Di sicuro la maternità ti cambia, non puoi farci niente. È inutile che salti di gioia! L’aumento delle taglie di reggiseno che hai registrato dopo la nascita di tuo figlio non è il cambiamento di cui parlo. Anche perché tra pochi mesi tornerai come prima, rassegnati.
Se il seno è l’unica parte anatomica che subisce un transitorio cambiamento, il resto del corpo no. Tranne quelle donne che fanno di nome “Eccezioni” e di cognome “Che confermano la regola”, noi comunissime mortali veniamo attaccate da un’orda di chili che si affezionano alle nostre curve e, come gli ospiti fastidiosi, non ci lasciano mai più.
In realtà il cambiamento di cui parlo è qualcosa di più profondo, radicale e che influisce su una gamma di comportamenti, emozioni e priorità piuttosto ampia.
In realtà il cambiamento di cui parlo è qualcosa di più profondo, radicale e che influisce su una gamma di comportamenti, emozioni e priorità piuttosto ampia.
Le priorità in particolare, cambiano nella vita di chiunque ma in quella di una madre il loro mutare assume un significato che sfiora il surreale.
Se prima ricevere telefonate o visite era considerato il più delle volte un avvenimento piacevole e atteso, con un neonato in casa una madre diventa una specie di eremita, allergica ad ogni tipo di comunicazione con l’esterno: telefoni staccati, cellulari con suoneria al minimo avvolti in un asciugamano e nascosti nel freezer. Conosco madri che hanno persino manomesso i contatti del campanello di casa e del citofono. Tutto pur di non svegliare la belva sotto le mentite spoglie di un innocuo frugoletto roseo.
Uscire di casa prima richiedeva una certa dose di attenzione, che veniva applicata alla cura con cui si sceglievano abiti e accessori, nel modo in cui ci si truccava e pettinava. Con un neonato al fianco il riuscire ad indossare una maglietta sformata, con meno di 2 macchie di rigurgito, è il massimo a cui puoi arrivare.
Se prima ricevere telefonate o visite era considerato il più delle volte un avvenimento piacevole e atteso, con un neonato in casa una madre diventa una specie di eremita, allergica ad ogni tipo di comunicazione con l’esterno: telefoni staccati, cellulari con suoneria al minimo avvolti in un asciugamano e nascosti nel freezer. Conosco madri che hanno persino manomesso i contatti del campanello di casa e del citofono. Tutto pur di non svegliare la belva sotto le mentite spoglie di un innocuo frugoletto roseo.
Uscire di casa prima richiedeva una certa dose di attenzione, che veniva applicata alla cura con cui si sceglievano abiti e accessori, nel modo in cui ci si truccava e pettinava. Con un neonato al fianco il riuscire ad indossare una maglietta sformata, con meno di 2 macchie di rigurgito, è il massimo a cui puoi arrivare.
La mancanza di un certo quantitativo (piuttosto consistente) di ore di sonno ti fa vedere con il fumo negli occhi coloro che, tornati a casa dopo il lavoro, si preparano per uscire e fare le ore piccole. Eppure anche tu un tempo appartenevi a quella specie.
Per non parlare degli argomenti di discussione: prima le tue competenze spaziavano dalle fluttuazioni di Wall Street alle ultime tendenze delle sfilate di Parigi. Ora sei onnisciente in campo di cremine anti arrossamento e consistenza di vomito e pupù.
Ma non è tutto negativo, quel cambiamento che ti investe come una locomotiva in discesa e senza freni. I tuoi cinque sensi si affinano neanche fossi Spiderman: riesci a percepire un sospiro diverso di un decibel del tuo bambino nonostante sia chiuso in camera e tu sia seduta sulla lavastoviglie accesa. Riconosci l’odore di ogni componente del cibo ingurgitato da tuo figlio che non è stata digerita, anche solo passando il naso accanto al pannolino ripieno. Se la capacità di identificare macchie sulle magliette che indossi è temporaneamente annullata, di certo sei ipersensibile ad ogni più piccolo cambiamento di pigmentazione della pelle del tuo bambino.
Ecco, ora lo so che le Mamme Full Metal Jacket mi sbraneranno, sostenendo che questo articolo altro non è che un insieme dei soli aspetti negativi, totalmente sbilanciato rispetto alla realtà della maternità. Non posso negare che la maternità inneschi anche un processo di metamorfosi splendido. La capacità di amare cresce in maniera esponenziale e ad ogni figlio, invece di dividere l’affetto, lo si moltiplica.
Impari ad essere incredibilmente paziente o in alternativa apprendi la fine arte dell'infischiartene calorosamente dei commenti e giudizi altrui. Diventi una specialista di driblaggio di parentame invadente e inopportuno, mentre sfiori l’eccellenza nel crearti una rete di sostegno composta da madri nelle tue condizioni.
Ci sono momenti in cui può capitare di perdere il collegamento con te stessa: hai presente la scena di Apollo 13 " Houston… abbiamo un problema"? Ecco, potresti sentirti come un astronauta che, dopo essere giunto in orbita, scopre di non aver fatto il pieno alla navicella e guarda la Terra sotto di sé, sentendosi totalmente perso e sconnesso con la realtà. Se capita, sappi che fa parte del gioco e si chiama depressione post-parto . Anche questo cambiamento deve essere messo in conto, seppure non sia una regola.
Nonostante alcune di queste metamorfosi possano causare dolore, hanno il potere di renderti una persona migliore, una madre più saggia, forte, amorevole.
Ci sono momenti in cui può capitare di perdere il collegamento con te stessa: hai presente la scena di Apollo 13 " Houston… abbiamo un problema"? Ecco, potresti sentirti come un astronauta che, dopo essere giunto in orbita, scopre di non aver fatto il pieno alla navicella e guarda la Terra sotto di sé, sentendosi totalmente perso e sconnesso con la realtà. Se capita, sappi che fa parte del gioco e si chiama depressione post-parto . Anche questo cambiamento deve essere messo in conto, seppure non sia una regola.
Nonostante alcune di queste metamorfosi possano causare dolore, hanno il potere di renderti una persona migliore, una madre più saggia, forte, amorevole.
Fonte http://www.alfemminile.com/bebe-neonato/come-cambia-vita-con-un-figlio-d51408.html
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