La depressione post partum ha conseguenze importanti, in particolare sulla relazione mamma-bambino. Per questo motivo è fondamentale un intervento tempestivo ai primi segnali. A maggior ragione acquista grande importanza la prevenzione, con sempre più attenzione al periodo della gravidanza. Infatti, recenti studi hanno dimostrato che la depressione post partum può fare la sua comparsa già dal periodo della gestazione, come indicato anche dalle ultime modifiche del manuale diagnostico per i disturbi mentali (DSM V) dove tra i sottotipi del disturbo depressivo dell’umore rientra anche il disturbo depressivo a esordio nel peripartum, sostituendo la precedente dicitura di post partum.
Depressione post partum e stress in gravidanza
La depressione post partum colpisce circa il 10-15% delle mamme e sono numerose le ricerche che si sono occupate di individuare l’associazione tra questo disturbo e alcuni fattori di rischio, come precedenti disturbi psichiatrici, precedenti aborti, ansia e stress in gravidanza, e lo sviluppo dei sintomi della depressione post partum.
Un recente studio svolto dall’Università di Granada in Spagna, coordinato dalla professoressa Maria Isabel Peralta-Ramirez, ha però fatto un passo in più. Ha infatti cercato di stabilire un’associazione tra la depressione post partum e lo stress in gravidanza, ma a differenza di altri studi oltre alle variabili sociodemografiche, ostetriche e psicologiche ha indagato una variabile biologica dello stress: i livelli di cortisolo accumulati nel capello durante i tre trimestri della gravidanza.
I soggetti reclutati per lo studio sono state future mamme che hanno volontariamente partecipato allo studio, provenienti da tre centri sanitari e da un ospedale generale, mentre svolgevano le visite prenatali di routine. In totale il campione ha incluso 44 donne in gravidanza, seguite longitudinalmente durante i tre diversi trimestri e nel post partum. Il campione è stato poi suddiviso in due gruppi: un gruppo con sintomi di depressione post partum, con un punteggio pari o superiore a 10 all’EPDS (Edinburgh Postnatal Depression Scale), e un gruppo senza sintomi depressivi. Sono state escluse dallo studio donne con patologie prima o durante la gravidanza e gravidanze con malattia di Cushing, asma, farmaci steroidei, diabete o condizioni che potessero influenzare il livello di cortisolo.
Le variabili indagate dallo studio sono state:
Depressione post partum e stress in gravidanza
La depressione post partum colpisce circa il 10-15% delle mamme e sono numerose le ricerche che si sono occupate di individuare l’associazione tra questo disturbo e alcuni fattori di rischio, come precedenti disturbi psichiatrici, precedenti aborti, ansia e stress in gravidanza, e lo sviluppo dei sintomi della depressione post partum.
Un recente studio svolto dall’Università di Granada in Spagna, coordinato dalla professoressa Maria Isabel Peralta-Ramirez, ha però fatto un passo in più. Ha infatti cercato di stabilire un’associazione tra la depressione post partum e lo stress in gravidanza, ma a differenza di altri studi oltre alle variabili sociodemografiche, ostetriche e psicologiche ha indagato una variabile biologica dello stress: i livelli di cortisolo accumulati nel capello durante i tre trimestri della gravidanza.
I soggetti reclutati per lo studio sono state future mamme che hanno volontariamente partecipato allo studio, provenienti da tre centri sanitari e da un ospedale generale, mentre svolgevano le visite prenatali di routine. In totale il campione ha incluso 44 donne in gravidanza, seguite longitudinalmente durante i tre diversi trimestri e nel post partum. Il campione è stato poi suddiviso in due gruppi: un gruppo con sintomi di depressione post partum, con un punteggio pari o superiore a 10 all’EPDS (Edinburgh Postnatal Depression Scale), e un gruppo senza sintomi depressivi. Sono state escluse dallo studio donne con patologie prima o durante la gravidanza e gravidanze con malattia di Cushing, asma, farmaci steroidei, diabete o condizioni che potessero influenzare il livello di cortisolo.
Le variabili indagate dallo studio sono state:
- dati socio demografici;
- misure biologiche;
- stress materno percepito;
- sintomi psicopatologici;
- stress specifico per la gravidanza;
- depressione post partum.
La misurazione delle misure biologiche mirava a individuare l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, attraverso i livelli di cortisolo dei capelli. I segmenti di capelli prelevati sono stati di circa 3 cm: considerando un tasso di crescita medio di 1 cm al mese, 3 cm indicavano il tasso di cortisolo depositato nei tre mesi precedenti.
Lo stress psicologico delle mamme è stato rilevato tramite il Perceived Stress Scale (PSS), che indaga lo stress percepito nel mese precedente. È stato inoltre utilizzato il Prenatal Distress Questionnaire (PDQ) per indagare lo stress specifico per il periodo della gravidanza, rispetto a problemi medici, sintomi fisici, cambiamenti corporei, travaglio, parto, le relazioni e la salute del bambino.
I sintomi psicopatologici invece sono stati indagati attraverso la scala SCL-90-R. Lo strumento valuta 9 dimensioni: somatizzazione, ossessione compulsione, sensibilità interpersonale, depressione, ansia, ostilità, ansia fobica, ideazione paranoide e psicoticismo. L’EPDS è stato utilizzato per la valutazione dei sintomi della depressione post partum.
Le batterie di test self-report sono state somministrate alle donne nel primo, secondo e terzo trimestre e nel post partum, durante gli incontri di routine nei quali le donne hanno incontrato medici e ostetriche.
Cosa è emerso dallo studio
Come ci si poteva aspettare, il gruppo di donne con i sintomi della depressione post partum ha riportato punteggi maggiori all’EPDS (M= 13,50) rispetto al gruppo senza sintomi di depressione post partum (M= 4,75). È emersa un’associazione tra i sintomi della depressione post partum e lo stress in gravidanza. In particolare, sebbene i livelli di stress specifico per la gravidanza fossero più alti tra le donne con depressione post partum in tutti e tre i trimestri, solo nell’ultimo trimestre sono emerse differenze significative tra i due gruppi.
Rispetto ai sintomi psicopatologici, il gruppo di donne con depressione postnatale ha mostrato punteggi superiori in tutte le sottoscale dell’SCL-90-R durante i tre trimestri di gravidanza. Nello specifico queste mamme avevano punteggi clinici (superiori a 70) nelle sottoscale di somatizzazione, ansia fobica e psicoticismo nel primo trimestre; ansia fobica durante il secondo e terzo trimestre; somatizzazione, ossessione compulsione, ideazione paranoide e psicoticismo nel terzo trimestre. Tra i due gruppi di mamme invece le differenze significative sono emerse in particolare durante il primo trimestre per la sottoscala somatizzazione e durante il secondo trimestre per le sottoscale di somatizzazione, depressione e ansia (Tab.1).
Tab. 1: differenze medie dello stress e dei sintomi psicopatologici con gli effetti di interazione tra gruppi e trimestri
Il risultato più interessante però è stata l’associazione tra i livelli di cortisolo dei capelli e i sintomi della depressione post partum. È emerso infatti che il gruppo di mamme con i sintomi della depressione postnatale aveva livelli più alti di cortisolo dei capelli durante tutti e tre i trimestri. Le analisi hanno inoltre permesso di vedere come i livelli di cortisolo nei capelli potevano prevedere il 21,7% della varianza dei sintomi depressivi nel post partum, nel primo e nel terzo trimestre di gravidanza.
Considerazioni cliniche
Lo scopo dello studio era quello di individuare le variabili sociodemografiche, ostetriche, psicologiche e ormonali per prevedere i sintomi della depressione post partum. Mettendo a confronto un gruppo di mamme con sintomi di depressione post partum e un gruppo di mamme senza sintomi sono state individuate differenze significative, interessanti dal punto di vista clinico. Nello specifico le mamme che hanno manifestato sintomi di depressione post partum hanno anche riportato valori più alti di stress in gravidanza, stress percepito, sintomi psicopatologici e livelli di cortisolo durante i tre trimestri di gravidanza.
Le discrepanze tra i due gruppi rispetto alle variabili psicopatologiche hanno evidenziato che durante il primo trimestre sono emerse significative differenze rispetto alla sottoscala somatizzazione della SCL-90-R. Nel secondo trimestre le differenze hanno coinvolto le sottoscale di somatizzazione, ossessione compulsione, depressione e ansia. Per questi motivi sono emerse correlazioni anche tra le sottoscale di ansia e somatizzazione della SCL-90-R nei primi due trimestri di gravidanza con l’EPDS. Questi risultati sono andati a confermare altri studi della letteratura che hanno individuato la correlazione tra sintomi psicopatologici della SCL-90-R e la depressione post partum.
Lo studio ha individuato differenze sostanziali tra i due gruppi durante il secondo trimestre di gestazione anche rispetto allo stress specifico della gravidanza. Entrambe le misure dello stress (PDQ e PSS) sono state utilizzate nella valutazione dei livelli di stress durante la gravidanza, ma tra le due misure il PDQ è quello che è risultato più significativo, ma è anche quello che offre l’opportunità di valutare preoccupazioni legate alla gravidanza. Può essere quindi considerato un valore di stress più specifico per questo periodo di cambiamento per la donne e un migliore predittore di eventuali esiti negativi nel post partum.
Le misure biochimiche, cioè i livelli di cortisolo dei capelli, rappresentano invece i livelli di stress cronico, perché indagavano lo stress accumulato nei tre mesi precedenti, rilevati a cadenza trimestrale per tutta la gravidanza. I risultati dello studio mostrano come i livelli di cortisolo nel gruppo con sintomi di depressione post partum sono scesi dal primo al secondo trimestre ma sono saliti dal secondo al terzo trimestre, creando una forma a U se tracciati su un grafico, a differenza del del gruppo senza sintomi depressivi in cui la crescita di cortisolo è stata costante (Tab. 2).
Tab. 2: differenze dei livelli di cortisolo dei capelli tra donne con depressione post partum e donne senza depressione post partum
Questo è stato il primo studio a riportare i livelli di cortisolo nei capelli durante tutta la gravidanza in un gruppo di donne con sintomi di depressione post partum, comparandoli a quelli ottenuti da un gruppo di donne senza sintomi ed è la novità che potrebbe far nascere nuove ricerche per utilizzare misure biologiche in ottica preventiva.
Quello che è emerso è che i livelli di cortisolo dei capelli erano più alti in tutti i trimestri nel gruppo con sintomi di depressione postpartum rispetto al gruppo senza sintomi ed erano significativamente differenti nel primo e nel terzo trimestre. Inoltre alti livelli di stress cronico in gravidanza nel primo e nell’ultimo trimestre sono risultati correlati alla depressione post partum e possono così essere utilizzati come indici predittivi della psicopatologia postnatale.
Conclusioni
In sintesi lo studio ha rilevato che alti livelli di stress in gravidanza sono associati ai sintomi della depressione postpartum. Nello specifico ha rilevato che la depressione post partum è correlata a:
- sintomi psicopatologici nel primo e nel secondo trimestre di gravidanza;
- elevato stress specifico della gravidanza nel secondo trimestre di gravidanza;
- alti livelli di cortisolo (stress cronico) nel primo e nel terzo trimestre di gravidanza.
Poiché i livelli di cortisolo dei capelli utilizzati dallo studio riflettono i livelli di stress nei tre mesi precedenti il prelievo del campione, si può affermare che il periodo di preconcezione e il secondo trimestre di gravidanza sono periodi particolarmente sensibili rispetto allo sviluppo dei sintomi della depressione postpartum, confermando quanto riportato da precedenti studi.
A questo proposito sembrerebbe opportuno svolgere interventi di screening efficaci rispetto allo stress in gravidanza per ridurre al minimo esiti psicopatologici avversi nel post partum.
Unendo i risultati del presente studio a quelli della recente letteratura, si evince che non solo già dalla gravidanza possano emergere segnali importanti associati alla depressione post partum, ma che le future madri possono sviluppare in gravidanza oltre alla depressione anche sintomi ansiosi e con maggior frequenza rispetto a quelli depressivi. Valutare la salute psicologica già nel periodo perinatale permetterebbe quindi agli operatori sanitari di prendere decisioni adeguate di intervento e fornire un prezioso aiuto nel sostegno della maternità.
Fonte : http://www.stateofmind.it/2018/02/stress-in-gravidanza/
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