domenica 1 maggio 2016

«Noi, che prima di farcela ci sentiamo mamme "difettate"»

      Una coppia su quattro-cinque soffre o di infertilità o di sterilità, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un problema in aumento, tanto da risultare una vera e propria malattia sociale.«Noi, che prima di farcela ci sentiamo mamme "difettate"»
      Lo conosce bene Eleonora Mazzoni: proprio questa settimana, il 5 maggio, esce - per l'editore Biglia Blu - il suo libro In becco alla cicogna!, una specie di «manuale pratico» su infertilità e procreazione assistita. Lo ha scritto dopo aver studiato tanto, prendendo spunto dalle lettere che ha ricevuto dopo l’uscita, nel 2012, de Le difettose in cui aveva raccontato le vicende di Carla Petri, il suo «alter ego».      Una donna che a trentanove anni e due mesi aveva quasi tutto ma non riusciva a fare un figlio. «Sono stata per anni “una donna che desiderava un figlio”, nel senso che lo desideravo, continuavo a desiderarlo e basta: il figlio cresceva solo nella mia testa e nel mio cuore, non nella pancia», spiega.      «Alla domanda: “Quante possibilità di procreare hanno un ragazzo e una ragazza ventenni, dunque sani e nel pieno della loro fecondità, facendo l’amore tutti i giorni per un mese?”, la maggioranza delle persone sarebbe tentata di rispondere “il 90%”, giusto perché il cento per cento, si sa, non esiste. E invece no. C’è solo il venti per cento delle probabilità. Ogni mese il venti», scrive Eleonora.      Anche lei, proprio come Carla, ha affrontato l’infinitopercorso a ostacoli fatto di fecondazioni artificiali fallite e aborti naturali.      «Avevo vissuto tutte le immaginazioni di una donna che “aspetta di aspettare”, le speranze, le frustrazioni, i lutti, il gergo dei forum e il senso di solidarietà che vi si respira, la solitudine e l’incomprensione dei “non difettosi”, i pregiudizi, e ogni sfumatura, dico ogni, del volere un figlio. Comprese ambivalenze e ossessioni», spiega.      Negli anni a contatto con la procreazione assistita, si è informata, ha letto tanto, studiato. Un modo per inquadrare «le mie riflessioni esistenzial-personali in uno spazio più strutturato, in grado di accogliere il supporto della storia, della sociologia, della giurisprudenza».
In becco alla cicogna! è il risultato di quel percorso medico e insieme emotivo, ed è stato scritto per chi lo sta per compiere e per chi finora non ha voluto saperne. E’ «un percorso che però può ancora confondere, provocando dubbi, domande, timori. E solitudine. Questo libro è stato pensato come una compagnia e una guida, per sentirsi un po’ meno smarriti. E meno soli».      Oggi Eleonora è mamma: proprio grazie alla procreazione assistita ha avuto due gemelli, che oggi hanno quasi cinque anni. «Sbaglia chi dice che la fecondazione rappresenta il sogno prometeico dell’uomo che prende il posto di Dio. L’uomo manipola e trasforma quello che già esiste. Crea nuove forme, ma non crea la vita. Quella già c’è. E non è mai artificiale. È vita e basta. Ricca di un mistero che nessuna tecnologia estinguerà. Perché la scienza non desacralizza. Né banalizza. Anzi. Può solo aumentare lo stupore».      C’è anche un messaggio per quelle donne per cui il percorso non si è concluso altrettanto bene. «La medicina ha spostato i limiti in avanti, non li ha eliminati. Il concepimento e la nascita non seguono solo statistiche, probabilità. Sono liberi, densi di possibilità e imprevedibili. Perché un embrione attecchisce e uno no? Perché a lei sì e a te no? La realizzazione dei nostri desideri non è regolata esclusivamente dalla volontà umana. C’è una parte insondabile e incostante che non si riesce a imbrigliare: i latini la chiamavano fortuna».
Fonte http://www.vanityfair.it/news/storie/16/05/02/eleonora-mazzoni-libro-pma-procreazione-assistita

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