sabato 17 febbraio 2018

L’ECOGRAFIA-SOUVENIR IN GRAVIDANZA

        Capitava così che le donne arrivassero al parto senza neppure conoscere i mesi reali della gravidanza, il numero esatto di feti o il sesso del nascituro.

        Oggi, questa modalità si è definitivamente “estinta” e simili eventi ci appaiono un ricordo davvero molto lontano, come se fossero propri di un’altra epoca.

        Le indagini ecografiche mediche nell’ambito della diagnosi prenatale non sono invasive e hanno come principali protagonisti l’embrione o il feto, la placenta ed il liquido amniotico.

ecografia 4d        L’ecografia tradizionale è bidimensionale (2D) e fornisce immagini prive del senso di profondità; la sua evoluzione è rappresentata dall’ecografia tridimensionale (3D), strumento in grado di offrire una ricostruzione realistica delle strutture esaminate secondo tutti i piani dello spazio (lunghezza, larghezza e profondità).

        Le immagini dell’ecografia in 3D pur essendo statiche, sono facilmente “decifrabili” dai genitori, riescono infatti a riconoscere con più disinvoltura le parti anatomiche del proprio bambino.

         Ora l’ecografia quadrimensionale (4D), permette di ottenere immagini tridimensionali in movimento sfruttando la quarta dimensione, ovvero quella del tempo.

        In altre parole, le immagini scorrono in tempo reale riproducendo le movenze del feto.

        Queste straordinarie e innovative tecnologie concedono una maggiore accuratezza dei risultati dell’indagine, tuttavia, numerose ricerche hanno evidenziato che il fascino da esse prodotto sui futuri genitori stia determinando un crescente ricorso all’ecografia per finalità che vanno oltre quelle strettamente mediche, sconfinando nell’ambito ludico-commerciale.

        Negli Stati Uniti, la tendenza a richiedere filmati DVD in 4D è diventata una vera moda, definita “scan for fun”.

        Ha spopolato in modo incontrollato al punto che tra le strade, fuori dai supermercati e dai centri commerciali, è possibile ritrovare degli ambulatori mobili che (dietro lauto pagamento) offrono alle mamme fotografie o filmati in DVD del feto prima che questo venga alla luce.

        Considerando la situazione, è facile dedurre che le polemiche e le riflessioni su questo nuovo fenomeno non siano mancate, soprattutto il fatto che si tratti di tecniche recenti senza la dovizia di studi che possano garantire sulla loro effettiva sicurezza.

         Le autorità competenti hanno preso le distanze da questa tipologia di approccio all’ecografia, sottolineandone i rischi per mettere in guardia i professionisti ed i genitori.

        Nello specifico, la Federazione Mondiale Ultrasuoni in Medicina e Biologia (WFUMB) e la Società Internazionale Ultrasuoni in Ostetricia e Ginecologia (ISUOG) hanno dichiarato di disapprovare “l’uso di ultrasuoni allo scopo di fornire immagini-souvenir del feto”, affermando che il loro uso “incontrollato senza indicazione medica dovrebbe essere evitato”.

        Hanno poi ricordato che l’ecografo dovrebbero essere usato soltanto da professionisti, ginecologi e ostetriche addestrati ed aggiornati rispetto all’uso clinico e agli effetti biologici degli ultrasuoni.

         Anche il Collegio Nazionale di Ginecologi e ostetrici francesi ha lanciato un’allerta e ha parlato di un vero e proprio “scandalo” in relazione alla diffusione della pratica dell’ecografia-souvenir.

        In particolare, il rilievo nel mirino dell’analisi sono le ecografie in 3D e 4D e il loro ricorso sempre più diffuso: queste tecnologie richiedono tempi di scansione più lunghi rispetto a quelli di una tradizionale ecografia e sono associate a potenze superiori.

         In letteratura scientifica non esistono prove circa l’effetto cumulativo dell’esposizione ripetuta agli ultrasuoni.

        Poiché questi sono una “forma di energia”, non è possibile escludere con certezza che esposizioni prolungate e/o ripetute inducano effetti biologici potenzialmente dannosi per il feto in via di sviluppo, soprattutto a carico delle aree maggiormente sensibili (occhi e cervello).

         Insomma, le raccomandazioni nazionali e internazionali invitano a limitare l’uso degli ultrasuoni in epoca prenatale, incoraggiando ginecologi e ostetrici ad eseguire il numero di esami strettamente indispensabili e nei tempi necessari.

Fonti :ISUOG-WFUMB statement on the non-medical use of ultrasound, 2011
Les échographies fœtales commerciales : un scandale sanitaire?
RCOG SIP paper on ultrasound from conception to 10 weeks gestation

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