiaccio che possono dare fastidio al bambino, sottoponendolo a temperature poco adatte al suo stato.
Bisogna inoltre evitare di coprire oltremodo i bambini, per ridurre il rischio di sudorazione eccessiva con conseguente disidratazione.
Ricordiamo a titolo di curiosità l’abitudine popolare in uso in alcuni paesi del Nord Europa, di far indossare al piccolo con la febbre, della calze bagnate di acqua e aceto per favorire la dispersione della temperatura.
Generalmente i brividi sono contrazioni muscolari involontarie che rappresentano il meccanismo con cui l’organismo produce calore attraverso il lavoro della muscolatura cutanea.
E’ consigliato, in questa fase, coprire e riscaldare il bambino, almeno finché la febbre non si sarà stabilizzata, dopodiché si provvederà a svestire il piccolo per evitare il surriscaldamento e permettere la dispersione del calore.
Abitualmente la febbre viene “sentita” adagiando la mano sulla fronte, ma tale sistema non è preciso (se la mano è fredda la fronte calda del bambino apparirà rovente).
E’ molto più utile accostare alle tempie del bambino le labbra o la guancia anche se, ovviamente, il sistema migliore è costituito dal termometro, digitale o analogico.
Un altro metodo empirico è toccare le mani del piccolo, generalmente sono sempre fresche ed umide, mentre la percezione di calore potrebbe indurre al sospetto del rialzo termico.
Seppur sia una pratica diffusa, sconsigliamo vivamente la misurazione della temperatura rettale, che arreca disturbo al bambino e non consente una misurazione precisa a causa dei possibili movimenti.
Esistono termometri elettronici molto veloci nell’esecuzione del rilievo termico, che rendono molto più semplice la procedura.
E’ utile sapere che nel rilievo della temperatura auricolare, non sempre il risultato è attendibile se è presente un’infiammazione locale.
I pediatri sovente ricordano che si è in presenza di febbre quando la temperatura auricolare supera i 37,5° e quella ascellare i 37° e che gli antifebbrili vanno somministrati esclusivamente nel caso in cui la febbre superi i 38° ascellari ed i 38,5° auricolari.
La febbre alta fa bruciare, sia nei bambini piccoli che nei grandi, moltissime calorie e può favorire la comparsa di disidratazione.
E’ importante pertanto somministrare acqua, succhi di frutta o spremute per compensare la perdita di liquidi e sali (per i neonati non allattati al seno sono indicati te deteinato o camomilla).
Quando la temperatura supera i 39°, oltre all’antipiretico, possono portare sollievo anche delle spugnature di acqua tiepida al viso e al collo, sottoascellari ed inguinali. Si sconsigliano bagni freddi o utilizzo di ghiaccio che possono dare fastidio al bambino, sottoponendolo a temperature poco adatte al suo stato.
Bisogna inoltre evitare di coprire oltremodo i bambini, per ridurre il rischio di sudorazione eccessiva con conseguente disidratazione.
Ricordiamo a titolo di curiosità l’abitudine popolare in uso in alcuni paesi del Nord Europa, di far indossare al piccolo con la febbre, della calze bagnate di acqua e aceto per favorire la dispersione della temperatura.
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