Il matrimonio gay serve alle adozioni.
Non avrebbe senso la strenua battaglia per il “diritto” a veder riconosciuto dallo stato “l’amore” che lega le persone (cosa astrusa: in nessun ordinamento di nessun luogo e nessun tempo, il matrimonio serve allo Stato per scopi “romantici”) se non fosse “necessario”per superare le “discriminazioni” operate dalla natura (“matrigna”?) che non consente a persone dello stesso sesso di figliare…
Anzi. Gli omosessualisti hanno in continuazione la bocca piena di “decenni di studi scientifici” che dimostrerebbero che ai bambini basta l’amore, e che non importa che siano un uomo e una donna o due uomini, o due donne, o una carovana di personaggi misti a darglielo.
Ciò è falso e abbiamo più volte citato gli studi scientifici (veri) che dimostrano che i bambini hanno bisogno di una mamma e un papà, uniti stabilmente, in un rapporto solido ed esclusivo.
Quello che abbiamo trovato particolarmente interessante, è la critica che da scienziato Pennetta rivolge a coloro che parlano a sproposito di “studi scientifici”. Non qualsiasi pubblicazione, può definirsi tale. E le pubblicazioni a favore delle adozioni gay mancano proprio del requisito della scientificità.
Il pezzo si intitola: Adozioni omosessuali: il consenso scientifico poggia su un castello di carte.
Pennetta parte dalla critica all’articolo sul Correre della Sera, pubblicato nel 2013 intitolato: Si cresce bene anche con genitori gay Ecco i risultati di 30 anni di ricerche.
Questo portava come esempio uno studio della American Academy of Pediatrics (AAP), del 20 marzo 2013 che afferma che trent’anni di ricerche documentano che l’essere cresciuti da genitori lesbiche e gay non danneggia la salute psicologica dei figli e che, insomma, “Love makes a family”.
Pennetta è andato a studiare le basi su cui si fonda l’articolo dell’AAP del 2013 “Promoting the Well-Being of Children Whose Parents Are Gay or Lesbian” : i lavori citati dalla Aap sono 21. Potete andare a vedere nel dettaglio di che si tratta sul blog dell’autore: dopo questo esame dei riferimenti a supporto, l’affermazione che “trent’anni di ricerche documentano che l’essere cresciuti da genitori lesbiche e gay non danneggia la salute psicologica dei figli” appare non scientificamente supportata.
Ma – prosegue Pennetta – una frase dell’autore è rivelatrice al riguardo, infatti leggiamo nell’articolo sul Corriere: “È infatti importante che le donne e gli uomini di scienza si esprimano sulla base di ipotesi condivise e possibilmente verificate empiricamente.”
Ma senza verifica empirica non c’è scienza!
Gli studi su cui si basa l’apertura alle adozioni omosessuali sono dichiaratamente più delle “ipotesi” che dati sperimentali.
Nell’articolo sul Corriere si chiama poi in causa l’American Psychoanalytic Association che raccomanda di valutare le qualità genitoriali “senza pregiudizi rispetto all’orientamento sessuale”. Ma omette di dire che l’Apa non parla di omogenitorialità, ma di orientamento sessuale di uno dei genitori, e afferma che “Non esiste una credibile evidenza”, frase che non fornisce molte certezze.
L’articolo del Corriere infine termina dicendo che “posizioni analoghe” sono dell’American Psychiatric Association, della British Psychological Society, dell’Academy of Pediatrics e dell’Associazione Italiana di Psicologia.
“Posizioni analoghe”, quindi, NON dimostrazioni scientifiche, ma di “posizioni”: i 30 anni di ricerche che campeggiano sul titolo catturando l’attenzione e la fiducia di chi legge si sono trasformati in “posizioni”.
Quanto agli studi che invece dimostrano che i bambini che crescono con “due mamme” o “due papà” soffrono molto più di quelli che crescono con mamma e papà (ciò non vuol dire “tutti”. Così come non tutti i bambini che vivono in situazioni di abbandono e di degrado diventano necessariamente dei pazzi o dei delinquenti).
E se non vi va di andare ad aprire i link e di interpellare gli scienziati, basta rifletterci un po’ su, echiedere alla ragione naturale e al buon senso che alberga in ciascuno di voi, senza preconcetti e senza paraocchi ideologici.
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