La sifilide, detta anche Lue, è una malattia infettiva causata da un batterio, il treponema pallidum, che colpisce generalmente gli organi genitali, ma in alcuni casi può provocare altri tipi di disturbi e può progredire nel tempo provocando lesioni irreversibili agli organi.
Il batterio responsabile della sifilide viene trasmesso generalmente durante i rapporti sessuali, ma non solo, e penetra attraverso le muscose genitali, del retto, della bocca e della gola. Se questa malattia viene contratta durante la gravidanza, o prima, e non viene curata in modo corretto, possono esserci dei gravi pericoli per il bambino.
Ad oggi è ancora fin troppo diffusa in tutto il mondo. Basti pensare che nel nostro paese è una delle malattie sessualmente trasmissibili maggiormente diagnosticata durante visite mediche ed esami. Secondo le stime dell'Oms, nel mondo sono circa 6 milioni le persone affette da sifilide e fra queste anche un milione di donne in gravidanza.
La madre affetta da sifilide può contagiare il bambino durante la gravidanza o nel momento del parto (sifilide congenita), come indicato nelle Linee guida dell'Associazione microbiologi clinici italiani. Il rischio è minore prima del 3° mese e aumenta con l'avanzare della gestazione.
La probabilità di trasmissione verticale della sifilide dipende dallo stadio della malattia materna.
Se la mamma non viene curata, la percentuale di trasmissione varia dal 70 al 100% in caso di sifilide primaria o secondaria. Nello stadio latente, la possibilità di trasmissione è del 40-83%, mentre nello stadio tardivo la percentuale scende tra il 2,5 e il 10%. Se la donna dopo aver ricevuto la diagnosi viene curata tempestivamente, il rischio di trasmissione viene virtualmente abolito, purché tra l'inizio della cura e il parto trascorrano almeno 4 settimane.
La gravità dell'infezione nel bambino sarà tanto maggiore quanto più precoce è l'infezione della mamma. Le conseguenze della trasmissione verticale possono essere molto gravi e comprendono:- Aborto tardivo
- Morte in utero
- Idrope fetale
- Parto pretermine
- Natimortalità
La diagnosi di sifilide in gravidanza
Abbiamo capito quindi l'importanza di una diagnosi rapida per evitare possibili rischi per il feto. Per diagnosticare la sifilide nella donna incinta si utilizzano i test sierologici basati su un semplice prelievo di sangue. Secondo le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità è opportuno effettuare un prelievo ematico all'inizio della gravidanza e poi un secondo esame verso la fine. In Italia lo screening sierologico per la sifilide viene esteso anche al partner, come raccomandato dalle linee guida sulla gravidanza fisiologica del Ministero della Salute.
Fonte https://www.nostrofiglio.it/gravidanza/salute-e-benessere/sifilide-e-gravidanza-come-si-cura-e-quali-sono-i-rischi-per-mamma-e-bambino
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