
Infatti, l’esame del Dna sull’embrione, prima che avvenga l’impianto in utero, è uno degli aspetti che sono stati oggetto di modifiche e di riflessioni in tema di procreazione medicalmente assistita: ma chi può fare riferimento a questo esame, e perché esso dovrebbe essere richiesto ed ottenuto dalla coppia?

Inoltre, è chiaro che se gli embrioni con anomalie non vengono trasferiti, si evita anche una gravidanza gemellare, che potrebbe essere ancora più problematica. Sostanzialmente, quindi, la diagnosi preimpianto serve da un lato ad evitare mancati attecchimenti degli embrioni deboli, e dall’altro lato di ridurre il ricorso all’aborto terapeutico. Al giorno d’oggi, quindi, si può quindi procedere a questa diagnosi, e i numeri parlano chiaro: nel 2016, erano già 35 i centri per la PMA in grado di garantire questa procedura e di offrire alle coppie un servizio completo e sicuro
Fonte https://www.fecondazioneeterologaitalia.it/diagnosi-preimpianto-fondamentale-cosa-e-cambiato/
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