1) Accompagnare ogni gesto con parole e frasi
Sarebbe bene evitare di compiere azioni in maniera meccanica o ripetitiva con il neonato. Anche cambiare il pannolino diviene un atto importante se accompagnato dalle parole, pertanto in questa occasione la mamma può provare a descrivere ciò che sta facendo con il piccolo: “Ora la mamma ti cambierà il pannolino, e poi ti stenderà un po’ di crema”. La voce della mamma è fonte di sicurezza per il bambino.
2) Utilizzare un linguaggio semplificato
Spesso e volentieri si tende a rivolgersi al neonato con quello che viene chiamato bambinese (o baby talk), ossia un modo di parlare semplificato in cui, ad esempio, la parola “dolore” viene sostituita da “bua”. Semplificare il linguaggio permette di rendere la conversazione tra bambino e adulto più efficace, avendo cura di evitare termini che altrimenti sarebbero ancora troppo complessi.
3) Dare un nome agli oggetti e alle parti del corpo
Dare un nome a ciò che ci circonda significa riconoscere l’importanza dello sviluppo del linguaggio del neonato. Chiamare con il proprio nome sia gli oggetti che le parti del corpo del bambino stimola il cervello. Un momento adatto sembrerebbe essere quello del bagnetto: cosa c’è di meglio dell’essere coccolato dall’acqua calda, dalle mani e dalla voce rassicurante della mamma?
4) Parlare in modo chiaro cercando il contatto visivo
Cerchiamo di non trasmettere emozioni troppo forti al bambino, dunque parliamo in maniera chiara, evitando di essere frettolosi. John W. Santrock, insegnante di Psicologia dello Sviluppo, ricorda che il bambino percepisce il mondo e impara a conoscerlo attraverso i propri sensi, specialmente durante i primi mesi. È per questo che anche la vista detiene un ruolo importante per lui. Il piccolo si riconosce negli occhi della mamma.
5) Non lasciare in sospeso le richieste del neonato
Può capitare che alcune richieste del bambino non siano chiare: piange perchè ha fame? O ha sonno? Oppure avrà mal di pancia? Il genitore deve essere in grado di soddisfare i bisogni del neonato senza però entrare nel panico, specialmente se si tratta delle prime settimane in cui il bambino si trova a casa con i genitori. Non dimentichiamo, infatti, che i bambini percepiscono le emozioni delle persone intorno.
Lasciamo che le parole guidino persino questi momenti di smarrimento. Proviamo a cercare la causa scatenante del pianto chiedendo: “Hai fame? Oppure vuoi riposarti?”.
Ovviamente il nostro piccolo non potrò risponderci, ma sentirà accolte le proprie richieste. È importante che il bimbo si senta accolto e consolato, e la voce della mamma è un buon calmante!
È fondamentale parlare al neonato il più possibile. Lasciamoci guidare dall’istinto! Diciamo sì alle vocalizzazioni, alle canzoncine e alle filastrocche in rima, che divertono il bambino.
Non dimentichiamo mai che, oltre al linguaggio verbale, anche il linguaggio non verbale ha un ruolo importante: abbracci, carezze e baci vengono accolti con gioia dal bambino.
Fonte https://www.passionemamma.it/2018/02/come-parlare-al-neonato-5-cose-da-fare/
Sarebbe bene evitare di compiere azioni in maniera meccanica o ripetitiva con il neonato. Anche cambiare il pannolino diviene un atto importante se accompagnato dalle parole, pertanto in questa occasione la mamma può provare a descrivere ciò che sta facendo con il piccolo: “Ora la mamma ti cambierà il pannolino, e poi ti stenderà un po’ di crema”. La voce della mamma è fonte di sicurezza per il bambino.
2) Utilizzare un linguaggio semplificato
Spesso e volentieri si tende a rivolgersi al neonato con quello che viene chiamato bambinese (o baby talk), ossia un modo di parlare semplificato in cui, ad esempio, la parola “dolore” viene sostituita da “bua”. Semplificare il linguaggio permette di rendere la conversazione tra bambino e adulto più efficace, avendo cura di evitare termini che altrimenti sarebbero ancora troppo complessi.
3) Dare un nome agli oggetti e alle parti del corpo
Dare un nome a ciò che ci circonda significa riconoscere l’importanza dello sviluppo del linguaggio del neonato. Chiamare con il proprio nome sia gli oggetti che le parti del corpo del bambino stimola il cervello. Un momento adatto sembrerebbe essere quello del bagnetto: cosa c’è di meglio dell’essere coccolato dall’acqua calda, dalle mani e dalla voce rassicurante della mamma?
4) Parlare in modo chiaro cercando il contatto visivo
Cerchiamo di non trasmettere emozioni troppo forti al bambino, dunque parliamo in maniera chiara, evitando di essere frettolosi. John W. Santrock, insegnante di Psicologia dello Sviluppo, ricorda che il bambino percepisce il mondo e impara a conoscerlo attraverso i propri sensi, specialmente durante i primi mesi. È per questo che anche la vista detiene un ruolo importante per lui. Il piccolo si riconosce negli occhi della mamma.
5) Non lasciare in sospeso le richieste del neonato
Può capitare che alcune richieste del bambino non siano chiare: piange perchè ha fame? O ha sonno? Oppure avrà mal di pancia? Il genitore deve essere in grado di soddisfare i bisogni del neonato senza però entrare nel panico, specialmente se si tratta delle prime settimane in cui il bambino si trova a casa con i genitori. Non dimentichiamo, infatti, che i bambini percepiscono le emozioni delle persone intorno.
Lasciamo che le parole guidino persino questi momenti di smarrimento. Proviamo a cercare la causa scatenante del pianto chiedendo: “Hai fame? Oppure vuoi riposarti?”.
Ovviamente il nostro piccolo non potrò risponderci, ma sentirà accolte le proprie richieste. È importante che il bimbo si senta accolto e consolato, e la voce della mamma è un buon calmante!
È fondamentale parlare al neonato il più possibile. Lasciamoci guidare dall’istinto! Diciamo sì alle vocalizzazioni, alle canzoncine e alle filastrocche in rima, che divertono il bambino.
Non dimentichiamo mai che, oltre al linguaggio verbale, anche il linguaggio non verbale ha un ruolo importante: abbracci, carezze e baci vengono accolti con gioia dal bambino.
Fonte https://www.passionemamma.it/2018/02/come-parlare-al-neonato-5-cose-da-fare/
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