domenica 4 ottobre 2020

Necrozoospermia: trattamenti e rimedi

Come diagnosticare e verificare con certezza questa condizione?

Sicuramente tramite più spermiogrammi, da ripetere in tempi brevi. Il test più indicato è quello all’eosina, un colorante che riesce a entrare nello spermatozoo, quando non è vitale, grazie alle interruzioni della sua membrana. Uno spermatozoo vitale, anche se immobile, impedisce l’ingresso del colorante. Una percentuale superiore al 58% di spermatozoi colorati con eosina, quindi non vitali, ci permette di indicare questa situazione con il termine di necrozoospermia.

Esistono trattamenti e rimedi per la necrozoospermia? Quali sono?

Ci rifacciamo come sempre alla risoluzione delle cause. In primis, se ci sono gravi infezioni, possiamo trattare con terapia antibiotica e antinfiammatoria dopo ave ricercato adeguatamente la presenza del germe attraverso la spermiocoltura e i tamponi uretrali. Nel caso di anticorpi antispermatozoo si possono tentare delle cure cortisoniche, che hanno lo scopo di ridurre la presenza di questi anticorpi. Mentre è più facile nel caso in cui vi siano componenti che possano essere corretti chirurgicamente, come nel caso di importanti varicocele o criptorchidismo.

È più difficile nei casi di sofferenze testicolari legate a contaminazione e inquinamento di sostanze esterne. Rimane il punto interrogativo nei quadri importanti di necrozoospermia. Nei casi estremi, purtroppo, si devono andare a ricercare gli spermatozoi nel testicolo o, in quelli ancora più gravi, pensare a una fecondazione eterologa. Ricordiamo anche che le eiaculazioni ravvicinate possono presentare una percentuale di spermatozoi vivi; per questo il primo passo è quello di far eseguire al paziente spermiogrammi ripetuti, perché la necrozoospermia del primo spermiogramma potrebbe essere un falso positivo.

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