Chiamati anche leiomiomi o miomi, i fibromi uterini sono i più diffusi tumori benigni del tratto genitale femminile per le donne in età fertile, associati ad un’alterazione dell’equilibrio ormonale.
Si stima che colpiscano fino al 40% della popolazione femminile di età compresa tra i 35 e i 55 anni ( 24 milioni di donne nell’Unione Europea e 20 milioni in Nord America).
Le cause che stanno alla base della formazione dei fibromi uterini non sono ancora del tutto chiare. Ma certamente sono ben noti alcuni fattori di rischio che possono favorirne la formazione: precedenti in famiglia (sono ad alto rischio di le donne con madre o sorella che hanno sofferto di un fibroma); etnia (tra le donne di razza nera l'incidenza è più alta); gravidanza e parto hanno un effetto protettivo nei confronti dei fibromi; l'obesità rappresenta un ulteriore fattore di rischio.
Esistono tre differenti tipologie di fibromi uterini, a seconda di dove sono localizzati all’interno dell’utero.
- Fibromi Sottosierosi: si sviluppano nella parte esterna dell’utero e continuano a crescere all’esterno. Di solito non provocano anomalie sul flusso mestruale né causano eccessivo sanguinamento, ma possono provocare dolore.
- Fibromi Intramurali: sono il tipo più comune di fibroma. Si sviluppano nello spessore della parete uterina e si espande. Spesso vengono confusi con un aumento di peso o con una gravidanza. I sintomi più comuni sono sanguinamento più abbondante della norma durante il ciclo mestruale, dolore pelvico e mal di schiena, aumentata frequenza delle minzioni e senso di pressione.
- Fibromi sottomucosi: sono la tipologia di fibroma meno comune. Si sviluppano all’interno della cavità uterina e possono provocare forti emorragie mestruali e cicli mestruali prolungati.
Come diagnosticare un fibroma uterino?
Generalmente il medico diagnostica il fibroma dopo aver eseguito un esame pelvico o un'ecografia transvaginale.Dopo la diagnosi lo specialista potrà indicare il trattamento più appropriato in base alla gravità del problema e all'età della paziente.
Generalmente la forma di trattamento più comune è l'intervento chirurgico: miomectomia (il chirurgo asporta il fibroma conservando l'utero), embolizzazione dell’arteria uterina (è una procedura meno frequente che consiste nell'iniettare nelle arterie uterine delle piccole particelle che provocano una riduzione del fibroma) ed isterectomia, la forma di trattamento più invasiva, che prevede l'asportazione dell'utero con conseguente infertilità permanente.
Recenti studi hanno, però, dimostrato l'efficacia anche di alcuni trattamenti farmacologici.
Ad esempio i modulatori selettivi del recettore del progesterone (SPRMs) hanno dimostrato di essere molto rapidi ed efficaci nel controllo del sanguinamento e nella riduzione del volume dei fibromi e dell’utero.
Fonte http://www.pianetamamma.it/rimanere-incinta/fertilita-ed-infertilita/fibromi-uterini-cosa-sono.html
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