Pubblichiamo di seguito il quesito di un lettore sulle indicazioni in etichetta per donne in gravidanza presente su alcuni alcolici .
Nelle bevande alcoliche spesso si trova il logo barrato della donna gravida che beve. Questo logo è in qualche modo normato o obbligatorio? Per rispondere a questa
Risponde Roberto Pinton, esperto di normativa in ambito agroalimentare, in particolare nell’ambito dell’etichettatura.
È obbligatorio in Francia fin dal 2007. In Irlanda il Public Health Alcohol Bill impone dettagli testuali sui rischi del consumo di alcolici sia in generale che per le donne in gravidanza, con un link al sito dell’Health Service Executive con informazioni sull’alcol, relativi rischi e una serie di pubblicazioni. In Germania l’avvertenza sulla salute è obbligatoria solo per alcolici dolci tipo alcopop o spirit cooler; nel Regno Unito è facoltativa e usata da qualche catena.
In Usa, invece, tocca proprio mettere i “Government warnings”, obbligo anche in Canada (limitatamente a Yukon e Northwest Territories, la bellezza di essere uno Stato federale) e in una quindicina di altri mercati minori come Israele, Sud America ed Estremo Oriente.
Chi esporta in Francia (o conta di farlo, prima o poi) inserisce necessariamente il pittogramma in etichetta; se ha un’unica etichetta troveremo il pittogramma anche negli altri mercati (legittimamente, o almeno non mi risultano divieti).
Roberto Pinton
In Italia, e in molti altri Paesi, non è obbligatorio porre in etichetta indicazioni, scritte o in forma di pittogramma, sui rischi del consumo di alcol in gravidanza. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Plos One da un ricercatore dell’Università di Portsmouth, in Inghilterra, i loghi sono la forma più efficace per informare le consumatrici dei rischi associati al consumo di alcol durante la gestazione.
Fonte immagini: France 3, CanFASD
Nelle bevande alcoliche spesso si trova il logo barrato della donna gravida che beve. Questo logo è in qualche modo normato o obbligatorio? Per rispondere a questa
Risponde Roberto Pinton, esperto di normativa in ambito agroalimentare, in particolare nell’ambito dell’etichettatura.
È obbligatorio in Francia fin dal 2007. In Irlanda il Public Health Alcohol Bill impone dettagli testuali sui rischi del consumo di alcolici sia in generale che per le donne in gravidanza, con un link al sito dell’Health Service Executive con informazioni sull’alcol, relativi rischi e una serie di pubblicazioni. In Germania l’avvertenza sulla salute è obbligatoria solo per alcolici dolci tipo alcopop o spirit cooler; nel Regno Unito è facoltativa e usata da qualche catena.
In Usa, invece, tocca proprio mettere i “Government warnings”, obbligo anche in Canada (limitatamente a Yukon e Northwest Territories, la bellezza di essere uno Stato federale) e in una quindicina di altri mercati minori come Israele, Sud America ed Estremo Oriente.
Chi esporta in Francia (o conta di farlo, prima o poi) inserisce necessariamente il pittogramma in etichetta; se ha un’unica etichetta troveremo il pittogramma anche negli altri mercati (legittimamente, o almeno non mi risultano divieti).
Roberto Pinton
In Italia, e in molti altri Paesi, non è obbligatorio porre in etichetta indicazioni, scritte o in forma di pittogramma, sui rischi del consumo di alcol in gravidanza. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Plos One da un ricercatore dell’Università di Portsmouth, in Inghilterra, i loghi sono la forma più efficace per informare le consumatrici dei rischi associati al consumo di alcol durante la gestazione.
Fonte immagini: France 3, CanFASD
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