Per essere certi che si sta parlando di gravidanza oltre il termine è necessario che vi sia una datazione corretta dell’epoca gestazionale, che andrebbe eseguita alla prima visita in gravidanza o comunque il più precocemente possibile, programmando la prima ecografia entro la 14 settimana. Infatti, se eseguita nel primo trimestre, la datazione per via ecografica ha una scarsa percentuale di errore; percentuale che cresce però con il passare delle settimane.
Ma cosa succede se si superano le 42 settimane di gravidanza?
La placenta continua a funzionare e il feto cresce all’interno dell’utero materno; in questo caso è possibile che vi sia una macrosomia fetale (peso fetale > 4500 g), una sproporzione feto-pelvica (cioè il feto, troppo grande, non riesce ad oltrepassare il bacino materno), un rischio aumentato di travaglio distocico.
Vi sono casi in cui la placenta lavora con più difficoltà, e pertanto si riduce progressivamente la capacità di trasporto di ossigeno e nutrienti al feto, con conseguente sofferenza fetale, calo di peso e consumo di riserve energetiche utili in travaglio.
Con il progredire delle settimane, il liquido amniotico tende a ridursi e vi è un rischio aumentato di compressione del cordone ombelicale.
Per la mamma i rischi principali riguardano l’affrontare il parto di un neonato di grosso peso, perchè si ha una aumentata incidenza di travagli difficoltosi, lesioni perineali, emorragia post-partum, parto operativo.
La condotta clinica ha l’obiettivo di ridurre l’incidenza di mortalità e morbilità perinatale e ridurre i rischi per la madre. La scelta di effettuare una condotta attiva o di attesa implica un bilancio tra i rischi e i benefici di entrambe le modalità assistenziali.
La condotta di attesa prevede:
- il conteggio dei movimenti fetali da parte della madre,
- il controllo del battito cardiaco fetale tramite NST (Non Stress Test)
- la misurazione della quantità di liquido amniotico con ecografia AFI – Amniotic Fluid Index
Tali controlli devono essere effettuati due volte a settimana a partire dalla 41 settimana di gravidanza.
La condotta attiva prevede invece l’induzione del parto tramite:
- Amnioressi (rottura artificiale delle membrane)
- Catetere di Foley (metodo meccanico che simula la pressione della testa fetale a livello della cervice uterina e stimola il rilascio di prostaglandine endogene)
- Prostaglandine (in gel o fettuccia)
- Ossitocina sintetica
La scelta del metodo di induzione dipenderà dal reperto ostetrico al momento dell’esplorazione vaginale, dal motivo dell’induzione del travaglio e dal desiderio della donna previo adeguato colloquio informativo.
Fonte http://www.mammole.it/gravidanza-oltre-il-termine/
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