Il paracetamolo è forse il farmaco analgesico (cioè antidolorifico) e antiepiretico (ovvero per abbassare la febbre) più utilizzato. Probabilmente è anche quello considerato più sicuro, tanto che viene consigliato anche ai bambini, agli anziani e alle donne in gravidanza. Ma proprio su quest'ultimo punto, un nuovo studio avrebbe individuato una potenziale problematica, per la verità ancora tutta da verificare. Sembra infatti che questo principio attivo, se assunto quando sei incinta, possa provocare o aumentare il rischio di problemi comportamentali nel bambino, soprattutto in caso sia un maschio.
Un'affermazione piuttosto importante, che però si avvale non solo dell'analisi di questa ipotesi su 14mila bambini, ma anche di ricerche precedenti che avevano già messo in dubbio la totale sicurezza del medicinale. Già una ricerca del 2005 dimostrava infatti come aumentassero le probabilità per il bambino di soffrire di asma e disturbi legati a livelli eccessivi di immunoglobuline E, quelle per intenderci legate a diverse reazioni allergiche, se la madre aveva assunto paracetamolo durante i nove mesi in cui lo portava in grembo. Entrambi gli studi sono stati effettuati da ricercatori dell'Università di Bristol.
Nell'ultimo caso i minori sono stati monitorati dai primi sei mesi di vita fino al raggiungimento dell'età dell'adolescenza. Contemporaneamente, si è naturalmente chiesto alle rispettive madri di quali medicinali avessero fatto uso mentre erano incinte e per quali ragioni. Dopo diversi test cognitivi e comportamentali ai quali sono stati sottoposti i bambini, si è notato come ci fosse un legame tra il paracetamolo in gravidanza e le maggiori probabilità di sviluppare iperattività o deficit dell'attenzione per il nuovo nato. Sembra però anche che questa associazione si esaurisca una volta che i pazienti avevano finito il ciclo delle scuole elementari.
Gli stessi autori dello studio, però, invitano alla cautela: "È importante che i nostri risultati siano verificati in futuri studi – ha sottolineato Jean Golding, l'epidemiologa che ha condotto la ricerca – noi non abbiamo potuto stabilire l'esistenza di un legame di causa ed effetto tra paracetamolo e problemi comportamentali, piuttosto solo una associazione tra i due. Potrebbe anche essere utile valutare a lungo termine se i bambini più grandi, e poi in seguito gli adulti, figli di donne che hanno assunto paracetamolo in gravidanza, siano al riparo da problemi di comportamento".
Fonte| "Associations between paracetamol (acetaminophen) intake between 18 and 32 weeks gestation and neurocognitive outcomes in the child: A longitudinal cohort study" pubblicato su Paediatric and Perinatal Epidemiology il 15 settembre 2019
Un'affermazione piuttosto importante, che però si avvale non solo dell'analisi di questa ipotesi su 14mila bambini, ma anche di ricerche precedenti che avevano già messo in dubbio la totale sicurezza del medicinale. Già una ricerca del 2005 dimostrava infatti come aumentassero le probabilità per il bambino di soffrire di asma e disturbi legati a livelli eccessivi di immunoglobuline E, quelle per intenderci legate a diverse reazioni allergiche, se la madre aveva assunto paracetamolo durante i nove mesi in cui lo portava in grembo. Entrambi gli studi sono stati effettuati da ricercatori dell'Università di Bristol.
Nell'ultimo caso i minori sono stati monitorati dai primi sei mesi di vita fino al raggiungimento dell'età dell'adolescenza. Contemporaneamente, si è naturalmente chiesto alle rispettive madri di quali medicinali avessero fatto uso mentre erano incinte e per quali ragioni. Dopo diversi test cognitivi e comportamentali ai quali sono stati sottoposti i bambini, si è notato come ci fosse un legame tra il paracetamolo in gravidanza e le maggiori probabilità di sviluppare iperattività o deficit dell'attenzione per il nuovo nato. Sembra però anche che questa associazione si esaurisca una volta che i pazienti avevano finito il ciclo delle scuole elementari.
Gli stessi autori dello studio, però, invitano alla cautela: "È importante che i nostri risultati siano verificati in futuri studi – ha sottolineato Jean Golding, l'epidemiologa che ha condotto la ricerca – noi non abbiamo potuto stabilire l'esistenza di un legame di causa ed effetto tra paracetamolo e problemi comportamentali, piuttosto solo una associazione tra i due. Potrebbe anche essere utile valutare a lungo termine se i bambini più grandi, e poi in seguito gli adulti, figli di donne che hanno assunto paracetamolo in gravidanza, siano al riparo da problemi di comportamento".
Fonte| "Associations between paracetamol (acetaminophen) intake between 18 and 32 weeks gestation and neurocognitive outcomes in the child: A longitudinal cohort study" pubblicato su Paediatric and Perinatal Epidemiology il 15 settembre 2019
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