Esistono anche delle condizioni particolari che contribuiscono ad incrementarne la richiesta fisiologica di acido folico, aldilà della gravidanza. Per esempio:
Celiachia
Le carenze sono più comuni si trovano nelle persone anziane e interessano circa 1 persona su 10 di età superiore ai 75 anni e 1 su 20 di età compresa tra 65 e 74 anni. Molti casi di carenze vitaminiche possono essere facilmente eliminati migliorando la propria alimentazione quotidiana e introducendo alimenti ricchi in vitamina B12 e folati.
Se le donne in età fertile presentano uno de fattori di rischio descritti quindi, è necessario che assumano con particolare attenzione la vitamina nel periodo pre concezionale e parlino con il proprio medico di fiducia al fine di poter controllare e ridurre efficacemente questi fattori di rischio. Le donne che rientrano in gruppi ad alto rischio (quelle che presentano una certa familiarità con malattie del tubo neurale, o che hanno avuto una precedente gravidanza con un Dtn, o che sono affette da diabete mellito, obesità o epilessia) dovrebbero essere monitorate con particolare cura dagli operatori sanitari in quanto potrebbero necessitare di quantità maggiori di acido folico rispetto a quelle raccomandate. È da rilevare che per lo svolgimento dell’azione dei folati nei processi di regolazione della sintesi del Dna e proliferazione cellulare è essenziale anche un adeguato apporto di vitamina B12 (nota anche come cobalamina). Questa vitamina si trova quasi esclusivamente negli alimenti di origine animale (pesce, uova, latticini, carne). Nuovi regimi dietetici che si vanno diffondendo nella nostra popolazione (per esempio il veganismo) potrebbero determinare stati carenziali potenzialmente a rischio per la salute del nascituro.
Fonte https://www.chedonna.it/2019/07/19/acido-folico-folati/
- Fumo di sigaretta (da evitare assolutamente in gravidanza)
- Alcool etilico (da evitare assolutamente in gravidanza)
- Alcuni medicinali: tra questi la pillola anticoncezionale, la cui sospensione d’uso per la ricerca di una gravidanza può esporre la donna a una carenza proprio nel periodo più delicato.
- Certe condizioni patologiche (patologie intestinali da male assorbimento ecc.) o anomalie genetiche (alterazioni metaboliche ecc.).
Celiachia
Le carenze sono più comuni si trovano nelle persone anziane e interessano circa 1 persona su 10 di età superiore ai 75 anni e 1 su 20 di età compresa tra 65 e 74 anni. Molti casi di carenze vitaminiche possono essere facilmente eliminati migliorando la propria alimentazione quotidiana e introducendo alimenti ricchi in vitamina B12 e folati.
Se le donne in età fertile presentano uno de fattori di rischio descritti quindi, è necessario che assumano con particolare attenzione la vitamina nel periodo pre concezionale e parlino con il proprio medico di fiducia al fine di poter controllare e ridurre efficacemente questi fattori di rischio. Le donne che rientrano in gruppi ad alto rischio (quelle che presentano una certa familiarità con malattie del tubo neurale, o che hanno avuto una precedente gravidanza con un Dtn, o che sono affette da diabete mellito, obesità o epilessia) dovrebbero essere monitorate con particolare cura dagli operatori sanitari in quanto potrebbero necessitare di quantità maggiori di acido folico rispetto a quelle raccomandate. È da rilevare che per lo svolgimento dell’azione dei folati nei processi di regolazione della sintesi del Dna e proliferazione cellulare è essenziale anche un adeguato apporto di vitamina B12 (nota anche come cobalamina). Questa vitamina si trova quasi esclusivamente negli alimenti di origine animale (pesce, uova, latticini, carne). Nuovi regimi dietetici che si vanno diffondendo nella nostra popolazione (per esempio il veganismo) potrebbero determinare stati carenziali potenzialmente a rischio per la salute del nascituro.
Fonte https://www.chedonna.it/2019/07/19/acido-folico-folati/
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