mercoledì 4 maggio 2016

Distacco di placenta: che cos'è, cosa comporta, come si interviene

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Che cos'è il distacco di placenta
       Si tratta di una complicazione della gravidanza, in cui la placenta - l'organo che permette il trasferimento di ossigeno e sostanze nutritive dalla mamma al feto - si stacca in tutto o in parte dall'utero prima della nascita del bambino.

       "Ovviamente, dopo la nascita la placenta deve staccarsi. Anzi, questo distacco è una fase fondamentale del parto stesso" spiega Todros. "Il problema nasce quando il distacco si verifica prima del parto, perché si riduce o si arresta del tutto il rifornimento di ossigeno al bambino".

       Una precisazione: stiamo parlando dei distacchi che possono intervenire dopo le 20settimane di gravidanza, per i quali non c'è possibilità di recupero. "Altro discorso sono i piccoli distacchi del trofoblasto, il precursore della placenta, che si possono verificare fino a 14-15 settimane di gravidanza, si manifestano con perdite e sanguinamenti e sono spesso senza conseguenze" precisa Todros.  

Quanto è frequente
 
       "Distacchi di placenta significativi si verificano in circa l'1% delle gravidanze" afferma la ginecologa. Le forme più gravi, che possono portare alla morte del feto, sono molto più rare, e interessano un parto ogni 800-1600.

Che cosa comporta il distacco di placenta per il bimbo...       "Se il distacco è minimo, non ci sono praticamente conseguenze. Se invece riguarda una porzione più estesa di placenta, al bambino non arrivano più sostanze nutritive e ossigenoa sufficienza" spiega Todros. Questo può portare a restrizioni anche importanti della crescita e, purtroppo, anche a morte in utero, specie se il distacco è massiccio e improvviso. Poiché l'unica possibilità di intervento è il parto, il distacco di placenta può comportare parto prematuro.

... e per la mamma       Se il distacco si accompagna a perdite di sangue importanti, per la mamma può essere necessaria una trasfusione di sangue. Inoltre, ma sono casi rari, potrebbe verificarsi un'insufficienza renale o di altri organi. "In alcuni casi il sanguinamento risulta inarrestabile anche dopo il parto: bisogna allora procedere con l'asportazione dell'utero, l'isterectomia" precisa Todros.

       Per le mamme ci potrebbero essere anche conseguenze a lungo termine: uno studio pubblicato nel 2014 da un gruppo di ricercatori israeliani ha concluso che le donne con una storia di distacco di placenta hanno un rischio un pochino più alto del normale di mortalità per malattie cardiovascolari - per esempio l'infarto - nei dieci anni successivi l'evento. Si tratta tuttavia di dati da confermare, perché siamo nell'ambito di un nuovo settore di ricerca.

I sintomi del distacco di placenta       I sintomi principali sono tre: il sanguinamento vaginale - che però non è sempre presente - l'indurimento dell'utero, che si contrae in modo forte e persistente e il dolore addominaleche accompagna questa contrazione e che può estendersi alla schiena. "Le perdite possono anche non esserci se il distacco riguarda la parte centrale della placenta" spiega Todros. "In questo caso, infatti, il sangue si infiltra nell'utero anziché trovare una strada verso l'esterno".

La gravità della situazione, dunque, non dipende dall'entità delle perdite.
"Un altro possibile segnale è la riduzione dei movimenti del feto" sottolinea la ginecologa. "Se la mamma ha la percezione che il feto si muova meno del solito dovrebbe consultare il proprio medico o recarsi al pronto soccorso ostetrico per vedere come stanno le cose". Può darsi che non sia  nulla, o che siano in gioco altre cause meno gravi, ma è sempre meglio controllare.

Quando andare al pronto soccorso
In caso di perdite di sangue o sanguinamenti improvvisi, forti contrazioni che non accennano a diminuire, dolore addominale e riduzione dei movimenti fetali è bene recarsi al pronto soccorso per un controllo della situazione. Idem in caso di caduta o incidente d'auto, che potrebbero essere causa di distacco di placenta. A proposito: in auto, ricordarsi sempre di tenere allacciate le cinture di sicurezza.
 
Come si fa la diagnosi di distacco di placenta
Gli "strumenti diagnostici" sono soprattutto l'analisi clinica e l'ecografia. "Se il distacco è massiccio l'ecografia è generalmente in grado di identificarlo. Se è piccolo, invece, potrebbe non vederlo e in questo caso la diagnosi è soprattutto clinica" afferma Todros.

Come si interviene
Se la situazione non è grave - il distacco è minimo e il feto non mostra segni di sofferenza - in genere si resta a vedere che cosa succede. In un primo momento, la donna può essere ricoverata per essere sottoposta a frequenti monitoraggi. Possono essere somministrati farmaci corticosteroidi che promuovono la maturazione dei polmoni fetali, nel caso in cui si renda necessario un parto d'emergenza.

Se invece la situazione è critica, con un distacco massiccio e feto che mostra segni di sofferenza - l'unica possibilità è correre in sala operatoria per un parto cesareo d'emergenza.

Quali sono le cause e i fattori di rischio del distacco di placenta
Spesso le cause precise di un distacco di placenta rimangono sconosciute. Tra le cause più chiare ci sono però traumi addominali, derivanti per esempio da cadute o incidenti in auto. Altri elementi che rappresentano fattori di rischio significativi sono:

  • ipertensione materna;
  • gravidanza gemellare, che porta a una distensione eccessiva dell'utero. Per la stessa ragione, anche la presenza di quantità molto elevate di liquido amniotico è un fattore di rischio;
  • consumo di cocaina e altre sostanze d'abuso,
  • abitudine al fumo;
  • il fatto di aver avuto un distacco di placenta in gravidanze precedenti;
  • infezioni uterine;
  • età materna superiore ai 35/40 anni.
Si può prevenire il distacco di placenta?
In realtà non si può fare molto per la prevenzione diretta di questo evento. Si può però cercare di ridurre il rischio che si verifichi, evitando fattori come droghe o fumo. "Inoltre, è chiaro che se ci sono condizioni predisponenti, come gravidanze gemellari o ipertensione, queste vanno seguite in modo molto attento, con controlli frequenti e mirati" sottolinea Todros.

Fonte http://www.nostrofiglio.it/gravidanza/settimane-29-40/distacco-di-placenta-che-cos-e-cosa-comporta-come-si-interviene

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