venerdì 16 ottobre 2020

Premessa: il microbiota del liquido seminale

 Quando si parla di microbiota non necessariamente si intende quello intestinale. Nonostante sia quello più studiato, bisogna tenere presente che tutto il nostro corpo ospita microrganismi, batteri e non, che insieme cooperano per il mantenimento dello stato di salute. Non fa eccezione il tratto urogenitale e, nel caso dell’uomo, il liquido seminale.

Nonostante sappiamo che nel nostro corpo ci siano più cellule microbiche che umane, che l’uomo contenga più geni microbici che umani e che il microbioma abbia un enorme potenziale di influenzare la fisiologia umana, sia nella salute che nella malattia, sappiamo ancora poco sulle comunità batteriche che colonizzano il sistema riproduttivo sia maschile che femminile.

Rispetto alla sua controparte femminile, il microbiota nel liquido seminale in particolare e nell’apparato genitale maschile più in generale, non è stato studiato approfonditamente. Le ricerche riguardo il microbiota nel liquido seminale campo sono in una fase iniziale e saranno necessari ulteriori studi. È stato ipotizzato che la composizione del microbiota in uno stato disbiotico può avere un’influenza sulla qualità dello sperma.

Il presente articolo si pone come obiettivo di fare il punto sulle conoscenze disponibili a proposito del microbiota del liquido seminale in condizione di salute o nei casi infertilità o di patologie del tratto riproduttivo.

Il liquido seminale ed il suo microbiota 

Lo sperma è costituito da una parte liquida (plasma seminale) e da una corpuscolata (cellule germinali o spermatozoi). Si presenta di consistenza liquido-albuminosa, normalmente di colore biancastro lattescente, contiene spermatozoi (cellule germinali) e altre sostanze di natura organica.

Durante il processo di eiaculazione negli uomini sani lo sperma passa attraverso i dotti eiaculatori e si mescola con fluidi provenienti dalle vescicole seminali, dalla prostata e dalle ghiandole bulbo-uretrali per formare lo sperma che viene trasportato attraverso l’intero tratto riproduttivo maschile compresa l’uretra.

Il liquido seminale, con il suo pH leggermente basico e l’elevato contenuto di sostanze zuccherine, è l’ambiente ideale per la crescita di microrganismi. Dall’analisi della composizione e della funzionalità batterica del liquido seminale di uomini sani si è visto come Firmicutes (50%), Proteobacteria (25%), Actinobacteria e Bacteroidetes (25%) siano i phyla più abbondanti.

Tuttavia, come suggerisce la frequente discordanza di risultati degli studi, la variabilità inter-individuale è elevata.

Weng e colaboratori infatti identificano come ceppi predominanti nel liquido seminale di uomini sani Lactobacillus, Pseudomonas e Prevotella, mentre secondo Ivanov e colleghi l’espressione maggiore sarebbe a carico di Staphylococcus (S. haemolyticus, S. capitis, S. hominis), Corynebacteria (C. genitalium, C. pseudogenitalium) e batteri lattici (Lactobacillus e Streptococcus).

Ancora risulta essere poco chiara non solo la composizione fisiologica del microbiota del liquido seminale, ma anche la sua funzione.

La qualità e la quantità dello sperma sono entrambe misure della fertilità; infezioni e conseguenti infiammazioni del tratto riproduttivo maschile possono compromettere la spermatogenesi e la funzione cellulare dello sperma. Per l’uomo (maschio), per esempio, l’esposizione a Escherichia coli riduce la motilità degli spermatozoi mediante agglutinazione e danni al DNA.

Inoltre, Lactobacillus e Gardnerella sono associati a uno sperma di “buona qualità”, Prevotella e Bordetella a uno con scarsa vitalità.

Gli effetti di certi batteri sulla funzionalità spermatica possono però essere anche indiretti attraverso il rilascio di metaboliti o proteine attive (per esempio batteriocine) che possono infatti ridurne la funzionalità agendo sui macrofagi, incrementando la produzione di specie radicaliche dell’ossigeno (ROS), stimolando la produzione di anticorpi anti-spermatozoi, con conseguente rischio di infertilità, anche transitoria.

I termini del rapporto causa-effetto devono tuttavia essere ancora approfonditi. Come si formi e si mantenga il microbiota del tratto riproduttivo è però ancora poco chiaro, nonostante siano note la sua elevata complessità e variabilità.

Mentre nella donna l’età, l’etnia, la fase del ciclo mestruale e la gravidanza sono tra i fattori che maggiormente incidono sulla sua composizione, per l’uomo sono invece meno noti i fattori che contribuiscono, nonostante sia stata dimostrata una maggiore ricchezza e diversità batterica nel liquido seminale rispetto all’ambiente vaginale. A influenzare significativamente la variabilità del microbiota è l’attività sessuale.

Nei rapporti monogami, infatti, la diversità/ricchezza batterica individuale è relativamente contenuta, mentre è più elevata la similarità con la popolazione microbica del partner.

La situazione si inverte nelle relazioni poligame in quanto, in questi casi, l’intra-diversità è elevata, soprattutto nelle donne, mentre sono ridotte le analogie in termini di composizione con i partner. Anche la “tolleranza” reciproca dei due ecosistemi ha un ruolo importante, soprattutto sull’aspetto riproduttivo.

Il mix di specie batteriche (e non) tra i partner è infatti non prevedibile e, talvolta, non positivo per la salute dei ceppi commensali, soprattutto della donna in quanto più esposta a infezioni. Inoltre, in seguito al contatto con il microbiota dell’eiaculato, la risposta immunitaria della donna può comportare la produzione di anticorpi.

Di contro, la presenza di certi taxa nel microbiota vaginale può comportare l’agglutinazione degli spermatozoi, con conseguente diminuzione della loro capacità fecondativa, come dimostrato da uno studio in vitro condotto su Staphylococcus warneri isolato dalla cervice di una donna considerata non fertile.

In conclusione, dunque, seppur siano limitate, le attuali evidenze sottolineano come sia importante capire sia la struttura sia la funzionalità e le interconnessioni della comunità batterica del tratto riproduttivo maschile e femminile.

Considerando però le molte questioni aperte, ulteriori approfondimenti, soprattutto sull’uomo, sono sicuramente necessari.

Fonte https://www.microbiologiaitalia.it/batteriologia/microbiota-liquido-seminale/

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