Siete sempre state amanti degli animali ma i dubbi se tenerlo o meno in casa vi attanagliano da quando aspettate un bimbo? Avete piccole “pesti” che girano per l’appartamento in maniera maldestra e curiosa, ma anche cani e gatti molto vivaci e questa convivenza vi preoccupa? Non allarmatevi! In verità non c’è nulla di cui preoccuparsi.
Animali e gravidanza: cosa fare con cani e gatti
In passato, si diceva che la donna incinta non doveva in nessun caso coabitare con gatti o cani durante i nove mesi della gravidanza. Un atteggiamento inutilmente premuroso dettato dal terrore di contrarre malattie. Ma oggi siamo consapevoli che le patologie che possono potenzialmente colpire i nostri animali “casalinghi” non sono trasmissibili all’uomo. L’unica è la toxoplasmosi, ma grazie a pochi e semplici accorgimenti, la futura mamma e, di conseguenza il feto, non corrono alcun rischio di ammalarsi.
Sul cane poi nulla da dire: va comunque vaccinato con regolarità e sverminato, di solito una volta all’anno. In realtà, la sua è una figura più che positiva poiché non solo aiuta la futura mamma a mantenersi in forma grazie alle passeggiate quotidiane ma, avvertendo i suoi cambiamenti ormonali, la difende in toto dai pericoli del mondo esterno.
Toxoplasma: problema felino, non di tutti gli animali
Il toxoplasma è un parassita dei gatti e viene eliminato attraverso le feci in forma di ovocisti che contaminano l’ambiente esterno. La cosa fondamentale è che la donna non li ingerisca. Ma è praticamente impossibile che lo faccia. Il gatto, infatti, si ammala di toxoplasmosi tramite ingestione di carne cruda contaminata dal protozoo e poi lo elimina nelle feci sotto forma di cisti. Queste ultime, però, non sono ancora attive: per diventarlo e trasformarsi in un mezzo “nocivo” di trasmissione della malattia devono trascorrere da uno a quattro giorni. Il contagio con l’essere umano quindi potrebbe avvenire solo dopo l’ingestione di queste ovocisti “cattive”.
Come si può ben capire, la possibilità che un gatto domestico sia veicolo di infezione è molto remota. In primis perché un felino alimentato con cibo industriale altamente controllato difficilmente può entrare in contatto con carne infetta. In secondo luogo, la pulizia giornaliera della lettiera consente la rimozione costante delle deiezioni feline e questo non concede alle ovocisti il tempo necessario per essere pericolose.
Un’accortezza: fate pulire la lettiera a qualcun altro in casa, così il rischio si azzera del tutto. Per tutte le altre regole da seguire per scongiurare il pericolo dell’infezione potete leggere QUI.
Animali e bambini, un modo empatico di crescere
Durante i primi anni di vita, se il cane percepirà il bimbo come suo pari, non avrà alcuna espressione di gelosia. Al contrario, la condizione di “fratelli” li renderà, via via che il tempo passa, sempre più complici e forti all’interno di una dimensione di rispetto reciproco e di responsabilità.
Da non sottovalutare, l’effetto calmante che l’amore incondizionato degli animali domestici regala a tutti i membri della famiglia, non solo ai più piccoli. È stato dimostrato che accarezzare un cane rallenta il battito cardiaco e le onde cerebrali, abbassa la pressione del sangue, favorisce un generale rilassamento.
È evidente che durante la crescita, il bambino modificherà le modalità in cui interagisce con il cane o con il gatto. In questa fase, naturalmente più fisica, i genitori avranno il compito di spiegargli quando e come accarezzare gli animali, e che cosa potrebbe infastidirli, rendendoli nervosi e intolleranti. Tale tipo di interazione permetterà quindi al bimbo di migliorare le sue capacità di osservazione perché imparerà a “interpretare” i comportamenti del suo amico a quattro zampe e a regolarsi di conseguenza. Sarà un bimbo in generale più empatico verso tutti.
Per non parlare delle ricadute positive sulla crescita, dimostrate anche da molti studi a carattere internazionale, di quei bimbi che condividono spazio e tempo con i propri animali! Un bambino o una bambina che cresce a contatto con un pet, in particolare durante il primo anno di vita, si ammala con minore frequenza dei coetanei e ha migliori difese immunitarie. Infatti i microbi portati in casa da cani e gatti potrebbero rafforzare le comunità di batteri e altre creature microscopiche che vivono nel corpo di un bambino nella prima fase di sviluppo. In generale, i piccoli vengono altresì preservati da molte allergie, riducendo anche la probabilità di infezioni alle alte vie respiratorie.
Fonte https://imamma.it/animali-cosa-fare-in-gravidanza-e-prima-infanzia/
Animali e gravidanza: cosa fare con cani e gatti
In passato, si diceva che la donna incinta non doveva in nessun caso coabitare con gatti o cani durante i nove mesi della gravidanza. Un atteggiamento inutilmente premuroso dettato dal terrore di contrarre malattie. Ma oggi siamo consapevoli che le patologie che possono potenzialmente colpire i nostri animali “casalinghi” non sono trasmissibili all’uomo. L’unica è la toxoplasmosi, ma grazie a pochi e semplici accorgimenti, la futura mamma e, di conseguenza il feto, non corrono alcun rischio di ammalarsi.
Sul cane poi nulla da dire: va comunque vaccinato con regolarità e sverminato, di solito una volta all’anno. In realtà, la sua è una figura più che positiva poiché non solo aiuta la futura mamma a mantenersi in forma grazie alle passeggiate quotidiane ma, avvertendo i suoi cambiamenti ormonali, la difende in toto dai pericoli del mondo esterno.
Toxoplasma: problema felino, non di tutti gli animali
Il toxoplasma è un parassita dei gatti e viene eliminato attraverso le feci in forma di ovocisti che contaminano l’ambiente esterno. La cosa fondamentale è che la donna non li ingerisca. Ma è praticamente impossibile che lo faccia. Il gatto, infatti, si ammala di toxoplasmosi tramite ingestione di carne cruda contaminata dal protozoo e poi lo elimina nelle feci sotto forma di cisti. Queste ultime, però, non sono ancora attive: per diventarlo e trasformarsi in un mezzo “nocivo” di trasmissione della malattia devono trascorrere da uno a quattro giorni. Il contagio con l’essere umano quindi potrebbe avvenire solo dopo l’ingestione di queste ovocisti “cattive”.
Come si può ben capire, la possibilità che un gatto domestico sia veicolo di infezione è molto remota. In primis perché un felino alimentato con cibo industriale altamente controllato difficilmente può entrare in contatto con carne infetta. In secondo luogo, la pulizia giornaliera della lettiera consente la rimozione costante delle deiezioni feline e questo non concede alle ovocisti il tempo necessario per essere pericolose.
Un’accortezza: fate pulire la lettiera a qualcun altro in casa, così il rischio si azzera del tutto. Per tutte le altre regole da seguire per scongiurare il pericolo dell’infezione potete leggere QUI.
Animali e bambini, un modo empatico di crescere
Durante i primi anni di vita, se il cane percepirà il bimbo come suo pari, non avrà alcuna espressione di gelosia. Al contrario, la condizione di “fratelli” li renderà, via via che il tempo passa, sempre più complici e forti all’interno di una dimensione di rispetto reciproco e di responsabilità.
Da non sottovalutare, l’effetto calmante che l’amore incondizionato degli animali domestici regala a tutti i membri della famiglia, non solo ai più piccoli. È stato dimostrato che accarezzare un cane rallenta il battito cardiaco e le onde cerebrali, abbassa la pressione del sangue, favorisce un generale rilassamento.
È evidente che durante la crescita, il bambino modificherà le modalità in cui interagisce con il cane o con il gatto. In questa fase, naturalmente più fisica, i genitori avranno il compito di spiegargli quando e come accarezzare gli animali, e che cosa potrebbe infastidirli, rendendoli nervosi e intolleranti. Tale tipo di interazione permetterà quindi al bimbo di migliorare le sue capacità di osservazione perché imparerà a “interpretare” i comportamenti del suo amico a quattro zampe e a regolarsi di conseguenza. Sarà un bimbo in generale più empatico verso tutti.
Per non parlare delle ricadute positive sulla crescita, dimostrate anche da molti studi a carattere internazionale, di quei bimbi che condividono spazio e tempo con i propri animali! Un bambino o una bambina che cresce a contatto con un pet, in particolare durante il primo anno di vita, si ammala con minore frequenza dei coetanei e ha migliori difese immunitarie. Infatti i microbi portati in casa da cani e gatti potrebbero rafforzare le comunità di batteri e altre creature microscopiche che vivono nel corpo di un bambino nella prima fase di sviluppo. In generale, i piccoli vengono altresì preservati da molte allergie, riducendo anche la probabilità di infezioni alle alte vie respiratorie.
Fonte https://imamma.it/animali-cosa-fare-in-gravidanza-e-prima-infanzia/
Nessun commento:
Posta un commento