Essere sostenuti durante i tentativi di procreazione medicalmente assistita. Sono tante le dinamiche relazionali, psicologiche ed emotive che entrano in gioco quando una coppia cerca di avere un figlio e non ci riesce. A questo scopo, di fronte a casi sempre in aumento, la psicoterapeuta Jessica Stolfi di Gatteo ha organizzato un ciclo di tre incontri gratuiti dal titolo “Quando un figlio non arriva. L’importanza del sostegno psicologico nei caso di infertilità”. L’appuntamento è tra settembre e ottobre alla Casa dei Sammauresi di San Mauro Pascoli (via del Centro 2).
“Sempre più spesso – spiega Stolfi – mi capita, nella pratica clinica, di occuparmi del tema. E sempre più spesso avverto la necessità delle coppie di raggiungere una maggiore consapevolezza rispetto al sogno di un figlio e ai passi che si è disposti a fare per averlo. La fase in cui si viene a sapere che, per vie tradizionali, non se ne possono avere, è senz’altro ostica: le persone devono fare i conti con un limite imposto dalla natura o da condizioni psicologiche e relazionali sfavorevoli. Anche in seguito, quando bisogna gestire lo stress dei tentativi a volte fallimentari di fecondazione, il sostegno psicologico è importantissimo”.
Uno dei lavori più grossi da fare è quello della consapevolezza: “Tutto parte in genere con il desiderio di un bambino. Un desiderio che non sempre è presente in egual misura tra i due partner, che può essere diverso nei tempi e nei modi di uno rispetto a quelli dell’altro, che può non essere stato analizzato nelle sue componenti più intime e delicate. Quasi tutti i disagi che potranno presentarsi dopo, nella vita della coppia o nel bambino, saranno legati a quello che è avvenuto durante la formazione della coppia di genitori. Ecco perché è importante considerare aspetti connessi al desiderio di genitorialità e ai suoi significati interni”.
Stolfi è anche convinta che oggi ci sia molto fretta di fare tutto, anche di diventare mamme e papà: “A molte donne, che nel giro di pochi mesi non rimangono incinte, viene messa pressione affinché facciano accertamenti. Questo non fa che aumentare l’ansia ed il senso di inadeguatezza. Trovo inoltre poco giusto che, finché una coppia non entra in un centro di PMA, il supporto psicologico non venga previsto. Anche nei centri, dopo un colloquio di screening iniziale, lo psicologo è a richiesta, a discrezione della coppia. Credo che sarebbe bene, invece, prevederlo in modo più strutturato in tutto il percorso”.
Durante gli incontri nessuno sarà obbligato a portare il proprio caso personale: “Parlerò principalmente io, l’accesso è libero e senza pre-iscrizioni. La genitorialità, sia essa mancata o realizzata, alla fine riguarda tutti. Spero, insomma, che ci sia partecipazione e che gli incontri servano a dare informazioni utili, che facciano riflettere”.
Fonte http://www.emiliaromagnamamma.it/2017/08/un-figlio-non-arriva-sostegno-psicologico-alle-coppie-infertili/
“Sempre più spesso – spiega Stolfi – mi capita, nella pratica clinica, di occuparmi del tema. E sempre più spesso avverto la necessità delle coppie di raggiungere una maggiore consapevolezza rispetto al sogno di un figlio e ai passi che si è disposti a fare per averlo. La fase in cui si viene a sapere che, per vie tradizionali, non se ne possono avere, è senz’altro ostica: le persone devono fare i conti con un limite imposto dalla natura o da condizioni psicologiche e relazionali sfavorevoli. Anche in seguito, quando bisogna gestire lo stress dei tentativi a volte fallimentari di fecondazione, il sostegno psicologico è importantissimo”.
Uno dei lavori più grossi da fare è quello della consapevolezza: “Tutto parte in genere con il desiderio di un bambino. Un desiderio che non sempre è presente in egual misura tra i due partner, che può essere diverso nei tempi e nei modi di uno rispetto a quelli dell’altro, che può non essere stato analizzato nelle sue componenti più intime e delicate. Quasi tutti i disagi che potranno presentarsi dopo, nella vita della coppia o nel bambino, saranno legati a quello che è avvenuto durante la formazione della coppia di genitori. Ecco perché è importante considerare aspetti connessi al desiderio di genitorialità e ai suoi significati interni”.
Stolfi è anche convinta che oggi ci sia molto fretta di fare tutto, anche di diventare mamme e papà: “A molte donne, che nel giro di pochi mesi non rimangono incinte, viene messa pressione affinché facciano accertamenti. Questo non fa che aumentare l’ansia ed il senso di inadeguatezza. Trovo inoltre poco giusto che, finché una coppia non entra in un centro di PMA, il supporto psicologico non venga previsto. Anche nei centri, dopo un colloquio di screening iniziale, lo psicologo è a richiesta, a discrezione della coppia. Credo che sarebbe bene, invece, prevederlo in modo più strutturato in tutto il percorso”.
Durante gli incontri nessuno sarà obbligato a portare il proprio caso personale: “Parlerò principalmente io, l’accesso è libero e senza pre-iscrizioni. La genitorialità, sia essa mancata o realizzata, alla fine riguarda tutti. Spero, insomma, che ci sia partecipazione e che gli incontri servano a dare informazioni utili, che facciano riflettere”.
Fonte http://www.emiliaromagnamamma.it/2017/08/un-figlio-non-arriva-sostegno-psicologico-alle-coppie-infertili/
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