venerdì 23 febbraio 2018

E' boom di donatori di sperma

        La più grande banca mondiale di sperma si trova al quinto piano di una casetta nella cittadina di Aarhus, in Danimarca. Consiste in una sala d’attesa, un laboratorio e alcune “cabine per donatori” , con luci rosse che indicano “occupato” quando gli uomini cercano ispirazione, magari con l’aiuto di una rivista hard. Il seme verrà poi congelato e conservato in azoto liquido a meno 196 gradi centigradi, in attesa di essere venduto. Non serve molto spazio per fare spazio alla vita: da 100 litri di seme conservati qui possono nascere cinquemila bambini.
E' boom di donatori di sperma         «Inventai la Cryos International nel 1987, quand’ero studente di una business school», dice il fondatore danese della banca, Ole Schou. «Anni prima avevo fatto uno strano sogno su spermatozoi congelati, e avevo cominciato a leggere tutto quello che c’era, non moltissimo, su questo argomento. Oggi serviamo più di 100 Paesi, abbiamo un sito web in 19 lingue, una sede anche negli Usa, ci avvaliamo della collaborazione di più di 700 donatori (anonimi e no) molto selezionati e vantiamo il più alto numero al mondo di gravidanze nate da donatori di seme».
        Una parte del seme viene richiesto da strutture sanitarie che si occupano di procreazione assistita e fertilità, ma la maggior parte serve a soddisfare le crescenti richieste che giungono da coppie e singoli. È un grande business, in crescita, dato il calo di fertilità in atto in tutto il mondo occidentale (e non solo, si pensi al Giappone, che è al livello dell’Italia). Per i clienti delle banche del seme, però, è ben altro: l’inizio di una tempesta emotiva. Perché le persone entrano in un particolarissimo universo freddo e caldo, fatto di spermatozoi congelati e di sentimenti palpitanti, desideri di genitorialità, amore, sogni su un figlio non ancora nato, ma anche dubbi e timori più o meno confessabili a se stessi o al partner (quando esiste). «E se il donatore, nonostante i controlli medici della banca, avesse una malattia genetica? E se qualcosa andasse storto prima del parto, oppure dopo, al bambino? E se poi non avessimo più il coraggio di riprovarci? E se un giorno mio figlio volesse conoscere il padre biologico? È più giusto offrirgli questa possibilità e chiedere alla banca del seme chi sia il donatore, oppure è meglio scegliere un donatore anonimo che resti tale? E se...».
        A rivolgersi alle banche del seme sono coppie eterosessuali in lotta contro l’infertilità, coppie lesbiche che vogliono aggirare i limiti legislativi imposti dai loro Paesi all’inseminazione artificiale, ma anche tante donne single che desiderano diventare madri. Tutti costoro devono affrontare un mare di scelte, a cominciare dalla prima: che tipo di donatore, cioè di padre biologico, vuoi per tuo figlio? Il sito della Cryos International ha un menù in cui si possono scegliere tutte le caratteristiche del donatore: etnia (caucasica, africana, asiatica...), altezza (da 1,75 in su), colore degli occhi e dei capelli, peso, motilità (cioè numero di spermatozoi mobili per millilitro). Ma questo è solo il “profilo base”. Perché i prezzi variano secondo le richieste, nell’ordine di alcune centinaia di euro, e il cliente pagando di più può selezionare il donatore usando una griglia di caratteristiche ben più raffinata: il “profilo esteso”, che fornisce molte più informazioni riguardo al possibile padre biologico del futuro figlio. Informazioni sensibili, come un profilo dell’intelligenza emotiva, il livello di istruzione, la storia familiare, gli interessi culturali, il tipo di musica preferito, gli hobby... Si possono perfino richiedere oggetti tangibili che diano un’idea più esatta della personalità del donatore, come un biglietto scritto a mano (per studiarne la calligrafia), o una registrazione della voce, o ancora: alcune foto d’infanzia. Ovviamente questo complesso di scelte non riguarda solo i clienti della Cryos International, ma anche quelli di altre banche del seme.
Картинки по запросу donatori di sperma
        La Danimarca è una delle principali mete di quel fenomeno internazionale ormai noto come turismo della fertilità. Nella capitale danese, Copenaghen, ha sede una delle concorrenti della Cryos, la European Sperm Bank, che seleziona i donatori «fra giovani uomini sani (età 18 - 40 anni) che abbiano superato lo screening medico e raggiungano l’eccellente qualità di seme che solo un uomo su venti ha». Una delle possibilità che la European Sperm Bank offre è quella di acquistare l’esclusiva su un donatore, selezionato in base a un test di compatibilità genetica fra lui e la futura madre. In questo modo la cliente sarà l’unica utilizzatrice del seme del donatore e potrà - se vuole - utilizzare più volte lo stesso seme per dare al primo figlio un fratellino (o una sorellina) che sia tale anche biologicamente.
        Come si vede, il ventaglio di opzioni offerto da questo nuovo mercato è davvero enorme (e non privo di risvolti etici inquietanti). In ogni caso, secondo gli esperti del settore, resta centrale per l’aspirante genitore un dilemma: dare un’identità al donatore oppure mantenerlo anonimo? La scelta potrebbe avere una grande rilevanza futura per il figlio, che al raggiungimento del diciottesimo anno di età potrebbe decidere di voler conoscere il padre biologico. «L’esperienza suggerisce che le donne single e le coppie omosessuali in particolare preferiscano donatori non-anonimi, mentre le coppie eterosessuali optino per donatori anonimi per proteggere l’immagine dell’uomo come padre e pertanto la loro identità familiare», spiegano alla Cryos International. «Ma non è sempre così. Alcune coppie eterosessuali scelgono un donatore non-anonimo proprio perché intendono informare il figlio delle sue origini e garantire la possibilità di un futuro contatto con il donatore. Molte madri single scelgono un donatore anonimo perché ritengono che, quando troveranno un partner, l’assenza di un donatore contattabile consentirà al nuovo compagno di assumere il ruolo di padre più facilmente, adottando il figlio. La scelta è personale e complessa».
        Come si colloca l’Italia in questo quadro? Nel nostro Paese non ci sono banche del seme a fini commerciali, perché la legge non lo consente. Ci sono però, secondo il Registro nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità, 354 centri pubblici e privati che si occupano di procreazione medicalmente assistita per risolvere i problemi di infertilità della coppia. Grazie a questi centri nel 2015 (ultimo dato) sono nati 12.836 bambini, cioè il 2,6 per cento del totale delle nascite. Da noi il seme può essere donato, ma non venduto. Il che comporta (a prescindere da ogni valutazione di carattere morale o politico) una conseguenza pratica: in Italia si fanno avanti pochi donatori e i nostri connazionali che scelgono di avvalersi di una banca del seme ingrossano le file del turismo della fertilità in Danimarca (ma anche in Belgio e Spagna).
         In Italia la domanda di seme supera dunque l’offerta. Ma nel Paese dell’arte di arrangiarsi non potevano non nascere iniziative di donatori privati. Trovarli non è difficile, basta dare un’occhiata alla Rete. Il sito Co-genitori.it presenta inserzioni di donatori, ma anche un forum di incontro e discussione sulle tematiche della co-genitorialità e della fertilità. Altro esempio: la pagina Facebook “Donatori di seme Lombardia”. Il loro sperma viene offerto direttamente alle donne, senza passaggi attraverso banche del seme. «La donazione è un atto volontario, solidale e altruista, realizzato da un uomo sano e con sperma di buona qualità», affermano, «per aiutare tutte le coppie a trasformare in realtà il sogno di diventare genitori». Ci sono anche i donatori che raggiungono una certa fama in rete, come un emiliano che ha scelto per il suo profilo l’ironico nickname di Donato Re. Dona gratuitamente il suo sperma a donne single o in coppia, etero o omosessuali.
Fonte http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/02/19/news/e-boom-di-donatori-di-sperma-1.318493

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