Il latte materno fa bene.
Lo sanno bene le tante mamme nel mondo che, per i motivi più disparati e spesso con sofferenza, non hanno potuto allattare al seno i propri bambini.
E se a qualcuno non bastava la saggezza popolare in tal senso, a marzo la rivista scientificaThe Lancet – leggiamo su il Corriere della Sera – “ha pubblicato i risultati di uno studio brasiliano secondo cui le persone nutrite dal seno di mamma hanno un quoziente intellettivo più alto e, da adulti, migliori guadagni di quelle nutrite con liquido artificiale“.
I benefici del latte materno non sono tuttavia da limitarsi ai neonati: recentemente è stato infatti scoperto la sua azione positiva anche nella cura di infezioni, disturbi intestinali e malattie auto-immuni nelle persone adulte.
Naturalmente tutto questo ha aperto una nuova frontiera dell’industria biotecnologica e ha dato il via a un business online – che coinvolge soprattutto gli Stati Uniti e gli altri paesi anglosassoni – dalle cifre assai considerevoli: vi sono persone che spenderebbero fino a 100 dollari per acquistare un solo litro di latte materno. E la cosa più sensazionale è che ad acquistare il latte materno sono in buona percentuale degli uomini, o almeno così pare consultando onlythebreast.com, uno dei siti più noti nel settore.
La questione della compravendita del latte materno non è però così lineare come sembrerebbe.
Un primo fattore che desta preoccupazione riguarda la salute dei bambini: la conservazione del latte materno dev’essere effettuata con molta cura e attenzione, ma questo si scontra con la necessità puramente economica di massimizzare il profitto. Il risultato è che “uno studio condotto dalla Queen Mary University – riporta ancora il Corriere della Sera – ha rivelato che solo nove campioni esaminati su 101 del latte venduto online non presentavano batteri, mentre una ricerca condotta dal Nationwide Children’s Hospital di Columbus, Ohio, ha allertato sul rischio salmonella“.
Un primo fattore che desta preoccupazione riguarda la salute dei bambini: la conservazione del latte materno dev’essere effettuata con molta cura e attenzione, ma questo si scontra con la necessità puramente economica di massimizzare il profitto. Il risultato è che “uno studio condotto dalla Queen Mary University – riporta ancora il Corriere della Sera – ha rivelato che solo nove campioni esaminati su 101 del latte venduto online non presentavano batteri, mentre una ricerca condotta dal Nationwide Children’s Hospital di Columbus, Ohio, ha allertato sul rischio salmonella“.
Il secondo aspetto a nostro avviso poco chiaro riguarda la percentuale di uomini che acquistano latte materno su internet. Seppure sia plausibile – anche se magari non del tutto comprensibile – che uomini sportivi che vogliono incrementare la loro prestanza fisica o che sono affetti da malattie gravi acquistino il nuovo “oro bianco”, a noi sorge un dubbio. Non è che questi uomini altro non sono che dei “papà” di bambini comprati tramite la pratica dell’utero in affitto? Si sa, i neonati privati della mamma hanno comunque bisogno di nutrirsi,se non dell’abbraccio materno nell’importantissimo momento dell’allattamento al seno, almeno del latte di una donna in carne e ossa (non tutti possono infatti procurare quotidianamente al figlio il latte materno come ha fatto Elton John), e non prodotto in laboratorio. Che poi questo latte non sia sicuro, è solo un aspetto che non fa altro che aggravare la situazione.
A pensar male non sempre si sbaglia, d’altronde “Pecunia non olet…“. Il tempo ci dirà se la nostra illazione era fondata, oppure no.
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