La rosolia è una malattia infettiva che si prende da un virus per via aerea. Generalmente ha un decorso benigno ma diventa molto pericolosa se contratta durante la gravidanza.
La rosolia è una malattia infettiva causata da un virus che si trasmette per via aerea. Se viene contratta da bambini o adulti, è una malattia lieve a decorso benigno e che si manifesta con febbre non elevata, ingrossamento generalizzato dei linfonodi (soprattutto di quelli del collo e di quelli posti dietro la nuca) e con un’eruzione cutanea di breve durata.
Il maggior rischio che la rosolia comporta è quello di essere contratta per la prima volta in gravidanza da una donna non protetta. In questo caso, infatti, esiste una concreta probabilità che il virus raggiunga il prodotto del concepimento attraverso la placenta e che provochi seri danni quali: aborto, malformazioni congenite di varia gravità a carico del cuore, degli occhi, dell’organo dell’udito e del cervello. A volte il lattante affetto da rosolia congenita presenta crescita ridotta e segni di sofferenza a carico di molti altri organi (scheletro, cute, fegato).
Per questo è molto importante vaccinarsi contro la rosolia da adolescenti o prima della gravidanza. Il vaccino è costituito dal virus della rosolia sottoposto ad opportune modifiche che lo rendono assolutamente incapace di provocare la malattia, ma ugualmente in grado di stimolare la produzione di anticorpi efficaci anche contro l’infezione naturale (virus vivo ed attenuato).
La vaccinazione contro la rosolia può essere effettuata singolarmente oppure contemporaneamente a quella contro il morbillo ed a quella contro la parotite epidemica (“orecchioni”) attraverso l’impiego della formulazione combinata “tripla”. In entrambi i casi, il vaccino viene somministrato attraverso un’unica iniezione che si effettua per via sottocutanea nella parte alta ed esterna del braccio.
La vaccinazione antirosolia viene raccomandata per tutti i bambini di entrambi i sessi in associazione al vaccino antimorbillo e antiparotite durante il 2° anno di vita, generalmente a 12 - 15 mesi.
Il vaccino contro la rosolia è ottimamente tollerato e solitamente non determina reazioni.
Il maggior rischio che la rosolia comporta è quello di essere contratta per la prima volta in gravidanza da una donna non protetta. In questo caso, infatti, esiste una concreta probabilità che il virus raggiunga il prodotto del concepimento attraverso la placenta e che provochi seri danni quali: aborto, malformazioni congenite di varia gravità a carico del cuore, degli occhi, dell’organo dell’udito e del cervello. A volte il lattante affetto da rosolia congenita presenta crescita ridotta e segni di sofferenza a carico di molti altri organi (scheletro, cute, fegato).
Per questo è molto importante vaccinarsi contro la rosolia da adolescenti o prima della gravidanza. Il vaccino è costituito dal virus della rosolia sottoposto ad opportune modifiche che lo rendono assolutamente incapace di provocare la malattia, ma ugualmente in grado di stimolare la produzione di anticorpi efficaci anche contro l’infezione naturale (virus vivo ed attenuato).
La vaccinazione contro la rosolia può essere effettuata singolarmente oppure contemporaneamente a quella contro il morbillo ed a quella contro la parotite epidemica (“orecchioni”) attraverso l’impiego della formulazione combinata “tripla”. In entrambi i casi, il vaccino viene somministrato attraverso un’unica iniezione che si effettua per via sottocutanea nella parte alta ed esterna del braccio.
La vaccinazione antirosolia viene raccomandata per tutti i bambini di entrambi i sessi in associazione al vaccino antimorbillo e antiparotite durante il 2° anno di vita, generalmente a 12 - 15 mesi.
Il vaccino contro la rosolia è ottimamente tollerato e solitamente non determina reazioni.
La prevenzione prima di una gravidanza
La gravidanza dovrebbe essere affrontata in condizioni di immunità, cioè quando l'organismo ha già fabbricato le proprie armi di difesa contro il virus. Si diventa immuni solo dopo aver avuto la malattia o dopo essere state vaccinate.
Il metodo più sicuro per valutare il proprio grado di immunità è il Rubeo-test: il risultato del test è espresso con un numero che indica il tasso di anticorpi antirosolia.
E’ bene comunque che la donna, anche se vaccinata, prima di iniziare una gravidanza, esegua l’esame del sangue per il dosaggio degli anticorpi anti-rosolia. Se questi sono in quantità sufficiente, potrà sentirsi sicura che il suo bambino sarà protetto dalla rosolia congenita; se gli anticorpi però hanno valori non protettivi, è opportuno eseguire una dose di richiamo del vaccino.
La prevenzione in gravidanza
Se si risulta non immuni non è consigliabile fare la vaccinazione in gravidanza perché non si hanno dati di sicurezza del vaccino. E’ importante, in tal caso, stare attenti a evitare zone a rischio di contagio (scuole materne, sale di aspetto di pediatri etc…). Le donne sottoposte a vaccinazione dovrebbero rinviare il concepimento di almeno 3-6 mesi. Se una donna, tuttavia, rimane in gravidanza in concomitanza con il vaccino della rosolia, questo non deve essere motivo di interruzione della gravidanza dal momento che i rischi per l’embrione sono molto remoti.
La gravidanza dovrebbe essere affrontata in condizioni di immunità, cioè quando l'organismo ha già fabbricato le proprie armi di difesa contro il virus. Si diventa immuni solo dopo aver avuto la malattia o dopo essere state vaccinate.
Il metodo più sicuro per valutare il proprio grado di immunità è il Rubeo-test: il risultato del test è espresso con un numero che indica il tasso di anticorpi antirosolia.
E’ bene comunque che la donna, anche se vaccinata, prima di iniziare una gravidanza, esegua l’esame del sangue per il dosaggio degli anticorpi anti-rosolia. Se questi sono in quantità sufficiente, potrà sentirsi sicura che il suo bambino sarà protetto dalla rosolia congenita; se gli anticorpi però hanno valori non protettivi, è opportuno eseguire una dose di richiamo del vaccino.
La prevenzione in gravidanza
Se si risulta non immuni non è consigliabile fare la vaccinazione in gravidanza perché non si hanno dati di sicurezza del vaccino. E’ importante, in tal caso, stare attenti a evitare zone a rischio di contagio (scuole materne, sale di aspetto di pediatri etc…). Le donne sottoposte a vaccinazione dovrebbero rinviare il concepimento di almeno 3-6 mesi. Se una donna, tuttavia, rimane in gravidanza in concomitanza con il vaccino della rosolia, questo non deve essere motivo di interruzione della gravidanza dal momento che i rischi per l’embrione sono molto remoti.
Fonte http://www.amando.it/mamma/concepimento/vaccino-rosolia.html
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