Dopo il via libera delle Camere britanniche, anche la Human Fertilisation and Embryology Authority (Hfea), principale autorità in materia, ha dato il proprio consenso all'inizio delle procedure per consentire la donazione mitocondriale, ovvero quella fecondazione in vitro che implementa il Dna dei due genitori naturali con quello di una donatrice scelta.
Tale operazione di "correzione" genetica, il feto avrebbe infatti il 99, 98% di Dna genitoriale e lo 0,2% di quello della donatrice, permetterebbe ai nascituri di evitare patologie ereditarie causate da difetti congeniti nei mitocondri, che spesso portano alla morte o a pesanti disabilità durante la crescita.
Così facendo, l'Hfea auspica che potranno nascere circa 150 bambini in salute ogni anno e specifica che ogni caso verrà rigidamente vagliato da esperti sia per le condizioni dei donatori, sia per le motivazioni dei genitori al ricorrere a una simile soluzione.
Reazioni contrastanti
La notizia ha destato il plauso di numerosi enti benefici e associazioni umanitarie:
«Oggi, questa decisione storica aprirà le porte ai primi trattamenti per donne idonee affette da patologie mitocondrialo - ha detto Robert Meadowcroft, CEO dell'ente Muscular Dystrophy UK - È importante che le donne siano in grado di operare decisioni consapevoli sia dei rischi che dei potenziali benefici in gioco.»
Come prevedibile però, anche mole voci di protesta si sono levate contro una procedura che appare quantomai innaturale. Sia la Chiesa cattolica che la Chiesa anglicana si erano infatti opposte con forze alla donazione mitocondriale, criticandone altresì le gravi implicazioni etiche e morali.
Anche parte del mondo scientifico si è dimostrato preoccupato che la strada imboccata possa portare a future manipolazioni del Dna per motivi futili o, addirittura, eugenetici.
Fonte https://www.nostrofiglio.it/concepimento/inseminazione-artificiale/avere-un-figlio-da-tre-genitori-ora-si-puo?fbclid=IwAR24S7ZKITDwOItZNIuR4fX5r01McMcwLJMDtByxJ5CFbZF1vlB08UrIwCI
Tale operazione di "correzione" genetica, il feto avrebbe infatti il 99, 98% di Dna genitoriale e lo 0,2% di quello della donatrice, permetterebbe ai nascituri di evitare patologie ereditarie causate da difetti congeniti nei mitocondri, che spesso portano alla morte o a pesanti disabilità durante la crescita.
Così facendo, l'Hfea auspica che potranno nascere circa 150 bambini in salute ogni anno e specifica che ogni caso verrà rigidamente vagliato da esperti sia per le condizioni dei donatori, sia per le motivazioni dei genitori al ricorrere a una simile soluzione.
Reazioni contrastanti
La notizia ha destato il plauso di numerosi enti benefici e associazioni umanitarie:
«Oggi, questa decisione storica aprirà le porte ai primi trattamenti per donne idonee affette da patologie mitocondrialo - ha detto Robert Meadowcroft, CEO dell'ente Muscular Dystrophy UK - È importante che le donne siano in grado di operare decisioni consapevoli sia dei rischi che dei potenziali benefici in gioco.»
Come prevedibile però, anche mole voci di protesta si sono levate contro una procedura che appare quantomai innaturale. Sia la Chiesa cattolica che la Chiesa anglicana si erano infatti opposte con forze alla donazione mitocondriale, criticandone altresì le gravi implicazioni etiche e morali.
Anche parte del mondo scientifico si è dimostrato preoccupato che la strada imboccata possa portare a future manipolazioni del Dna per motivi futili o, addirittura, eugenetici.
Fonte https://www.nostrofiglio.it/concepimento/inseminazione-artificiale/avere-un-figlio-da-tre-genitori-ora-si-puo?fbclid=IwAR24S7ZKITDwOItZNIuR4fX5r01McMcwLJMDtByxJ5CFbZF1vlB08UrIwCI
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