martedì 3 maggio 2016

Maternità surrogata e utero in affitto. Di cosa parliamo?

        «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro». È il punto 6 dell’articolo 12 della legge 40 quella con le norme in materia di procreazione medicalmente assistita. Sono le parole che vietano in Italia una pratica di cui si è molto parlato dandole anche nomi differenti. La legge 40 utilizza surrogazione di maternità. Il termine più comune è quello di utero in affitto, termine che, pur non comparendo mai nel ddl Cirinnà sulle Unioni Civili, è entrato di prepotenza nel dibattito collegato direttamente all’adozione del figlio del partner.

UTERO IN AFFITTO        È il termine che appare dal punto di vista scientifico ed etico come il meno efficace per descrivere la pratica della surrogazione di maternità o gestazione per altri. Una donna si presta, firmando un contratto o per libera scelta, a portare a termine una gravidanza per conto di una persona o di una coppia. A questi lascerà il nascituro, senza avere diritti sul bambino. Il termine utero in affitto sottintende unacontrattualizzazione e un pagamento per la prestazione che sono il punto maggiormente contestato da chi si oppone alla maternità surrogata.

COME AVVIENE
        La donna provvede a gestazione e parto. La fecondazione può essere fatta con seme e ovuli della coppia sterile, ma anche con donatori altri.
MADRE
        In Italia questa pratica cozza con il concetto legale per cui la donna che partorisce un bambino ne è considerata la madre e sono nulli eventuali accordi prenatali. La maternità surrogata non è praticabile e punita «con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro». 

GENITORI
        In Italia è riconosciuto il genitore biologico, non il rapporto di genitorialità. Il nome del genitore biologico va sul certificato di nascita, non quello dell’altro genitore quando l'ovulo o lo spermatozoo sono donati da un soggetto terzo. Il problema resta insoluto per le coppie dello stesso sesso e per chi non ha nessun legame biologico con il bambino. Per gli eterosessuali è possibile l’adozione del figlio del partner. 
MONDO
        Ci sono paesi in cui questa pratica è fattibile, ma sempre con distinguo e leggi differenti. E in molte parti del mondo si è creato un mercato della maternità surrogata. Nei paesi più poveri il pagamento per portare avanti una gravidanza per conto di altri è abituale, ma ci sono forme contrattuali più o meno costose anche altrove: Stati Uniti, Canada, Ucraina, Armenia, Georgia, Russia, India, SudAfrica, Nepal, Grecia. Se negli Usa si superano i 100mila euro, ne bastano 25mila in India. Questa pratica di contrattualizzazione è stata condannata anche dal Parlamento Europeo. 

Russia e Ucraina
        La maternità surrogata è legale in Russia per i maggiorenni. La madre surrogata deve dare il suo consenso perché il nascituro sia registrato, ma il nome della donna non compare sul certificato di nascita. Non è obbligatorio che il bambino abbia un vincolo genetico con almeno uno dei genitori richiedenti. Limitazioni per le coppie omosessuali, ma il problema viene di solito aggirato dichiarandosi single.

India
        Possibile, ma proibito dal luglio 2013 per coppie omosessuali, single stranieri e coppie provenienti da paesi in cui questa pratica non è permessa.


Usa        Sono 8 gli stati in cui è legale ricorrere alla surrogazione di maternità. Il primo a regolamentarla è stata la California

Gran Bretagna
        Non è legale, ma si può fare il trasferimento di paternità dopo la nascita con un processo di adozione. Vale solo per coppie, anche omosessuali e i richiedenti devono avere almeno una connessione genetica parziale con il bambino. Chi ha portato a termine la gravidanza non può dare il suo consenso fino a che il bambino non ha 6 settimane. Non ci deve essere scambio di denaro al di fuori delle ragionevoli spese del processo.

CHI LA UTILIZZA
        Secondo le stime almeno l’80% delle coppie che fanno ricorso alla maternità surrogata sono eterosessuali. Gli oppositori della legge Cirinnà hanno però sostenuto che la possibilità, poi eliminata nel testo definitivo, dell’adozione del figlio del partner per le coppie dello stesso sesso legittimasse l’utero in affitto. Anche se nel testo non si parlava mai di maternità surrogata. Una delle proposte ci modifica, venuta da area popolare chiedeva che l’utero in affitto diventasse reato universale e che quindi fossero perseguibili i genitori che hano fatto ricorso a questa pratica.
Fonte http://www.vanityfair.it/news/italia/16/02/27/cosa-e-utero-in-affitto

Nessun commento:

Posta un commento