Diciamo subito che la fecondazione assistita per legge non rientra nel termini dell’aspettativa retribuita da lavoro. Non è quindi possibile fare ricorso a questa tutela. E non è neppure considerata malattia nel senso classico del termine. Ciò non toglie che dall’Inps venga comunque assimilata a una malattia e quindi viene concesso alle coppie che hanno intrapreso il delicato iter di procreazione assistita di beneficiare dell’assenza retribuita da lavoro. Si ha infatti diritto a 3 settimane di malattia retribuita (nello specifico 21 giorni): 1 settimana prima del transfer (trasferimento dell’embrione nell’utero) e 2 settimane dopo il transfer [3]. Ovviamente sono considerati malattia anche i giorni di ricovero in day hospital.
Per avvalersene si deve richiedere l’astensione da lavoro motivata da fecondazione assistita come cura della sterilità. La procedura burocratica è questa:
- La clinica presso cui effettui la fecondazione ti rilascerà il certificato di trattamento sterilità e fecondazione assistita per le giornate di ricovero in day hospital. Questo certificato ti verrà rilasciato in 3 copie: per te, per il datore e per l’Inps.
- Per i giorni di assenza pre ricovero e post dimissione puoi andare dal medico di base, che ti rilascerà il certificato di malattia con diagnosi “cure per fertilità e fecondazione assistita secondo circolare Inps 7412, 4 marzo 2005”.
- Questo certificato verrà inviato direttamente per via telematica all’Inps e ti verrà rilasciata copia per il datore di lavoro.
- Mentre per l’Inps il certificato deve contenere sia la diagnosi sia la prognosi, al datore di lavoro servirà solo il certificato con la prognosi (quindi i giorni di assenza).
In particolare, per i ricoveri in day hospital (pick up e transfer) servirà il certificato di ricovero rilasciato dalla clinica; le giornate successive alle dimissioni – massimo 2 settimane – richiederanno il certificato del medico curante. Così come anche l’eventuale settimana di assenza per malattia pre-ricovero per fecondazione necessiterà di certificato del medico di base.
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