Grazie ad una app è possibile individuare i segnali di infertilità maschile effettuando un primo screening diagnostico semplice e totalmente riservato.
In commercio ci sono già diversi modelli di questo tipo, a partire dall’app YO, sviluppata dall’azienda israeliana Medical Electronic System (MES) di Cesarea. Questo tipo di test comprende l’utilizzo dello smartphone e di un kit per le analisi e richiede meno di 30 minuti. Nei risultati finali è incluso un video che mostra in tempo reale la motilità degli spermatozoi e il relativo livello di fertilità, da inviare a un medico per ulteriori analisi.
L’app è stata lanciata dopo quattro anni di sviluppo in Israele e diverse prove cliniche che hanno permesso di ottenere l’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) e il marchio di conformità CE. Oltre all’acquisto dell’app viene recapitato a casa un kit con contenitori di raccolta monouso, vetrini, una polvere da aggiungere al campione, delle pipette in plastica per effettuare il test e un dispositivo clip on per iPhone e Android. Collegando quest’ultimo al telefono, la fotocamera diventa un microscopio per l’analisi del vetrino contenente i campioni.
Un’altra app simile arriva dal Giappone e si chiama Seem, è stata sviluppata dall’azienda nipponica Recruit Lifestyle insieme all’agenzia pubblicitaria Dentsu Y&R. Nasce principalmente per aiutare gli uomini giapponesi a superare la vergogna che questi problemi portano con sé e a fare un controllo. Il kit è stato uno dei più venduti su Amazon nel mercato nipponico, soprattutto grazie alla campagna pubblicitaria che ha puntato molto sulla sensibilizzazione sulla tematica dell’infertilità maschile.
Questi strumenti diagnostici fai da te non sostituiscono il controllo da uno specialista, ma offrono la possibilità di effettuare uno screening di massa su grandi numeri altrimenti difficile da condurre. Gli uomini, inoltre, una volta effettuato questo primo test, in caso di problematiche sono più propensi a fare un controllo da uno specialista.
Spesso nella coppia si attribuisce la causa dell’infertilità alla donna, ma nel 48% dei casi è attribuibile agli uomini. Per disinformazione o per una sorta di vergogna sociale, molti però non pensano che il problema possa essere loro e non fanno i dovuti controlli. Spesso anche per imbarazzo non partecipano attivamente alle cosiddette misure che riguardano il TTC (Try To Conceive) e questo può portare all’insorgere di diverse problematiche nella coppia.
Oltre ad aiutare nella procreazione, accertare una problematica di questo tipo è utile anche per prevenire la nascita di patologie oncologiche dell’apparato urogenitale a cui i maschi non fertili sarebbero più esposti. Tramite le app si spera di incentivare la prevenzione di queste problematiche e i controlli anche negli uomini.
Fonte https://dilei.it/sesso/infertilita-maschile-applicazione-la-rivela/598111/
In commercio ci sono già diversi modelli di questo tipo, a partire dall’app YO, sviluppata dall’azienda israeliana Medical Electronic System (MES) di Cesarea. Questo tipo di test comprende l’utilizzo dello smartphone e di un kit per le analisi e richiede meno di 30 minuti. Nei risultati finali è incluso un video che mostra in tempo reale la motilità degli spermatozoi e il relativo livello di fertilità, da inviare a un medico per ulteriori analisi.
L’app è stata lanciata dopo quattro anni di sviluppo in Israele e diverse prove cliniche che hanno permesso di ottenere l’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) e il marchio di conformità CE. Oltre all’acquisto dell’app viene recapitato a casa un kit con contenitori di raccolta monouso, vetrini, una polvere da aggiungere al campione, delle pipette in plastica per effettuare il test e un dispositivo clip on per iPhone e Android. Collegando quest’ultimo al telefono, la fotocamera diventa un microscopio per l’analisi del vetrino contenente i campioni.
Un’altra app simile arriva dal Giappone e si chiama Seem, è stata sviluppata dall’azienda nipponica Recruit Lifestyle insieme all’agenzia pubblicitaria Dentsu Y&R. Nasce principalmente per aiutare gli uomini giapponesi a superare la vergogna che questi problemi portano con sé e a fare un controllo. Il kit è stato uno dei più venduti su Amazon nel mercato nipponico, soprattutto grazie alla campagna pubblicitaria che ha puntato molto sulla sensibilizzazione sulla tematica dell’infertilità maschile.
Questi strumenti diagnostici fai da te non sostituiscono il controllo da uno specialista, ma offrono la possibilità di effettuare uno screening di massa su grandi numeri altrimenti difficile da condurre. Gli uomini, inoltre, una volta effettuato questo primo test, in caso di problematiche sono più propensi a fare un controllo da uno specialista.
Spesso nella coppia si attribuisce la causa dell’infertilità alla donna, ma nel 48% dei casi è attribuibile agli uomini. Per disinformazione o per una sorta di vergogna sociale, molti però non pensano che il problema possa essere loro e non fanno i dovuti controlli. Spesso anche per imbarazzo non partecipano attivamente alle cosiddette misure che riguardano il TTC (Try To Conceive) e questo può portare all’insorgere di diverse problematiche nella coppia.
Oltre ad aiutare nella procreazione, accertare una problematica di questo tipo è utile anche per prevenire la nascita di patologie oncologiche dell’apparato urogenitale a cui i maschi non fertili sarebbero più esposti. Tramite le app si spera di incentivare la prevenzione di queste problematiche e i controlli anche negli uomini.
Fonte https://dilei.it/sesso/infertilita-maschile-applicazione-la-rivela/598111/
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